Quando dici che nel calcio, almeno a livello dilettantistico, non girano più soldi come un tempo, qualcuno ti guarda con quegli occhi stralunati come tu avessi detto una bestemmia in territorio vietato. Il calcio ad alti livelli è sicuramente bello, affascinante, ricco di responsabilità ma anche di soldi, notorietà ed agi. Scendendo di categoria incontri ciò che non vorresti vedere, i calciatori-lavoratori, quei giovani che si ritrovano disoccupati dopo un paio di stagioni, i fallimenti di alcuni sodalizi e tutto il marciume derivante da gestioni scellerate e partite vendute e comprate direttamente negli spogliatoi.  Eccolo qui il calcio lontano dagli stipendi dei CR7, lontano dalle veline e da immagini sexy, lontano dai social e dagli autografi nei ritiri. Scendere nei bassifondi e scoprire il calcio genuino, quello amatoriale, quello della domenica mattina e del profumo di canfora negli spogliatoi.

Qui siamo in serie D, siamo nel limbo, da una parte il calcio professionistico, dall’altra quello dilettantistico. Non siamo a livelli di lavarsi il completino a casa ma non siamo neppure a livelli di comprarsi una Ferrari e tenerla nel giardino di casa come ornamento. Da una parte c’è una società che è nata nel 2012 dalla fusione di due sodalizi, il Querceta Calcio e l’Unione Sportiva Forte dei Marmi, dall’altra c’è la Lucchese con tutta la sua storia, la tradizione ed un bel numero di tifosi.

Su questi ultimi bisogna concentrarsi visto che il pubblico dei padroni di casa è composto da semplici sportivi, appassionati e calciatori delle squadre giovanili. Detto che, quest’ultimi, magari incitati dagli accompagnatori, in più di una circostanza fanno partire il coro “Chi non salta è un lucchese” che risulta particolarmente simpatico vista l’età estremamente bassa dei protagonisti, e visto che probabilmente la maggior parte di loro è nata proprio a Lucca ma di rimando rimarca come allo stadio si enfatizzi con gesti e grida quella rivalità non certo sportiva che a volte sovrasta quella dei ventidue contendenti. Poi vallo a spiegare che allo stadio bisogna essere sportivi ed applaudire anche le giocate dell’avversario…

Lucchesi che si presentano in forze mettendo un po’ in allarme le scarse forze dell’ordine presenti perché, invece di dirigersi verso il settore a loro assegnato, preferiscono distribuirsi in tribuna coperta. In effetti se vado allo stadio, mi voglio anche scegliere il settore dove vedere la partita, considerando che a queste latitudini la questione rivalità non deve essere minimamente presa in considerazione.

Bella l’iniziativa di appendere un enorme striscione “Curva Ovest” all’interno del campo di gioco, mentre sulle tribune vengono disposte le numerose pezze del tifo rossonero. Ad inizio gara si parte con una coreografia a cartoncini, poi è la volta del sostegno alla squadra che, specialmente nel primo tempo, è potente e coinvolgente: i presenti ci danno dentro alla grande, seguendo le indicazioni di un paio di ragazzi muniti di megafoni. Organizzazione capillare e risposta dei presenti ottima, il sostegno non viene meno ed anche a livello di colore alcuni bandieroni non smettono un secondo di essere sventolati. Nonostante la categoria infausta, in questo pomeriggio la Curva Ovest offre un bello spettacolo, avendo cura di coinvolgere quante più persone possibili.

La corsa al primo posto della squadra rossonera è fermata dagli avversari che strappano un bel pareggio. Il campionato è ancora lungo e l’obiettivo della promozione non è certo sfumato.

Valerio Poli