I biglietti di questa gara 3 della semifinale contro Trieste sono praticamente stati polverizzati in poche ore. I tifosi biancoblu affollano la zona attorno al palazzo già da un paio d’ore prima della palla a due, inneggiando cori e rinfrescandosi con fiumi di birra, vista anche la calda giornata acuita dall’orario d’inizio che è stato fissato per le 17.45, a causa della concomitante finale di Champions League fra Juventus e Real Madrid che si giocherà la sera.

Quando mancano pochi minuti alla partita, il palazzo si presenta completamente pieno in ogni ordine di posto. Mancano ancora gli ospiti, ma anche dalle precedenti gare s’è capito che è prassi farli entrare a stretto ridosso dell’inizio, anche per ridurre al minimo le possibilità di contatto, anche solo visivo, con gli avversari. Ottimo il primo impatto della curva fortitudina in cui, al momento dell’entrata dei giocatori, si compone una coreografia di bandierine bianche e blu accompagnata da un bandierone con l’aquila, simbolo della Fortitudo e nella parte alta lo striscione: “NOI LA DIFENDIAMO”; nella parte bassa l’altro: “VOI FATELA VOLARE”.

Per tutta la partita il tifo risulta continuo e incessante, fatto di battimani, braccia ondeggiate a destra e sinistra, cori in cui la partecipazione risulta pressoché totale da parte di tutto il palazzo e la potenza dei cori è tale che, a volte, risulta persino difficile scambiare due chiacchiere con i propri vicini.

Da Trieste presenti circa 150 tifosi: il numero totale dei biglietti messi a disposizione è limitato ad un certo numero stabilito tramite accordi fra le due società. La parte alta del palazzo in cui si dispongo è circondata e guardata a vista dalla polizia e dagli addetti alla sicurezza della Fortitudo. Naturalmente al loro arrivo vengono sommersi da una bordata di fischi e scambiano reciproche offese con i padroni di casa, con i quali i rapporti sono tutt’altro che amichevoli .

Nel settore ospiti in molti indossano una maglietta di color rosso e a rappresentarli c’è lo striscione “CURVA NORD TRIESTE”, affiancata dai loro gemellati di Forlì, storici nemici dei bolognesi. Diverse le bandiere italiane e tante altre quelle biancorosse. Il tifo canoro, pur sommerso da quello fortitudino e quindi difficile da decifrare, è comunque molto continuo e partecipe, con diversi battimani ed un lanciacori che non smette mai di spingere i presenti a tifare.

La partita finisce con la vittoria della Fortitudo e subito dopo i festeggiamenti vengono già messi in vendita i biglietti di gara 4 in programma lunedì sera. Si forma una lunga coda al botteghino posto al di fuori del PalaDozza, tutti vogliono accaparrarsi un tagliando per rimettere in corsa l’Aquila e poter sognare il derby in finale.

Luigi Bisio.