La canotta d’oro e l’assenza della Fossa mi lasciano per un attimo smarrito: ma sono veramente a vedere la Fortitudo? 

Scherzi per nulla divertenti di un anno nuovo che assomiglia ai precedenti: o forse anche peggio. Perché se il 2021 era finito col Derby e cinquemila spettatori sugli spalti (curve annesse) il sequel è invece cominciato malissimo, in termini di contagi e quindi di restrizioni. 

Il basket se possibile soffre ancor di più del calcio: perché qui, in casa Effe, si vive in simbiosi col tifo organizzato. Non manca comunque la “fotta”, come dicono a Bologna, perché per l’Aquila questa è una sfida da dentro o fuori.  Varese è inoltre una rivale storica, con cui una volta si lottava per gli scudetti, e quindi la valenza è doppia.

Il pubblico pur ridotto sugli spalti sostiene i propri ragazzi: certo, senza la continuità e l’organizzazione data solitamente dalla Fossa, ma comunque con la grinta di chi sa di poter fare da sesto uomo. Dalla Lombardia ovviamente non c’è nessuno, e questo contribuisce, se possibile, ad aumentare il clima di depressione generale: quando si potranno rivedere anche nel basket le tifoserie avversarie? Chiedere al Covid per ulteriori informazioni. 

Sul campo almeno prende vita una bella contesa, combattuta fin dai primi minuti, con le due squadre perfettamente consapevoli di quanto la classifica (penultima contro ultima) le metta con le spalle al muro: nei minuti finali la battaglia si fa durissima, alla fine passa la Fortitudo. 

Festa generale, per una vittoria che è puro ossigeno, con la testa del pubblico già concentrata alla prossima sfida di mercoledì con Sassari. Da segnalare il clima non proprio amichevole nei confronti di Alessandro Gentile: ex virtussino, e per questo nemico naturale del Paladozza Biancoblù. Perché insomma: a Basket City, è sempre derby… 

Testo e foto di Stefano Brunetti