Il Friburgo si è qualificato a questa Europa League dopo una stagione splendida. In Germania, storicamente i biancorossi non figurano tra i grandissimi nomi del calcio teutonico. Il più delle volte si sono ritrovati costretti a lottare per non retrocedere, non sono perciò degli habitué dell’Europa e per questo, l’entusiasmo in Baden (una parte della regione Baden-Württemberg) non può che essere alle stelle, tanto che per questa partita contro i francesi del Nantes si registra il tutto esaurito.

Fra gli artefici di questa nuova primavera, una nota di merito va senza dubbio all’allenatore Christian Streich. Nato a Weil am Rhein, vicino a Friburgo (ma ancor più vicino a Basilea), è alla guida della squadra dal 2012. Oltre ai buoni risultati raggiunti con la sua squadra, è diventato famoso anche per le sue interviste, sempre interessanti, mai banali, anche sotto un punto di vista squisitamente umano che – la particolarità è questa – tiene sempre e solo in dialetto, un dialetto molto marcato, che non passa di certo inosservato, se possiamo usare questa metafora sensoriale non ortodossa. I tifosi lo hanno persino immortalato in un adesivo in cui, più nello specifico, hanno usato una una sua frase tipica: «Una società sportiva non appartiene a una sola persona. La società appartiene a tutte le persone che in essa si identificano».

Il Nantes invece è un grande nome del calcio francese, essendosi laureato per otto volte campione di Francia. Ultimamente però lotta spesso per non finire in Ligue 2 come ultimamente è accaduto ad altre grandi società storiche del calcio transalpino come Bordeaux e Saint-Etienne. Nel caso specifico del Nantes, i tifosi – dal loro punto di vista – hanno individuato da tempo il colpevole di questo declino: Waldemar Kita, presidente della squadra contro cui sono in contestazione da tempo, tanto che in ogni partita espongono drappi come «Il Nantes è in vendita». La sua partecipazione in Europa di quest’anno, è stata resa possibile dalla vittoria in Coppa di Lega nella stagione scorsa.

Sul campo non c’è storia, con il Friburgo padrone assoluto su un Nantes che in campionato arranca e alla stessa maniera palesa difficoltà sul prato di Friburgo. Padroni di casa invece in buona forma in Bundesliga e che confermano questo stato di grazia. Nel primo tempo, nonostante la pressione dei tedeschi, non ci sono marcature, ma nel secondo tempo è prima Daniel Kyereh a segnare e poi l’Italiano Vincenzo Grifo, fissando il risultato finale su un meritatissimo 2-0.

Teatro di questa sfida, un nuovo stadio inaugurato l’anno scorso, l’Europa-Park Stadion che però non ha nulla a che fare con l’unione europea: L’Europa Park è in realtà un grandissimo luna park nelle vicinanze che attrae visitatori da tutta Europa ed è lo sponsor che ha acquisito i diritti di denominazione dello stadio. La tifoseria organizzata, come sempre capita in questi casi, non gradisce questa denominazione ed è solita chiamarlo Mooswaldstadion, perché lo stesso si trova nel quartiere Mooswald. Lo Stadio, come ogni altro stadio tedesco è sicuramente bello, curato, funzionale, ma anche molto anonimo e situato nell’estrema periferia urbana. Degna di nota è forse la sola curva di casa che si differenzia da ogni altra tribuna dell’impianto per svilupparsi su un unico anello e non su due.

La tifoseria del Nantes, sotto la guida della Brigade Loire, arriva in circa 2.000 unità. Non c’è la stessa tensione che s’è potuta rilevare in altri incontri franco-tedeschi recenti come Nizza-Colonia o Marsiglia-Francoforte: tra le due tifoserie non esistono precedenti negativi o incroci di gemellaggi e rivalità, quindi sotto il profilo dell’ordine pubblico, tutto fila liscio. I Canarini offrono un tifo davvero bello sotto tutti i punti di vista, sono molto colorati e ben visibili grazie ai suggestivi colori giallo e verde. Iniziano la gara con una grande torciata ed uno striscione quasi a voler marcare il territorio. Poi è un susseguirsi dei classici momenti del tifo, battimani, sciarpate, ecc., ma è in generale davvero un bel vedere e un bel sentire, visto che non mollano praticamente mai e sembrano divertirsi tanto sul palcoscenico europeo.

Stesso discorso vale anche per i tifosi di casa, anche loro – come già detto – non abituati a calcare spesso questi palcoscenici e quindi determinati a goderseli fino in fondo. Iniziano la gara con una coreografia che per quanto poco creativa, è impressionante per impatto: un copricurva gigante con la sigla SCF (per SC Freiburg), ma a parte questo, si presentano tutti con pettorine rosse e bianche con le quali realizzano una sorta di coreografia permanente per tutto l’intero incontro: visivamente davvero suggestivi. Risultano inoltre molto compatti anche per quel che riguarda il tifo vero e proprio, cantano in tanti e risultano insomma belli anche da sentire. Peccano forse un po’ in originalità del proprio repertorio, visto che i cori sono gli stessi che si possono sentire in tanti altri posti, alla fine però la loro è una bella prova, suffragata anche dal risultato del campo che permette di festeggiare lungamente tra loro a fine gara.

Remo Zollinger