Dopo una lunga stagione tribolata, la matricola Gelbison, espressione del comprensorio cilentano, e il Messina reduce dall’ennesima stagione deludente, in un caldo sabato pomeriggio si sfidano per l’andata dei playout. In palio c’è dunque la salvezza della categoria, quella serie C che i siciliani stanno cercando di difendere con i denti dopo una lunga cavalcata nella seconda parte di stagione che ha, almeno in parte, raddrizzato un’annata partita molto male.

La gara si gioca ad Agropoli e per gli ospiti vengono messi a disposizione 800 biglietti andati quasi completamente a ruba. È l’ennesima dimostrazione di orgoglio, appartenenza ed amore per i colori di questa tifoseria che quest’anno fuori casa, nonostante la contestazione, le delusioni, le figure rimediate sul campo, ha sempre risposto alla grande in termini di presenza, compattezza e portamento. Affrontando tutte le trasferte, moltissime non proprio agevoli, con spirito di sacrificio e caparbietà che basterebbero di gran lunga ad ottenere un posto al sole e non dovere invece lottare ancora una volta per evitare di tornare nell’inferno della serie D.

I ranghi risultano completi a partita iniziata ed il tifo sempre costante, combattivo e senza interruzioni per tutta la gara, nonostante la squadra in campo non faccia nulla per meritare tutto questo e mantenere la promessa, fatta in settimana durante un’allenamento a porte aperte, di sputare l’anima per questi colori.

Presente una folta delegazione di ragazzi di Avellino che non hanno perso l’occasione per stare al fianco degli amici di sempre, in un momento così delicato e con i quali c’è stato anche un momento di incontro nella città irpina, prima della gara, tra le delegazioni delle due curve. Numerosi i cori reciproci durante il match ed anche a fine partita.

I tifosi di casa, ovviamente con minore tradizione degli ospiti, fanno quello che possono cercando di incitare al meglio i propri beniamini ed alla fine saranno ripagati al 95esimo con la rete del successo.

La sconfitta non è per nulla digerita dagli ultras messinesi che richiamano, in una scena purtroppo vista tante volte quest’anno, la squadra ed il mister sotto il settore, sfogando la loro delusione per una prestazione priva di quegli “attributi” che invece erano richiesti e che hanno mostrato in  pieno i quasi 800 giunti con l’intento di spingere la squadra alla salvezza.

Adesso l’ultimo atto della stagione con la gara di ritorno dove non ci sarà un’ulteriore prova d’appello: non si può far altro che vincere, mantenere almeno la Serie C è l’unico obbiettivo che conta.

Paolo Furrer