AGGIORNAMENTO: per ottimizzare la funzionalità del sito, piuttosto che pubblicare una seconda notizia con le sole fototifo, abbiamo deciso che – dopo la pubblicazione in rivista – ripubblicheremo la cronaca stessa, ma implementata dell’intera galleria fotografica che troverete a fine articolo.
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Il calcio è uno sport talmente strano, al punto che non puoi mai permetterti di dare niente per scontato fino all’ultimo. Di squadre già predestinate al successo, salvo ricadute clamorose nelle giornate finali, la storia del calcio ne è piena, un po’ in tutte le categorie. A volte si parla di giocatori scoppiati, a volte di sfortuna, altre volte di mancanza vera di volontà per salire di categoria; in altre parole, mancanza di soldoni. Ed è stato sicuramente questo rebus di combinazioni a preoccupare i tanti tifosi di Gorgonzola che seguono, con grande entusiasmo, la Giana Erminio, capolista praticamente sin dalla prima giornata, dopo una cavalcata trionfale, negli ultimi due anni, caratterizzata dal doppio balzo dalla Promozione alla Serie D.
Già tre giornate fa, quando vidi la partita contro il Derthona, sembrava potesse esserci la stoccata finale della Giana per staccare definitivamente le due inseguitrici, la piemontese Borgosesia e la ligure
RapalloBogliasco. Il pareggio per 1-1 non cambiò di molto gli equilibri. Nel turno successivo, ad Aosta, la Giana non andò oltre il pareggio, rallentando ulteriormente la corsa. Ma la preoccupazione, per tutti, si è materializzata la scorsa giornata, sempre al “Comunale” di Gorgonzola, quando, dopo tre anni di imbattibilità casalinga e contro la penultima della classe, la virtualmente retrocessa Pro Dronero ha fatto clamorosamente saltare il banco vincendo per 0-1, con Rapallo e Borgosesia a -5 e altri due turni a disposizione per la Giana onde evitare clamorose rimonte: questa partita in casa contro la Caronnese, quarta in classifica, e l’ultima giornata in casa del Chiavari. Alla Giana basta anche un punto per ottenere la Lega Pro ma, evidentemente, ormai è meglio aspettare la matematica per stappare lo spumante tirato troppo presto fuori dal frigorifero.
I maligni hanno già cominciato a vociare sulla reale volontà della Giana di salire e, ovviamente, i tifosi sperano che si tratti solamente di una squadra andata ben al di sopra di quanto pronosticato e che, proprio ora, ha avuto un preoccupante calo fisico, oppure una paura psicologica di tagliare un traguardo più grande dei giocatori stessi. Del resto, per qualcuno, salire in Lega Pro vorrebbe dire iniziare una nuova vita. I giocatori (ma anche l’allenatore) della Giana fanno parte dello storico blocco della promozione dall’Eccellenza, la maggior parte sono giovani talenti, studenti e lavoratori del posto che, fra un impegno e l’altro, si ritagliano lo spazio necessario per allenarsi. Siamo ben distanti da altre realtà di Serie D costruite per vincere a suon di soldoni, come la stessa Caronnese che arriva oggi, dove molti giocatori possono ben permettersi di non dedicarsi ad altro al di fuori del loro sport.
Forse è proprio l’origine casareccia della squadra ad aver attirato così tanti tifosi sugli spalti, con un tamtam che parte dal passaparola e si attiva regolarmente attraverso i social network. Anche il presidente-sponsor della squadra, Bamonte, è un medio imprenditore di origini salernitane che a Gorgonzola – manco a dirlo – gestisce un caseificio. Altri grandi sponsor non ve ne sono, pochissimi sono persino gli striscioni pubblicitari sul campo. Se ancora si crede nelle favole calcistiche, questa della Giana è quella che ci si avvicina di più. “
Se fossimo arrivati a metà classifica – mi dice il mio amico fotografo ufficiale – avremmo tutti festeggiato come se avessimo vinto il campionato”. Figuriamoci ora che il grande salto è vicinissimo, così vicino che basta un niente per toccarlo e vederlo infrangersi in mille pezzi. Questo Giana-Caronnese tiene col fiato sospeso una cittadina che ormai vive in simbiosi con la propria squadra, e ormai la scaramanzia è d’obbligo. La Pro Dronero insegna.
La giornata non promette niente di buono, e mi immetto sulla SS 35 con un certo anticipo e con tanti nuvoloni sulla mia testa. La strada è completamente vuota, fatto piuttosto insolito, e così posso arrivare in tutta velocità verso Gorgonzola, dopo aver abilmente dribblato la barriera di pedaggio della tangenziale (eh sì che se Milano la impari un po’ a conoscere, qualche scappatoia ai tremendi balzelli c’è sempre). La provinciale, ex statale Padana Superiore, mi porta a Gorgonzola con una certa sicurezza, compreso l’ambito parcheggio che, a dispetto del mio anticipo, avviene diversi metri più in là della volta precedente.
E, in effetti, avvicinandomi all’impianto, noto poca gente perché gli spettatori, in pratica, sono già quasi tutti entrati. Un “Giana” a rispondere diventa un vero boato con tanto di eco fra i palazzi adiacenti. Come sempre, ritirare il mio accredito è una formalità rapida e sicura. Tuttavia, già dalle pratiche per entrare in campo, prendendo pettorina e dando il documento all’arbitro (mah), noto un certo nervosismo tra staff e dirigenti della Giana, segno di una giornata particolarmente sentita dall’ambiente.
Entrato sull’erba, il colpo d’occhio sugli spalti è davvero notevole. Le squadre si stanno entrambe già scaldando, e fanno bene dato che pioviggina e le nuvole promettono molto di più. La gente è talmente tanta che il settore ospiti è già aperto per far entrare il pubblico della Giana. Come ben si sa, la Caronnese ha solo pochi tifosi e nessun gruppo ultras al seguito, pertanto non c’è nessun fattore di rischio ad effettuare questa operazione. Da notare come, da abitudine, ai cancelli non ci sia nessun gendarme, a dispetto del flusso notevole di persone. Una chiara risposta a chi dice che sicurezza è sinonimo di militarizzazione degli stadi.
È evidente, sin da subito, la preparazione di una coreografia con i cartoncini, tanto che vedo alcuni ragazzi degli Highlanders percorrere avanti e indietro la tribuna, gridando istruzioni e chiedendo, al momento della coreografia, di tenere gli ombrelli abbassati. Più che nel proprio pubblico, bisogna sperare nella clemenza del meteo. Guardando un po’ di riscaldamento vedo i giocatori della Giana piuttosto concentrati, e stessa cosa posso dire per gli avversari della Caronnese, nonostante questa grande delusa del campionato sia ormai costretta a rincorrere (peraltro da posizione molto scomoda) l’obiettivo delle Serie C attraverso i play-off. Il mio amico fotografo è in ghingheri, ma non per l’eventuale festa, ma per un battesimo previsto per le 15:30 che lo costringerà a lasciare il campo al 10° per tornarsene di corsa verso la fine della partita. Cosa non si fa per la Giana.
Finalmente è il momento della coreografia, la seconda in tre partite da me viste a Gorgonzola. Premetto che questa è la migliore, con l’incredibile compattezza dei cartoncini bianchi e blu, ben disposti e senza buchi, e con la pioggia in stato di tregua momentanea. Lo striscione disposto sulla recinzione ben incarna lo spirito della coreografia, della partita e della stagione intera: “Hai giocato con onore… lottato con il
cuore… grazie Giana”. Unico spicchio al di fuori della coreografia è proprio quello laterale degli Highlanders, dove viene effettuata una fumogenata che evoca immagini suggestive di un mondo ultras che, fino a poco tempo fa, padroneggiava la pirotecnica quotidianamente, assicurando sempre spettacolo. Come previsto, dalla vicina Caronno Pertusella sono arrivati pochi semplici tifosi, mischiati, nel settore ospiti, a quelli più numerosi della Giana.
La partita comincia e dà subito l’idea di essere aperta e combattuta. Chi si poteva aspettare una Caronnese remissiva rimane piuttosto deluso. Dopo 8 minuti arriva il vantaggio proprio degli ospiti, con un tiro di Sansonetti non bloccato dal portiere e non recuperato prima che varchi la linea. La Giana c’è, ma passa appena un quarto d’ora per vedere il raddoppio della Caronnese, grazie a Giudici che sfrutta un’ingenuità della retroguardia biancazzurra.
In tutto ciò, il tifo degli Highlanders è sugli stessi standard delle volte precedenti: cori lunghi pochissimi, tanti cori secchi e bei battimani, che quest’oggi coinvolgono, almeno inizialmente, anche più dei soliti effettivi. Ma dopo un buon avvio ci sono troppe pause tra un coro e l’altro, e non è d’aiuto neanche la tribuna, basita
dall’incedere ingeneroso della gara. Di sicuro, da parte del gruppo di casa, è lodevole la continua accensione di torce. Proprio prima del rientro nelle gare degli spogliatoi, e proprio quando un fumogeno acceso stava facendo la sua bella figura, un gol-spettacolo in rovesciata di Recino riapre i giochi, mandando in delirio gli spettatori e iniziando a materializzare il miracolo della terza promozione in tre stagioni. Si va negli spogliatoi sull’1-2 e con tanto ottimismo.
Tra primo e secondo tempo arrivano buone nuove per la Giana dagli altri campi: perdono sia il Borgosesia che il Rapallo, anche se la sconfitta dei Piemontesi diventa, dopo qualche minuto, un pareggio. Le speranze di chiuderla oggi restano vivissime, in ogni caso.
La ripresa comincia, sia sugli spalti che in campo, esattamente come era finito il primo tempo: qualche torcia accesa per il rientro delle squadre ed ecco, immediato, anzi fulmineo, il pareggio di Torrisi per il 2-2 che regala al “Comunale” una di quelle esultanze da brividi che resteranno negli annali locali. Il tifo si accende, anche se la tribuna, stavolta, è un po’ cauta nel suo entusiasmo, visto che rimane ancora un tempo intero da giocare.
La partita resta aperta ad ogni ipotesi, e lo conferma l’atteggiamento delle squadre, con tanti rovesciamenti di fronte. L’inerzia della partita, tuttavia, sembra essere a favore di chi sta per salutare e partire per l’avventura in Lega Pro. Gli Highlanders impreziosiscono la loro prova con altra pirotecnica (non si è badato a spese, oggi) e con diversi cori “di mentalità” uno dopo l’altro, forse poco adatti in un momento dove la squadra sta spingendo per centrare il suo obiettivo.
L’atteggiamento della tribuna gremita rimane un po’ sull’attenti, come se, oltre alla pioggia, stesse per arrivare qualcos’altro storto. E, inaspettatamente, al 21° una punizione di tal Marotta, di quelle che realizzi una volta nella vita, direttamente dalla tre quarti sinistra, va a segno, portando la Caronnese sul 2-3, con la squadra che va persino ad esultare sotto al settore ospiti, dove i pochi tifosi gioiscono come se avessero vinto una Coppa Campioni.
Dagli altri campi il Rapallo continua a perdere sul campo del Derthona e, minuto dopo minuto, appare sempre più fuorigioco, ma il Borgosesia sta vincendo 3-2 sul Sestri Levante ed è ora a -2. Il morale è sotto i tacchi in casa Giana, tanto nelle tribune quanto in campo e sulla panchina di casa. Gli unici un po’ positivi sono gli Highlanders, i quali alzano a mano un “Per voi, per noi, per la città non dovete mollare, c’è la Lega Pro da conquistare!”. A dispetto di ciò, le cose sul rettangolo verde non cambiano, semmai peggiorano.
La Giana, negli ultimissimi minuti, rimane persino in 10 per fallo da ultimo uomo di Perna. Si aspetta ormai, mestamente, la fine. Poi, quando l’arbitro sta per decretare la chiusura del match, mi accorgo di un trambusto generale e poi di agitazione in panchina: prima una voce, poi una conferma ufficiale, pare proprio che il Sestri Levante, all’ultimo minuto, abbia fatto 3-3. La tensione si taglia con un coltello e, date le cose, a nessuno pare più importare dello scampolo di partita rimasto. In tribuna si sta tutti in piedi e vengono accese altre torce.
La partita finisce, e mentre i giocatori della Caronnese si abbracciano per l’impresa, su sponda Giana qualche giocatore esulta, ma i più invocano prudenza: a Borgosesia non è ancora finita e, si sa, in queste circostanze tutto può succedere. Passano pochi minuti che sembrano un’eternità, ma poi arriva la conferma: Borgosesia-Sestri Levante 3-3 e ora, a 90’ dalla fine del campionato, nessuno può riprendere la Giana.
È Lega Pro, o meglio, Serie C, ed è proprio la terza lettera dell’alfabeto ad apparire lestamente in mezzo al campo, tra giocatori festanti in mezzo a tifosi che hanno già fatto invasione, mentre un nugolo di torce si sta accendendo ovunque in mezzo al campo. Questa è una festa popolare a tutti gli effetti, e alla fine, con molto buon senso, i cancelli vengono spalancati e squadra più tifosi diventano un tutt’uno, fra cori, tanto fumo e gesta di trionfo.
La vita della Giana e dei suoi giocatori non sarà più la stessa. Ora ad attendere Gorgonzola ci saranno i derby contro Como (salvo promozione in serie B), Monza e la Pro Patria più quelli, forse meno esaltanti,
con Renate, Albinoleffe e Lumezzane, senza contare future sfide contro grandi del calcio italiano che non riusciranno a passare dal filtro play-off nell’attuale Lega Pro Prima Divisione. Ci sarà il campo da rifare, forse da buttar giù le piscine, trovare, non si sa come e non si sa dove, 600.000 € di sola fidejussione e passare così, di punto in bianco, dal dilettantismo al professionismo. Forse non sarà una gioia per tutti i giocatori, ma per alcuni sicuramente. Tanti gli interrogativi, ma Gorgonzola, bene o male, ce la dovrebbe fare. Oggi, però, c’è spazio solo per una grande festa. E la poule scudetto da onorare. Hai visto mai che non arrivi anche il tricolore.
Stefano Severi.