In questa domenica di metà marzo mi reco ad Aversa per assistere all’incontro di Lega Pro del Girone C tra Aversa Normanna e Reggina, con entrambe le squadre che si trovano nella parte bassa della classifica. Dopo diversi anni ritorno ben volentieri ad Aversa, ed anche se la giornata è uggiosa mi aspetto una discreta cornice di pubblico per questo scontro salvezza.

Percorsi a mo’ di maratona i due km a piedi che mi separano dallo stadio, arrivo e noto diverse persone in fila al botteghino, il che mi fa pensare a uno stadio abbastanza pieno. Seppur con qualche difficoltà, visto che gli steward mi rimbalzano da una parte all’ altra dello stadio, riesco a entrare in campo grazie all’ aiuto dell’ addetto stampa e degli inservienti della società.

Le gradinate discretamente pieno e gli ultras che prendono posto nella Curva Nord saranno all’incirca un centinaio. A inizio partita espongono uno striscione e poi sventolano le bandiere. Nel corso della partita il tifo non sarà sempre continuo, ma effettueranno dei bei battimani mentre le bandiere saranno sventolate per buona parte della gara. Al triplice fischio finale, nonostante la sconfitta, canteranno cori contro la repressione e per la libertà degli ultras.

Capitolo ospiti: i reggini sono sempre più ultimi in classifica, ma anche in questa trasferta si presentano in oltre 50 unità. Pur non avendo niente di coreografico, tifano dal primo all’ultimo minuto facendo tantissimi battimani e tenendo spesso le mani alzate durante i cori. Nel secondo tempo, quando la squadra segnerà il gol della vittoria, loro si gireranno spalle al campo continuando a cantare come se niente fosse, cosa che ripeteranno a fine partita nonostante la squadra abbia vinto. Sicuramente non meritano l’ ultimo posto in classifica, ma non sempre gli ultras sono lo specchio della squadra.

Marco Gasparri