Per l’anticipo della sesta giornata di campionato, di scena al Piola un vecchio classico: Novara-Pavia. Una partita che non ha bisogno di troppe presentazioni: due squadre che negli anni di serie C, come una volta si chiamava, hanno dato vita a belle partite sia fuori che dentro il rettangolo verde. Una rivalità alimentata anche dalla vicinanza delle due città, che lascia presagire una partita viva da tutti i punti di vista.

Il pubblico sugli spalti si assesta attorno alle 4.000 unità, un buon numero contando che il Novara arriva da una scottante retrocessione.

Volgendo lo sguardo alla curva Nord sono diverse le reazioni che vengono suscitate in me: in curva ci sono molti spettatori, ma il rapporto con chi si mette nel mezzo pronto a sostenere con la voce i propri colori è impietoso. Non voglio mettermi qui a fare la morale a chi va in curva perché solitamente è il settore più economico: da sempre, almeno a mio modesto parere, la curva è il centro del tifo più passionale di una squadra ma, come i miei occhi vedono, questo è solo un vago ricordo.

Detto questo sono comunque una 60ina gli ultras che si piazzano a centro curva armati di bandiere e voglia di tifare i propri colori; in balaustra ci sono le pezze di Sezione, Zoo, Vecchio Stampo e posizionato al centro lo striscione Curva Nord Novara.

Sul fronte opposto gli ospiti faticano ad arrivare, nei minuti antecedenti il fischio d’inizio sono solo uno sparuto gruppo di 3/4 persone; quando tutto sembra finito, arriva finalmente il resto degli ospiti: a conti fatti sono circa 80/90 a stra larghi con le stime. Anche per gli ospiti vale il discorso fatto prima: sono la capolista (anche se siamo alle prime giornate), la distanza non era eccessiva, ma soprattutto odiano i novaresi, quindi non ho idea del perché siano in numero così basso, anche se poco importa vista l’aria frizzante che si respira fin dalle prime battute.

L’ingresso delle due squadre viene salutato da entrambe le curve con uno sventolio di bandiere che rendono colorate le curve, i novaresi mostrano diversi bandieroni dei propri gruppi ultras, mentre i pavesi circa una cinquantina di bandierine blu che rendendo molto vivo il settore.

L’atmosfera elettrica che si respira sugli spalti viene trasmessa ai 22 in campo che non si risparmiano entrate vigorose. La partita prende la piega decisiva quando il Pavia rimane in inferiorità numerica. Espulsione che viene accolta come una rete dal pubblico novarese, che inizia a incitare a gran voce la squadra, spingendola verso la rete che arriva poco dopo la mezz’ora.

Gli ultras casalinghi esultano assieme allo stadio intero mentre il pubblico di fede opposta, assorbito il doppio colpo, torna ad incitare la squadra non dimenticando di ricordare agli avversari le due retrocessioni con diversi sfottò.

Il secondo tempo ricalca il canovaccio del primo: Novara padrone del campo e Pavia che cerca di agire di rimessa; sul lato del tifo, il calo patito da entrambe le tifoserie fa si che i primi minuti siano di rifiato, anche se la seconda rete novarese spezza questo silenzio.

La botta per gli ospiti non è indifferente infatti qualcuno inizia a lasciare il quadrato formatosi nel settore ospite per seguire il resto della partita seduto. I novaresi, forti del doppio vantaggio, lanciano in più occasioni cori di sfottò verso i propri rivali: si va dal “Chi non salta è pavesino” ad altri sulla nuova proprietà pavese (un gruppo di imprenditori cinesi che, a detta dei novaresi, sono più interessati al riso della zona che alla squadra stessa).

Il dominio sul campo non si traduce però in dominio sugli spalti, infatti i novaresi calano di tono, questo perché c’è chi inizia a rimanere senza voce e le poche presenze in questi frangenti si sentono.

La partita ,dopo la terza e quarta rete del Novara, non ha più storia: i minuti finali sono accompagnati dagli olè del pubblico che non aspettano altro per poter festeggiare un successo molto importante arrivato contro i rivali di Pavia.

Fischio finale e gioia dello stadio intero, la Nord tributa il giusto ringraziamento ai propri giocatori che ricambiano; stessa cosa che anche i pavesi fanno, andando sotto il loro settore.

Buona prova per gli ospiti, anche se privi di qualunque pezza hanno l’impronta tipica del mondo ultras: organizzati, quadrati e abbastanza continui finché la voce glielo ha permesso; si scagliano più volte contro i rivali novaresi, rendendo la partita viva anche dal punto di vista del tifo. Semplice ma efficace lo sventolio delle bandierine azzurre per l’arco dei 90 di gioco.

Anche i padroni di casa disputano un bel match, l’unica cosa che mi duole è vedere come la curva sia piena, anche di ragazzi, ma pochi sono quelli che “vanno nel mezzo”. Merito sempre a chi c’è nonostante tutto e tutti.

Alessio Farinelli.

P.S.: seppur nell’articolo non si parli mai dei pavesi qualificandoli direttamente come “ultras” ma, al massimo, come tifosi che “sembrano avere l’impronta tipica degli ultras” per come hanno fatto quadrato, tifato, ecc., i ragazzi del gruppo “Ticinum Papiae” ci tengono a sottolineare che la presenza risicata è dovuta anche e principalmente alla scelta del gruppo stesso di non sottoscrivere la tessera del tifoso. Maggiori dettagli in merito a tale scelta, è possibile leggerli nel loro comunicato.