Turno infrasettimanale e come tutte le partite che si giocano in giorni ed orari diversi dal fine settimana, non accende la fantasia degli spettatori i quali, a meno di clamorosi episodi, non accorrono certo ad affollare le gradinate degli stadi. Fortunatamente in questo caso la serata non è delle peggiori, anche se durante il tardo pomeriggio un violento acquazzone ha funestato la giornata, ma in definitiva la temperatura resta piacevole e perciò siamo ai limiti della decenza.

Con l’arrivo dell’inverno e delle temperature rigide, posso immaginare quanto sia piacevole restare quasi due ore al freddo per vedere una partita. Sicuramente le famiglie apprezzano, specialmente quelle con i bambini piccoli. Ma tanto le famiglie non vanno allo stadio per colpa degli ultras, della violenza dilagante, dell’impossibilità di godersi l’incontro a causa degli insopportabili fumogeni o delle fastidiose bandiere.

Sarcasmo a parte, Empoli in questa serata risponde piuttosto bene, la Maratona è piena e nella parte inferiore i Desperados sono gli organizzatori del tifo di marca azzurra.

Nel settore ospiti gli interisti occupano parzialmente due spicchi, anche se alcuni tifosi si sistemano in tribuna coperta, scelta non del tutto sbagliata nel caso la serata proseguisse sulla falsa riga del pomeriggio. Presenza nero-azzurra ridotta, gli ultras si sistemano nella parte bassa dietro il consueto striscione CN 69 e cercano di coinvolgere il restante pubblico.

Ad inizio partita, nel settore si fa largo uso di bandiere a due aste, mentre un bandierone ed un mini copri-settore aggiungono colore ed in definitiva il tutto, nella sua assoluta semplicità, è un bel vedere. Per gli empolesi, bandiere e bandieroni colorano la Maratona: ormai è un loro cavallo di battaglia come un tempo per loro lo erano torce e fumogeni. Passano i tempi, cambiano le leggi, mutano di conseguenza anche i comportamenti.

Interisti che partono bene, gli ultras coinvolgono il resto del settore che risponde alle sollecitazioni perciò visivamente si nota una bella partecipazione ed i cori sono continui. A livello di colore un unico bandierone sventola in maniera quasi ossessiva ed accompagna i cori che sono tutti rivolti alla squadra.

Tra le due tifoserie non mancano i classici sfottò: se gli empolesi augurano simpaticamente ai rivali di vincere lo scudetto, quest’ultimi rispondono per le rime pronosticando agli azzurri una certa retrocessione. Gli interisti ovviamente allargano gli orizzonti e mettono nel mirino i cugini milanisti e soprattutto gli juventini, quest’ultimi raccolgono una bella fetta di consensi tanto che anche in tribuna laterale c’è chi saltella senza tante remore.

Sul terreno di gioco intanto l’Inter mette al sicuro, o quasi, il risultato: la doppietta di Icardi già nel primo tempo ed una superiorità tecnica evidente, fanno sì che l’Empoli fatichi non poco per rendersi pericoloso. Sugli spalti gli interisti proseguono la loro buona prova mentre gli empolesi vanno a corrente alternata, con qualche bel coro ma anche con momenti di silenzio prolungati.

Nella ripresa si abbassano i ritmi della partita, l’Inter prova a congelare il risultato mente l’Empoli prova ad impensierire maggiormente Handanovic. Anche sugli spalti mutano gli equilibri, nel settore ospite il gruppo non è più così compatto come nella prima frazione, perciò a sostenere la squadra resta una minoranza, mentre la Maratona alza i decibel e migliora in continuità.

Entrambe le tifoserie offrono una sciarpata ed in questo secondo tempo continuano a “beccarsi” reciprocamente, aspetto che da una parte e dall’altra, fa salire, anche se di poco, i decibel.

Se la partita viaggia su ritmi discreti, anche sugli spalti si tira la carretta fino al novantesimo minuto. Poi, sia da una parte che dall’altra, si applaudono i ventidue protagonisti.

Da segnalare un paio di striscioni di marca empolese: il primo recita “Il piano perfetto. Ultras Pisa liberi” (le prime tre lettere sormontate da una freccia che invita alla loro intercambiabilità, alludendo al “prefetto”) e prende in esame i fatti successi prima di Pisa – Brescia giocata ad Empoli. Sulla questione sono state spese parole e titoloni ad effetto: senza dubbio l’episodio di violenza c’è stato ed è un dato inconfutabile, ma se gli ultras sono stati i protagonisti della vicenda, c’è da chiedersi il ruolo giocato da chi doveva e poteva mantenere l’ordine pubblico. Certe lacune, certe disattenzioni, continuo a valutarle come scandalose, al che subentra il pensiero, piuttosto diffuso nell’ambiente, che siano cercate, volute ed infine, purtroppo, ottenute.

Il secondo striscione è rivolto ai gemellati di Perugia: “Il marcio del calcio è chi non si è fermato. Ciao Osvaldo”. Anche su questo fatto bisognerebbe fermarsi un attimo a riflettere perché se vige la regola dello “Show must go on”, non bisogna fermarsi davanti a nulla, ed allora sarebbe il caso di rivedere la buona norma del minuto di raccoglimento indetta dalla Lega in talune circostanze, altro aspetto che sembra una sempre più tetra retorica.

Valerio Poli.