Lo si capisce già arrivando nella piazza dietro la Nord che quella che inizierà fra poco non sarà una partita come le altre, e daltronde con il Novara mai è stata (e mai sarà) una partita qualunque.

Una volta queste due squadre formavano insieme alla Pro Vercelli ed al Casale il mitico Quadrilatero, ed era qui che si decidevano i campionati di serie A e dalla quale uscirono i giocatori che conquistarono le due edizioni dei mondiali del 1934 e del 1938.

Come stavo dicendo la piazza è strapiena e l’unico paninaro presente è preso d’assalto dai tantissimi ragazzi che decidono di concedersi un boccone prima di godersi il derby.

In piazza saluto i miei amici e la mia fidanzata e mi dirigo verso l’ingresso del campo, mentre loro seguiranno la partita dalla Gradinata sgolandosi come sempre.

Lascio il mio documento allo steward inizio a sentire i primi cori provenienti dal settore ospiti (sono circa 200 i novaresi presenti), mentre ancora non si ode nulla dalle parti della Nord. Ma è un silenzio che dura poco, infatti ho giusto il tempo di indossare la pettorina e di salire i primi scalini che dagli spogliatoi conducono al terreno di gioco, che dalla Gradinata si alza il primo ruggito, accompagnato dagli applausi di tutto lo stadio.

Gli azzurri giunti da Novara iniziano allora con gli sfottò rivolti ai padroni di casa, ma i fischi che arrivano da tutti gli altri settori fanno subito cambiare strategia agli ospiti, che decidono di dedicarsi per un po’ esclusivamente a cori a favore dei propri colori.

Bisogna subito dire che la gara degli sfottò se l’aggiudica l’Alessandria, soprattutto grazie a due fattori determinanti: il giocare in casa, ma, ancor di più, il mancato ripescaggio in serie B della squadra novarese, fattore assolutamente decisivo in questa “sfida nella sfida”.

Circa 15 minuti prima del fischio d’inizio sfilano sul terreno di gioco tutte le giovanili dell’Alessandria, ed è bellissimo vederli passare davanti alla Gradinata Nord mentre saltano a ritmo di “Chi non salta è novarese!” cantata da tutto lo stadio, che in questo modo saluta i giovani portacolori mandrogni e augura loro una buona stagione.

C’è anche da sottolineare il bel gesto della società alessandrina, che fa depositare un mazzo di fiori in rettilineo a capitan Cavalli per ricordare Gianni Amelotti, tifosissimo grigio scomparso una settimana fa a causa di un male incurabile che se l’è portato via troppo presto, mentre tutto lo stadio (ospiti compresi) applaude il gesto.

La partita inizia ed il volume dello stadio si alza, e per tutto il primo tempo è un continuo botta e risposta tra le due curve. Poco prima della fine della prima frazione, una rissa in campo ed il rigore assegnato all’Alessandria scaldano ancora di più gli animi sugli spalti, ma proprio il rigore fallito da Guazzo per i grigi e l’imminente ed inaspettato vantaggio novarese ammutoliscono la Nord negli ultimi minuti, mentre in torretta Sud la festa è grande e i cori degli ospiti si sentono eccome.

Bisogna però a questo punto sottolineare quanto sia maturara rispetto agli ultimi tempi la curva di casa: infatti, dopo qualche minuto di smarrimento (assolutamente naturale dopo la doppia doccia gelata arrivata nel giro di 2 minuti), la Nord ha rincominciato a cantare come ad inizio partita ed anche nell’intervallo i cori non sono mancati.

Nel secondo tempo seguo la partita sotto il settore ospiti, che iniziano con una buona serie di cori che però vanno spegnendosi col pareggio di Marconi che fa esplodere di gioia tutto il Moccagatta.

Da quel momento fino al termine della partita riprende vigore la Gradinata Nord, mentre i novaresi faticano ad esprimersi con continuità visti anche gli umori diametralmente opposti.

La partita finisce con i giocatori dell’Alessandria che si dirigono sotto la Nord a ricevere il meritato applauso della Gradinata, che chiude a sua volta la serata con i cori di ringraziamento ai ragazzi delle squadre gemellate presenti per questo derby: Gruppo Autonomo Viareggio, Gruppo Verdeal Genoa e Irreductibles Toulon.

Davide Ravan.