Per la finale regionale di Coppa Italia di Eccellenza Emilia Romagna tra Rolo e Rimini, lo stadio scelto è quello del Riccione.
L’orario pomeridiano in un giorno lavorativo penalizza sicuramente chi lavora, ma, vista l’esigua distanza che separa Rimini e Riccione, ha anche facilitato la trasferta in termini di tragitto.
Ovviamente sugli spalti, oltre agli addetti ai lavori come osservatori, mister o squadre dei settori giovanili e semplici appassionati di calcio, la rappresentanza che la fa da padrona è quella biancorossa riminese.
Dalla piccola cittadina in provincia di Reggio Emilia, invece, la società, per agevolare la trasferta, ha messo a disposizione un paio di pullman con relativo pranzo presso un noto ristorante della zona prima della partita, trasformando l’evento in una trasferta enogastronomica.
Prima della partita viene già posizionata la coppa con le relative medaglie per i calciatori su un tavolo a bordo campo, e vengono scattate le foto di rito.
Penso che seppur si tratti di una partita di eccellenza, è pur sempre un trofeo e ai giocatori in campo fa piacere vincerlo e un giorno poterlo raccontare.
Viste le posizioni che le due formazioni Rolo e Rimini occupano nei rispettivi gironi, sulla carta è il Rimini la favorita alla vittoria finale, anche se poi sul terreno di gioco, dopo una partita non molto esaltante da parte di entrambe le formazioni, si è dovuto arrivare ai calci di rigore.
Fosse per me, farei rigiocare la partita, oppure andrei ad oltranza finché una squadra non si porta in vantaggio (sadico ndr); ma, visto che non è possibile, premetto che non mi piace né vincere, né perdere ai rigori. Oggi al sesto rigore, è il portiere del Rimini e idolo della Curva Est a parare il penalty decisivo e a regalare il primo trofeo alla Rimini calcio, post fallimento.
Capitolo tifo, dalla città Emiliana, come dicevo, semplici tifosi con qualche bandiera e sciarpe al collo in segno di rappresentanza alla loro squadra, ma durante la lunghissima gara nessuna forma di tifo; sporadicamente qualche battimano oppure imprecazioni alla terna arbitrale per qualche decisione a loro dire dubbia.
Da sponda biancorossa, i ragazzi della Est sono rappresentati dai RWS e Vecchia FAB, oltre a qualche club.
Ovviamente il tifo è tutto di sponda Riminese; seppur il numero non sia elevato, si cerca di fare quadrato al centro del settore e coinvolgere più gente possibile.
Con il passare dei minuti il numero sembra anche aumentare, i bandieroni vengono sventolati e il tifo cresce di intensità.
Durante la partita a più riprese vengono accese svariate torce e non mancano le manate, creando un bel effetto ottico, specialmente quando nei minuti finali la luce naturale comincia a calare.
Oltre ai consueti stendardi, oggi ne è stato confezionato uno dal significato particolare: quel “Forza Ciccio” è per Antonio, un ragazzo della curva colpito da una grave malattia, e, purtroppo, a distanza di pochi giorni ci ha lasciato. I giocatori del Rimini hanno voluto dedicare proprio a lui questa sospirata vittoria, partecipando con una folta delegazione anche al suo funerale, qualche giorno dopo la finale di Riccione.
Tornando ai festeggiamenti finali, tutti i giocatori del Rimini, si portano sotto il settore biancorosso per condividere la gioia della coppa con i presenti.
Tra selfie e foto di rito si canta e balla. Ovviamente la delusione è tangibile sul volto dei giocatori del Rolo per la sconfitta maturata solo ai calci di rigore.
Il Rimini prosegue la sua corsa alla Coppa Italia Nazionale Dilettanti: prossimo avversario la formazione Balbuccio Bruni di Anghiari.
Da ricordare che chi dovesse vincere la finale nazionale in partita unica, avrà la promozione diretta nel campionato nazionale dilettanti, quindi anche i turni successivi di Coppa Italia si possono rivelare molto interessanti, per presenze ultras da non sottovalutare.
Gilberto Poggi.