Per come questa stagione è stata concepita ad inizio campionato, questo è l’ultimo mese che il girone B di Lega Pro gioca al sabato, e questa sera sono a Teramo per assistere allo scontro tutto biancorosso tra Teramo – Ancona che si gioca in serale alle 20:30.

A dir la verità già nel pomeriggio avevo deciso di andare a vedere Ascoli – Perugia, poi data la non agibilità del Del Duca per le scosse di terremoto si è deciso di disputarla a San Benedetto (incredibile) oppure a Pescara, ma viste le proteste delle tifoserie ospitanti per la rivalità con gli ascolani si è deciso all’ ultimo di posticipare la stessa di domenica pomeriggio ma a porte chiuse.

Leggendo i commenti dei benpensanti ci sarebbe da aprire un discorso lungo un chilometro, mi limito solo ad una battuta veloce: le varie tifoserie sono state accusate di scarsa solidarietà e discriminazione territoriale quando magari sono le stesse ad essersi mossi per prime quando c’era da raccogliere soldi o generi di prima necessità per i paesi colpiti dal sisma. Invece, quando le questure o il Casms (o quel si voglia) vieta una trasferta ai residenti di quella regione (o quella città) non è discriminazione territoriale, bensì precauzione o prevenzione. Ovviamente il più delle volte vengono vietate trasferte in posti innocui e senza tifoseria locale presente, ma il culmine si è raggiunto quando una tifoseria si è vista vietare una trasferta in una città con una tifoseria amica o gemellata. Se non fosse tutto vero sembrerebbe una barzelletta e ci sarebbe quasi da ridere, ma purtroppo questa è la realtà ed è ancora più infimo se si accusa qualcuno di scarsa solidarietà su di un fatto triste come quello del terremoto. Sono sicuro che anche gli ascolani avrebbero fatto lo stesso se ad esempio i sambenedettesi avessero chiesto loro ospitalità…ed alla fine è giusto così, questo è il bello delle rivalità italiane, che non sono solo calcistiche ma soprattutto storiche e si perdono nella notte dei tempi.

Lasciatemelo dire: meglio gente schietta e senza peli sulla lingua che falsa, ipocrita e finta perbenista. D’altronde, come disse Gino Bartali, il bene si fa ma non si dice!

Dopo questa breve parentesi, torniamo alla nostra Teramo – Ancona.

Le due squadre non se la stanno passando bene e si trovano entrambe nei bassifondi del proprio girone, soprattutto i dorici vedono nubi sempre più dense in seno alla società. Come riportato dalle cronache locali del giorno dopo, gli spettatori che gremiscono il Gaetano Bonolis si attestano sulle 1.581 unità, con 170 tifosi anconetani presenti.

Purtroppo lo stadio è troppo grande per il Teramo attuale, che stenta in questo campionato, cosi questa sera sarà semivuoto anche se una parte di ultras del diavolo presenzierà comunque; sono quelli che ci sono e saranno sempre anche se il Teramo dovesse giocare in terza categoria.

La serata non è fredda e da queste parti, in questa stagione, è quasi un miracolo. Così, quando metto piede sul rettangolo verde, gli anconetani sono tutti compatti nel settore ospiti con le loro pezze rigorosamente attaccate alla recinzione, mentre i teramani entrano tutti insieme come sempre all’ultimo momento e con le squadre già schierate al centro del campo, giusto in tempo per sventolare i due bandieroni.

I marchigiani invece effettueranno una bella e fitta sciarpata con il bandierone, le bandiere e gli stendardi a fare compagnia alle sciarpe.

Nel primo tempo la partita non fa in tempo ad iniziare che il Teramo segna due gol nell’arco di undici minuti, facendo esultare i teramani che accendono una torcia e la gettano sul terreno di gioco.

Nonostante ciò gli anconetani continuino a tifare come se niente fosse. Anzi, risponderanno con la seconda sciarpata della serata, sempre molto fitta con bandiere e stendardi di contorno e addirittura muovendosi avanti e indietro con le sciarpe alzate, facendo durare la performance per più minuti. Riprendono a cantare sempre continuamente con discreti battimani e mani alzate ed inoltre è discreto il colore con le bandierine ed il bandierone quasi sempre in movimento. Vengono premiati dal gol che accorcia le distanze a quattro minuti dal riposo.

I teramani, in questa prima parte di gara, si fanno sentire bene con tanti battimani e i due bandieroni saranno sventolati quasi ininterrottamente. Certo, i due gol di inizio gara sicuramente li aiutano, ma non smettono mai di incitare la squadra seppur il numero dei presenti non sia elevato ed alla mezzora si prodigano in una semplice e non troppo fitta sciarpata, con conseguente roteamento in aria.

Nel secondo tempo i teramani della gradinata espongono un bello striscione di solidarietà nei confronti dell’ultras anconetano Alessio, firmato 1913: “Detenzione X Mancata Firma = Follia, Alessio Ultras Dorico Tieni Duro”. Contestualmente, accendono un fumogeno arancione lasciato a terra. I biancorossi di Ancona ovviamente applaudono suddetto striscione e cantano cori contro le forze dell’ordine e per la libertà degli ultras.

Dopo nove minuti della ripresa del gioco, l’Ancona pareggia i conti facendo esultare di gioia i propri sostenitori, increduli di aver recuperato i due gol iniziali. Galvanizzati dal pareggio gli ultras dorici aumentano la loro intensità corale ed accompagnano i cori con discreti battimani. Inoltre effettuano la terza sciarpata della serata, sempre molto fitta e tenuta alzata per un buon lasso di tempo.

Anche in curva il gruppo dei Sedici Gradoni vuole esprimere il proprio pensiero e lo fa esponendo uno striscione per incoraggiare i ragazzi che stanno vivendo un periodo difficile: “Non si ferma la passione che ti cresce da bambino…forza Alessio, Filippo e Davidino”.

I sostenitori del diavolo, anche loro, sostengono la squadra in maniera sempre continua facendosi notare con treni di mani e per l’esposizione di un altro striscione, sempre firmato Sedici Gradoni per spronare la squadra a combattere e conquistare punti: “Rabbia e sudore per questa storica maglia…lotta diavolo come fosse l’ultima battaglia”.

Al minuto 34 il diciottenne Fratangelo segna il gol vittoria del definitivo 3-2 andando ad esultare sotto la curva teramana in festa che continua a sostenere la squadra con potenti battimani fino alla fine della contesa.

A fine partita applausi per entrambe le squadre sotto le due curve e complimenti a loro che nonostante questi alti e bassi, prima da una parte e poi dall’ altra, non hanno mai smesso di incitare le rispettive compagini.

Marco Gasparri.