Decido di andare a Terni last minute. Proprio il venerdì infatti, spulciando il calendario, vedo che la partita è stata posticipata al lunedì. La città umbra non è molto lontana da Roma e organizzando per bene la giornata posso partire relativamente tardi per arrivare in tempo al Liberati.

Sono le 18,30 quando salgo in macchina e con relativa calma raggiungo il Grande Raccordo Anulare. Qualche euro sul percorso lo voglio risparmiare, ma decido comunque di prendere l’autostrada fino a Fiano, evitando così il caos della Salaria fino a Monterotondo. La scelta si rivela giusta ed, una volta lasciata l’A1, mi rimane solamente di raggiungere la strada che ricalca l’antica Via del Sale. Ma un colpo di genio mi sta per colpire, ad un certo punto alla mia sinistra si materializza l’indicazione “Terni”. Penso: “Vabbè oh, forse accorcio anche di qualche chilometro”. Si tratta della Strada Regionale 313. Fino a Fara Sabina nulla da dire, dopodiché, con il buio che senza pietà cala e la mia vista che si appanna un po’ per la stanchezza, cominciano tornanti di montagna a 90 gradi e senza un minimo di illuminazione. Il tutto va avanti almeno per 30-40 chilometri, tra uno zinzinello di effettiva paura e diversi moccoli lanciati per scaricare il nervosismo.

L’entrata a Terni è quasi trionfale per le mie coronarie, e la prima cosa che esclamo nell’abitacolo è: “Ma col cazzo che la rifaccio al ritorno!”. Fortunatamente raggiungere lo stadio non è difficile ed alle 20 sono fuori dal vecchio e fatiscente impianto rossoverde. Parcheggio alla meglio e mi avvio verso la biglietteria. Non c’è fila e ritirare l’accredito è una pura formalità. Scenario nettamente diverso rispetto all’ultima volta che venni da queste parti, era un’amichevole con la Roma e la coda arrivava fino a Narni.

Purtroppo per mettere piede al Liberati sono costretto a valicare i moderni e repressivi tornelli. Nulla di impossibile, sia chiaro, ma nonostante ormai siano parte integrante della nostra vita, io non ci farò mai l’abitudine. Salgo le scale e mi porto nell’anello più alto della tribuna, quello dove è posta la sala stampa. Non si registra certamente il tutto esaurito ed alla mia destra gli avellinesi non sono ancora praticamente entrati, quando manca davvero poco al fischio d’inizio. Tanto vale dirlo prima, al contingente entrato a ridosso dell’inizio si aggiungeranno almeno altri due pullman a fine primo tempo. Del resto quando si organizza una partita alle 20:30 di lunedì sera ci sta anche che qualcuno trovi traffico o intoppi, venendo da fuori in un giorno lavorativo. Inutile aggiungere che a chi compie queste scelte non frega un bel niente dei tifosi e delle loro esigenze.

Il tifo ternano è, da ormai qualche anno, diviso in due curve. Molti degli ex componenti storici della Curva Est hanno deciso di trasferirsi in Curva Nord e, con il passare del tempo, quel gruppetto è cresciuto a vista. Devo essere sincero, stasera sono davvero rimasto sorpreso da loro. Non me ne voglia chi attualmente frequenta la Est, ma secondo me ormai il vero cuore del tifo organizzato a Terni si trova nell’altra curva. Gente un po’ in là con l’età mischiata a ragazzetti vogliosi di dare il loro contributo. L’impressione che ho avuto è stata davvero ottima. Sia a livello di tifo che di organizzazione.

Quando le squadre entrano in campo le due curve di casa mostrano altrettante coreografie fatte di cartoncini con i colori sociali e, in Nord, vengono anche alzati gli striscioni “La Ternana è la mia vita, rossoverde è il mio color”, parole di un coro che sembra esser diventato un vero tormentone da queste parti. Ah, prima che qualcuno sprechi tempo a scrivere commenti del genere “Sì ma l’hanno copiato dai palermitani, dai salernitani, dagli andriesi, dai baresi etc etc etc”, ci tengo a precisare che questo coro è copiato agli argentini, che a loro volta lo avranno ripreso da una canzone. Quindi facciamola un attimo finita con sta storia delle copie, tanto ormai in Italia, salvo rari casi, non inventa più nulla nessuno. Ma chi siete, la Siae?

La prestazione dei padroni di casa, come dicevo, è differente tra le due curve. Alla Nord davvero nulla da imputare. Continuo movimento, manate, cori a rispondere e tanta voce. Forse è stata una delle miglior prestazioni dei tifosi delle Fere a cui abbia mai assistito. Non esagero. Per quanto riguarda la Est, diciamo che il tifo c’è stato. Ma numericamente sicuramente manca qualcosa ed anche a livello di qualità.

Giudicare la prova degli avellinesi nel primo tempo è abbastanza difficile. Vedo da subito che agli irpini manca qualcosa. E questo qualcosa fa la propria entrata al 40° circa. Il secondo tempo infatti è tutt’altra musica. I campani si dispongono in maniera più omogenea nella parte inferiore del settore e cominciano a macinare tifo. Battimani, bandieroni, cori cantati saltando ed effettuando coreografici movimenti con il corpo. Davvero ottima prestazione.

In campo la sfida è piacevole, a testimonianza di due squadre che stanno vivendo un buon momento di forma. Le Fere vanno in vantaggio in chiusura di prima frazione con il bomber Avenatti. Il pareggio degli ospiti arriva qualche minuto dopo l’inizio della ripresa; a firmarlo è Castaldo, grazie ad una magistrale rovesciata che fa esplodere di gioia i tifosi biancoverdi. Ma non è finita, gli umbri infatti ritrovano il vantaggio con Viola, venendo definitivamente ripresi da un calcio di rigore che viene realizzato ancora da Castaldo. Un 2-2 spumeggiante e francamente anche divertente da vedere.

A fine gara le due squadre vanno a raccogliere gli applausi delle rispettive curve, con quella ospite che si esibisce nella classica sciarpata “a scomparsa” continuando a cantare, come ormai consuetudine, almeno per un altro quarto d’ora. Da segnalare numerosi cori offensivi da ambo le parti.

Sono quasi le 23 e se voglio tornare a casa per un’ora decente devo muovermi. Salgo in macchina senza prima aver chiesto l’indicazione per la SS 79, cioè le superstrada per Rieti che mi consentirà di raggiungere la Salaria, evitando tornanti e montagne. Fatico e non poco a trovarla, ma dopo aver percorso un pezzo di Valnerina (altra stradaccia che ha però il merito di esser stata la mia compagna durante il mio primo servizio per Sport People, Maceratese-Ancona di un paio di anni fa) posso finalmente viaggiare tranquillo fino a Roma.

La stanchezza mi pervade all’arrivo, ma anche la soddisfazione per questa partitella dell’ultimo minuto che si è dimostrata migliore anche rispetto alle mie aspettative. Il partitellaro va a dormire, il suo lo ha ampiamente fatto anche di lunedì sera.

Simone Meloni

 

 

http://youtu.be/85TsEeojKF0

 

http://youtu.be/rcUA_-uwNAM

 

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http://youtu.be/tjL3A3HCCzI

 

http://youtu.be/7btYUNnelUc

 

http://youtu.be/2B25xjNXBz8

 

http://youtu.be/0P8PgT4nDiU

 

http://youtu.be/BWIgwEf8j8w

 

http://youtu.be/sMKmtLcoYME