Storia di rivalità mai sopita che, nonostante i continui cambi di guida all’interno delle due tifoserie, non si è mai definitivamente smorzata, come a voler tener vivo un ricordo di gesti e fatti che ormai appartengono al passato. Ma il bagaglio culturale dell’ultras vive, e non poco, proprio di fatti accaduti nel passato: certe amicizie come certe rivalità devono trovare solo il pretesto di essere rinvigorite, poi tornano d’attualità come non mai. È pur vero che il tempo è la miglior medicina per tutti i  mali, ma evidentemente tra comaschi e livornesi tale consiglio proprio non vale, visto che per tutta la settimana sia nella città lombarda che in quella toscana, è tutto un organizzarsi per onorare l’incontro.

A mettere ulteriore pepe alla sfida c’è il fattore tecnico: le due squadre sono impelagate nei bassifondi della classifica, il Como addirittura relegato in ultima posizione ma con qualche recente buon risultato che fa ben sperare, invece il Livorno naviga in posizione leggermente più tranquilla ma ultimamente non sta facendo bene.

Posticipo di serie B perciò partita che si gioca di lunedì sera, ma presenza ospite che giudico veramente buona considerando giorno, orario e classifica della squadra. Comaschi che ci tengono a ben figurare ed in effetti, a mio parere, ci riescono fin troppo bene. Fanno il loro ingresso nel settore ospite proprio in contemporanea all’ingresso in campo delle squadre, cominciano ad attaccare le pezze che contraddistinguono l’universo ultras comasco ed infine partono a tifare. A livello estetico, e non solo, la colonia ospite si può dividere in tre gruppi: i “Pesi Massimi” e i “Black List” si mettono lateralmente al gruppo principale, ma mentre i primi partecipano attivamente al tifo ed offrono per larghi tratti dell’incontro il proprio contributo, i secondi sono praticamente silenti, offrendo in soldoni solo la propria presenza.

La curva di casa è sul piede di guerra, il gruppo principale del tifo labronico in settimana ha ufficializzato la propria auto-sospensione, perciò è difficile immaginarsi qualcosa di organizzato visto che il tempo di riordinare le idee e fare il punto non c’è materialmente stato. In curva fa bella mostra di sé un lungo striscione: “Questa maglia si deve amare, in campo andare solo per lottare”; mentre i ragazzi della ex Curva Sud rimarcano il pensiero con un altro striscione: “Una maglia amata… esce sudata… voi non l’avete rispettata. Siete scandalosi…”.

Malgrado l’aria di contestazione qualche coro viene lanciato dalla Curva Nord. La rivalità è sentita, perciò i cori contro i comaschi non tardano ad alzarsi, così come quello contro il presidente Spinelli, nemico numero uno della curva, che ultimamente ha messo nel mirino pure mister Mutti e la squadra nel suo insieme. Tra una pausa e l’altra, tra una bomba carta lanciata in campo e l’altra, dalla Curva Nord si alzano anche cori d’incitamento, però per questa sera è come se la curva avesse appeso un grande cartello con su scritto “Lavori in corso”, visto che l’organizzazione è ai minimi storici ed anche i cori vengono lanciati da quelle persone che si armano di tanta buona volontà ma non hanno un vero e proprio supporto alle spalle.

I Comaschi fanno la loro bella figura e se numericamente non deludono affatto, anche dal punto di vista del tifo vanno bel al di là delle mie aspettative: una volta fatto gruppo dietro le pezze, cominciano ad incitare la propria squadra non mancando di punzecchiare più di una volta la curva avversaria. L’epiteto “Ebrei” viene più di una volta menzionato ed in una guerra simulata dove vale tutto o quasi, c’è poco da stupirsi malgrado ci sia chi si ostina, un po’ ottusamente, a non capire bene le dinamiche che ci sono all’interno delle tifoserie. Poi mette nero su bianco e scrive strafalcioni. Ma questa è un’altra storia.

Ospiti che si danno notevolmente da fare, il loro tifo è continuo, qualche bandiera offre un bel tocco di colore così come la sciarpata della prima frazione. Ma sono i cori ed i battimani ad impreziosire la prova degli ospiti, che alla fine dell’incontro possono gioire per un punto strappato lontano dalle mura amiche.

Mastica amaro il pubblico di casa, Spinelli è sempre più nel mirino della tifoseria ed il fronte pro-presidente ultimamente si sta assottigliando e non di poco. Gli ultimi cori del pubblico di casa sono quelli contro la propria squadra, mentre gli ospiti chiudono le ostilità con alcuni cori offensivi verso i rivali.

Valerio Poli.