Il Bentegodi ha sempre il suo fascino per chi, come me, è stato abituato a stadi più modesti. L’ingresso in tribuna stampa mi lascia personalmente senza fiato: la Sud è già “addobbata a festa” per la gara che sta per cominciare. Con il passare dei minuti le gradinate si fanno sempre più piene e al fischio d’inizio non c’è più posto in gradinata: tutti compatti e carichi per spingere l’Hellas alla vittoria. Bandiere e drappi colorano una curva che, fin da subito, si fa sentire alternando cori secchi che, grazie all’acustica offerta dall’impianto, riecheggiano in tutti i settori.
Dall’altra parte, la presenza novarese è ridotta all’osso: i fatti del 5 novembre, quelli che hanno portato a nuove diffide nella curva gaudenziana, hanno spinto il gruppo Nuares a disertare gli spalti per il resto della stagione, complice anche un campionato non proprio esaltante. A conti fatti sono un centinaio i supporter azzurri i quali, drappi al seguito, abbozzano qualche coro per i propri colori.
Sugli spalti è dominio Hellas mentre sul campo, incredibilmente, il Novara riesce a trovare l’insperato vantaggio che fa per un istante ammutolire il Bentegodi, mentre lo spicchio azzurro esulta per una rete che indirizza la gara sui binari azzurri.
Non c’è nemmeno il momento per capire cosa stia succedendo che la Sud torna a tifare più di prima, cerca di essere il dodicesimo in campo: non che mi stupisca, vista la storia dei veronesi, ma vederli in azione ha quel qualcosa in più.
Per dare colore alla curva vengono sventolate un buon numero di bandiere che, assieme alle sciarpe, creano un effetto ottico degno di nota. In campo il canovaccio è sempre lo stesso: il Verona fa gioco ma è il Novara a capitalizzare le occasioni andando addirittura sullo 0-4. Questo penalizzante risultato fa paradossalmente sì che la Sud non molli nemmeno per un secondo, sintomo di attaccamento ai colori che è proprio degli ultras.
I minuti passano e i novaresi abbozzano qualche coro. Nei momenti di silenzio si riescono a sentire, ma quando la Sud torna alla carica è difficile udirli. La gara termina e, mentre da un lato c’è incredulità per la vittoria maturata, dall’altra i veronesi fanno sentire il proprio calore agli undici di Pecchia, applaudendo e continuando a cantare per la maglia.
Non sono certo io a scoprire i veronesi, come detto prima, però vederli in azione in casa è sempre piacevole. Notevoli i battimani e le sciarpate imbastite dal settore. Assieme ai drappi della Sud ci sono anche quelli della Sampdoria e del Kaiserslautern, salutati a fine gara con un coro dedicato. I novaresi, privi della branca ultras per le ragioni spiegate sopra, offrono una prova di difficile giudizio, anche se qualche coro si riesce a sentire.
Alessio Farinelli.