Ideale Bari: Coppia di disegni dedicata agli amici dell’Ideale Bari. Per chi fosse a digiuno a proposito della loro storia e delle loro radicali scelte in campo calcistico, mi permetto di rimandare anzitutto alla bellissima quanto esauriente intervista fatta a questi ragazzi nell’aprile del 2016 e raccolta “a domicilio” dal nostro direttore Matteo Falcone, oltre che ad una precedente presentazione (per un’altra coppia di disegni) presente proprio in una vecchia puntata di questa stessa rubrica (One Step Beyond #20). La più saliente e bella “novità” che riguarda questi ragazzi è che quest’anno partecipano – avendo vinto il precedente torneo – al Campionato pugliese di Seconda Categoria. Campionato che sta riscontrando, come ampiamente da previsione, veri e propri esodi di pubblico caloroso e festante al seguito dell’undici barese, sempre più espressione del Calcio del Popolo, in barba a repressione, imborghesimento e perdita di qualsiasi valore legato al vecchio caro football dei nostri padri che caratterizza il Calcio dei potenti. Nel primo disegno – di matrice Anni ’80 – ho posto le figure di due calciatori tratteggiati in nero che si contendono un pallone, in una posa molto plastica e suggestiva, sullo sfondo d’una bandiera pezzata di biancorosso e che ricorda un po’ le vecchie maglie, dal sapore non a caso molto eighty, dell’Ajax. Per le scritte, nel medesimo nero dei calciatori, ho optato per un font importante e dal sapere un po’ naïf che rimandi a un know-how d’impostazione artigianale. Per il secondo disegno invece – che ha un’attitudine e un respiro decisamente più casual e moderno – ho posto ancora una volta la figura d’un calciatore intento a “domare” un pallone, su uno sfondo rosso, su cui è presente stavolta il bel logo sociale del giovane club biancorosso. Le scritte, in un font corsivo volutamente elegante quanto accattivante, richiamano uno stile al contempo casual e retrò, com’è costume sul materiale, sulle pezze e sui bandieroni d’innumerevoli tifoserie italiane. La riga bianca – che costituisce esattamente un quinto del disegno – spezza la trama rossa, dando all’insieme luminosità e movimento.
No one can stop this generation! Isernia: Giovane gruppo al seguito dell’Isernia, compagine molisana perennemente in saliscendi tra Serie D e categorie dilettantistiche regionali. Nati sotto l’ala protettiva dei più esperti, navigati e vecchi Cherokee (freschi di ventidue anni di attività), questi ragazzi rappresentano la continuità Ultras ed il naturale ricambio generazionale nella piccola città pentra. Ciò che maggiormente va riconosciuto e tributato loro è il fatto d’essersi avvicinati alla squadra in uno dei momenti più bui, sia per quanto concerne il Calcio cittadino, sia dal punto di vista del tifo, in un periodo di forte reflusso in termini di spettatori – a livello nazionale e non solo locale – che va assumendo i contorni d’una vera e propria tragedia se paragonato col passato. In un’epoca di crollo dei vecchi valori e miti, di spudorata e feroce repressione e d’una trasformazione negativa e inarrestabile della società civile concernente soprattutto le ultime generazioni, vedere dei ragazzi riuniti dietro una pezza e mossi unicamente da profonda passione e amore, senza alcun tornaconto personale (foss’anche ad esclusivo livello d’immagine), è un vero toccasana per l’anima e rappresenta una speranza (seppur flebile) per il futuro. Altro non trascurabile merito di questi ragazzi è quello di sostenere forti sacrifici – soprattutto in termini economici – per seguire ovunque la squadra: infatti l’età media del gruppo (nato nel gennaio del 2014) è molto bassa e i componenti sono perlopiù studenti universitari o delle scuole medie superiori. Caratteristica saliente dei NOCSTG, fatalmente infatuati dal mito del tifo all’inglese (come si diceva una volta), è quella d’essere un gruppo in totale sintonia coi vecchi e sani valori della cosiddetta mentalità Ultras, nel pieno rispetto di quel “codice non scritto” fatto di lealtà e onore e che soltanto chi vive o ha vissuto questo bellissimo mondo può capire appieno. Esemplificativo di ciò è il fatto che, in una prima fase embrionale, quando ancora stavano pensando a quale nomenclatura dare al gruppo, una delle possibili opzioni ipotizzate da questi ragazzi fosse stata “Nuove leve vecchie maniere”, sulla falsariga di tanti giovani gruppi sorti in Italia nell’ultimo decennio, che uniscono ad una nuova concezione, soprattutto estetica e di portamento (smaccatamente casual) dell’essere Ultras d’ultimissima generazione, un ben radicato bagaglio concettuale e comportamentale ereditato attraverso l’esempio e l’emulazione dei grandi gruppi di massa del periodo d’oro del movimento Ultras italiano. No one can stop this generation!: l’origine d’un nome tanto particolare quanto originale – e che non trova riscontri nel panorama nazionale – la si deve ad una notte di “ciucca” collettiva in un bar della città, allorquando alcuni dei fondatori del gruppo, sollecitati da un vecchio esponente nonché fondatore dei Cherokee a trovare un nome che fosse davvero unico e che non fosse già stato usato da nessuno in passato, visionarono un adesivo, passatogli proprio da quest’ultimo, d’una tifoseria tedesca che aveva No one can stop this generation! come slogan… e il passo fu beve. Potere dell’alcool!
Nel primo dei tre disegni che vi presento, dietro un’ipotetica pezza (peraltro ripresa quasi pedissequamente da quella vera del gruppo) ho posto un classico Ultras incappucciato, nell’atto di tenere le braccia conserte come a voler rimarcare l’inamovibilità dalla propria posizione, fisica e ideologica. Nel secondo e terzo disegno, invece, ho voluto inseguire una strada più casual – caratteristica connaturata ed attribuibile al gruppo sin dalla sua prima apparizione – facendo in modo che predominasse il colore blu (di scuola laziale nonché partenopea) a discapito del più classico biancoceleste che è il colore del club e della città, a voler sottolineare una quasi totale “rottura” con la parte più ingenua e folkloristica del tifo del passato (strappo comunque già abbondantemente consumato dal gruppo dei Cherokee), inseguendo il mito e la fascinazione d’una totale rivoluzione casual di cui noi italiani siamo diventati gli indiscussi maestri, con risultati talvolta unici.
Ultras Curva Sud Matera: Uno dei club tradizionali del Sud-Italia, il Matera ha una storia calcistica tra le più travagliate della Penisola. Tra fallimenti, mancate iscrizioni, fusioni, cambio di denominazioni, rilevamento di titoli sportivi e declassamenti per inadempienze finanziarie, nel corso dei decenni – dal 1933 ad oggi – sono esistite diverse entità calcistiche nella Città dei Sassi. Una cosa però non è mai venuta meno per i club biancazzurri che di volta in volta hanno rappresentato la città: la fede e l’attaccamento dei propri tifosi che non hanno mai lasciato solo il club lucano, il quale ha conosciuto, seppur troppo brevemente, i fasti della Serie B e le squallide categorie regionali.
Un, ahimè, triste costume a molte nobili decadute del Calcio italiano ritrovatesi, sempre a causa di dissesti economici – nelle rispettive travagliatissime vicissitudini – a calcare campi e disputare categorie indegne del proprio blasone e del proprio popolo sportivo. Matera ne è uno degli esempi più fulgidi, quando la sua squadra di Calcio s’è dovuta per troppi anni mortificare in categorie interregionali tipo la Serie D, anni che però non sono stati vani, temprando la tenacia e l’ardore dei propri tifosi.
Dopo 9 tornei consecutivi della vecchia Serie C unica a 3 gironi (quella che s’è riproposta oggi a distanza di tanti anni) – raggiunta nella stagione 1967-68 ed intervallata da un’unica retrocessione in Serie D nel campionato 1974-75, prontamente riscattata con l’immediato ritorno in Terza Serie nazionale – nell’indimenticabile stagione 1978-79 il Matera vinse il campionato della neonata C1 ed approdò, per la prima ed unica volta (sinora) della sua storia, nel campionato cadetto. Quel vittorioso campionato di C1, che vide il Matera conquistare il primo posto pur non essendo partito da favorito, è rimasto nel cuore e nei racconti di tutti gli sportivi biancazzurri, che ancora oggi ricordano quella squadra sbarazzina, messa insieme (con un sapiente mix di giovani e vecchi calciatori ingenuamente considerati “bolliti” dai grossi club) dall’indimenticato e compianto presidentissimo Franco Salerno.
Vera e propria istituzione da quelle parti, Salerno fu avvocato e politico (arrivando anche a rivestire la carica di senatore per 5 legislature e sottosegretario di Stato) e fu inoltre, in giovane età, anche calciatore ed arbitro. Il suo nome resta indissolubilmente legato ad un’epoca, alla sua terra e al Matera Calcio, di cui rimase presidente per ben 22 anni, a ben vedere i più belli ed indimenticabili per il club del capoluogo di provincia lucano, culminati appunto con quell’esaltante vittoria del campionato.
Quella del ’78-79 fu anche la stagione del bomber barese Pino Raffaele, che trascinò la squadra coi suoi 15 goal; fu la stagione del miglior attacco con 42 reti e fu la stagione dei 5.000 tifosi materani al seguito per l’ultima decisiva trasferta nella lontana Lucca. Un’annata formidabile, in cui il club lucano mise in riga realtà sportive ben più grandi ed importanti: Catania, Reggina, Salernitana, Livorno.
Anche nello sfortunato ed unico campionato di Serie B che seguì (1979-80) il Matera, nonostante un cammino disastroso nel girone di ritorno (seguito di un buon inizio di torneo che aveva fatto ben sperare i suoi sportivi) che condannò senza appello il club alla retrocessione, con l’onta dell’ultimo posto in classifica (e su cui pesò non poco qualche clamoroso torto arbitrale), comunque si tolse qualche bella soddisfazione, come le prestigiose vittorie in esterno conquistate in due templi sacri del Calcio italiano: il Ferraris di Genova contro la Sampdoria ed il Comunale di Bergamo ai danni dell’Atalanta.
Fu, quell’unica esperienza di Serie B, anche il torneo dei 15.000 spettatori (imbattuto record per lo stadio XXI Settembre) per un indimenticabile e vittorioso “quasi derby” contro il Taranto, da qualche anno orfano del suo giocatore più forte e leggenda del Calcio italiano: Erasmo Iacovone.
Dopo di allora – con una doppia retrocessione in un anno che fece ruzzolare il club lucano dalla B alla C2 – iniziò una lunga era di travaglio per il Matera che, per quasi trent’anni, s’è fatto tantissima C2 e tantissima Serie D (conoscendo anche in qualche occasione la polvere dei campionati regionali), con un solo anno di C1 nella stagione 93-94, allorquando i biancazzurri, salvatisi con merito sul campo, furono retrocessi per illecito amministrativo.
Per fortuna le ultimissime stagioni calcistiche nella Città dei Sassi sono state le più belle degli ultimi decenni, con la recente vittoria del campionato di Serie D girone H nel 2013-14 (in cui i materani si sono imposti al termine d’un esaltante testa a testa col Taranto) e con i tre campionati di Serie C/Lega Pro consecutivi (incluso quello in corso) e che hanno visto la squadra biancazzurra costantemente nelle zone nobili della classifica (con la doppia semifinale play-off persa contro il Como nel 2014-15), segno d’una ritrovata freschezza e che porta a presagire che in Basilicata si possa al più presto tornare (calcisticamente) a vedere la luce e disputare un nuovo torneo di Serie B.
Anche dal punto di vista Ultras, Matera vanta una lunga e consolidata tradizione. Proprio sul finire degli Anni ’70, in concomitanza con quell’indimenticabile campionato che avrebbe condotto i biancazzurri in Serie B, nacque il primo gruppo, gli Ultras, nella Città dei Sassi e che si vanta anche d’esser stato il primo in Basilicata. Furono quei primi Anni ’80 i tempi più pionieristici (e sotto molti aspetti più belli) per il mondo del tifo organizzato che andava letteralmente esplodendo in tutt’Italia, con gruppi che nascevano come funghi, nelle grandi città come nei più remoti borghi di Provincia, anche sulla scorta d’un’emulazione che ha sempre giocato – nell’universo Ultras – un ruolo fondamentale.
La storia “tifologica” materana non può prescindere da alcuni grandi gruppi che si sono imposti e succeduti, nel corso degli anni, alla guida della tifoseria e che hanno scritto pagine importanti del movimento Ultras delle categorie minori, su tutti: i Viking Korps (con il loro bellissimo striscione) e i Pessimi Elementi.
Dal novembre del 2014 il tifo, che storicamente aveva la sua roccaforte nel Settore Distinti, si è trasferito in Curva Sud, una porzione dello stadio che seppur distante dal terreno di gioco, sopperisce con un calore e con una ritrovata comunità d’intenti che fanno in modo che il tifo per l’undici materano parli con una sola voce: difatti la Curva (splendidamente decorata, dai tifosi stessi, con delle bellissime scritte e murales) si riconosce dietro le insegne Ultras Curva Sud Matera.
Una menzione a parte merita la sentitissima rivalità tutta lucana contro l’odiato capoluogo di regione, Potenza, per un derby – a livello di serie minori – tra i più affascinanti del Meridione. Una fortissima, genuina e sanguigna rivalità regionale – sulla falsariga dei tanti forti odii regionali italiani, Perugia-Terni su tutti – su cui giocare la supremazia in Basilicata. Nel corso degli anni s’è così assistito a delle sfide tesissime e infuocate, talvolta corredate da incidenti, in cui le due parti rivali si sono messe in luce con elaborate e spettacolari coreografie e striscioni ironici, irriverenti e geniali (uno dei marchi di fabbrica di questo derby) che hanno fatto epoca. C’è inoltre da ricordare che sia i gruppi biancazzurri materani che quelli rossoblu potentini hanno sempre dato prova di grandissima maturità e mentalità, giocando le proprie “sfide” sul piano della lealtà Ultras e riducendo al minimo le infamate, spesso causate dai soliti cani sciolti che danneggiano il movimento tutto a discapito dei gruppi che si sbattono per portare avanti i veri valori di questo bellissimo mondo che noi tutti amiamo a dismisura.
Nel primo disegno che vi propongo, ho posto la scritta identificativa di Curva e città (in doppio colore) su sfondo blu scuro (uno dei colori che va per la maggiore nella side lucana) a caratteri cubitali, fantasticandola come una sorta di murales; murales che ho immaginato in zona stadio e nei pressi di cui si trova a passare – con destinazione varco d’ingresso, ovviamente – un uagnud (tipico ragazzo del posto), con tanto di scoppola, che sorride passandovi davanti, pregustando l’imminente match. Nel secondo disegno, invece, su una bandiera pezzata in orizzontale coi colori azzurro, bianco e blu, ho posto in posizione centrale il più classico pallone retrò cinto d’alloro (uno dei più abusati e inflazionati simboli dell’avversione Ultras al Calcio moderno) e contornato dalle scritte indicative di settore di stadio d’appartenenza e nome del club/città. Ringrazio l’amico Federico Longo di Matera per le “dritte” fornitemi.
Teste Matte Manfredonia: Disegno dedicato ad uno dei gruppi che più ho stimato e ammirato nel corso degli anni e che ho avuto il privilegio e l’onore di conoscere personalmente (e a cui ho dedicato, in questo mio primo anno sulle pagine di Sport People, altri due lavori: One Step Beyond #6 e #23). Le Teste Matte Manfredonia hanno senza dubbio rappresentato il più importante gruppo Ultras di massa della loro città, capace di convogliare sui gradoni dello stadio Miramare, più precisamente in Curva Sud, miriadi di ragazzi accomunati dalla fede per il Donia e dall’amore per il mondo del tifo organizzato. E il loro prematuro e improvviso scioglimento ha segnato la fine di un’epoca per l’intera tifoseria del delfino garganico, lasciando un vuoto per molti versi incolmabile. E dirlo non significa togliere merito a chi è venuto dopo e che nel suo piccolo merita rispetto (Orgoglio e Passione e Mentalità Sipontina) ma è più semplicemente la constatazione che dopo le Teste Matte – per tutta una serie di ragioni – nessuno è stato in grado di ricreare e ripetere quell’alchimia che portò quel gruppo ad essere tanto amato ed ancora rimpianto nel panorama Ultras delle serie minori. E oggi che – dopo una fase di stallo in cui il tifo per i biancazzurri è stato praticamente nullo – nella città fondata da Manfredi di Svevia il tifo sembra tornare a ricompattarsi, il mio disegno vuol essere un ulteriore augurio e un buon auspicio affinché la stella di questa tifoseria e di questa importante piazza del Calcio italiano minore torni a brillare come merita e in contesti più dignitosi e che le spettano di diritto.
Nel realizzare questo disegno mi è sembrato di tornare ragazzo, nell’epoca precedente l’avvento del computer, quando i disegni si facevano rigorosamente a mano (con matite, penne, carta carbone e pennarelli). E proprio a quei primi Anni ’90 mi sono ispirato, per un disegno dal forte sapore artigianale e un po’ naïf, abbandonando per un attimo gli stereotipi dello stile casual che impera oggi ma che senza quell’ardore e quella passione che ci muoveva oltre vent’anni fa, non esiterebbe. Disegno “semplice”, tutto giocato su due soli colori e sul contrasto tra loro. Al centro, l’immancabile e inarrivabile Corto Maltese, suadentemente avvolto nelle spire del suo cigarillo, il personaggio partorito dalla matita e dal genio di Hugo Pratt, che pare incarnare perfettamente lo spirito che fu delle Teste Matte nonché la profonda indole marinara della città. Le scritte sono in un font elegante ma concreto (che sa di fatto a mano) e vanno a saturare gli spazi. La cornice chiude idealmente il “quadro” e pare incastonare nella giusta memoria storica questo gruppo e la sua indimenticabile parabola, fissandola nel tempo e nello spazio.
Luca “Baffo” Gigli.
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LE PUNTATE PRECEDENTI
One Step Beyond #1: Terni, Caserta, Samb, Lamezia, Milan, Parma, Lazio, Udine;
One Step Beyond #2: Palermo, Udine, Catania, Fiorentina, Pescara;
One Step Beyond #3: Verona, Roma, Milan, Inter;
One Step Beyond #4: Brescia, Napoli, Lazio, Palermo;
One Step Beyond #5: Livorno, Lazio, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #6: Lazio, Savona, Cavese, Manfredonia;
One Step Beyond #7: Crotone, Pescara, Catania, Napoli.
One Step Beyond #8: Roma, Lazio, Palermo, Milan;
One Step Beyond #9: Spezia, Arezzo, Virtus Roma, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #10: Lazio, Genoa, Napoli, Roma, Palermo.
One Step Beyond #11: Viterbo, Torino, Savona, Napoli;
One Step Beyond #12: Torino, Castel di Sangro, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #13: Hertha BSC, Ancona, Napoli, Roma, Samp;
One Step Beyond #14: Inter, Alessandria, Samb, Roma.
One Step Beyond #15: Lecce, Bari, Cavese, Genoa;
One Step Beyond #16: Campobasso, Napoli, Lazio, Carpi;
One Step Beyond #17: Juve Stabia, Palermo, Perugia, Livorno, Cagliari;
One Step Beyond #18: Taranto, Avellino, Lucca, Cavese;
One Step Beyond #19: Cosenza, Catanzaro, Atalanta, Samp;
One Step Beyond #20: Salerno, Ideale Bari, Campobasso, Napoli;
One Step Beyond #21: Civitanova, Frosinone, Padova, Roma, Lazio;
One Step Beyond #22: Isernia, Padova, Genoa, Como;
One Step Beyond #23: Lazio, VeneziaMestre, Napoli, Gallipoli, Manfredonia;
One Step Beyond #24: Napoli, Vicenza, Milan, Inter, Fiorentina;
One Step Beyond #25: Isernia, Venezia Mestre, Inter, Manchester City;
One Step Beyond #26: Palermo, Paganese, Cavese, Novara, Nocerina, Newcastle;