Per alcuni una semplice partita, per altri più specificatamente la gara di ritorno, ma per il sottoscritto quella odierna, sarà ricordata come la fatidica “prima volta” sulle pagine di “Sport People”.

In terra di Puglia si gioca quest’oggi, alle ore 16, il ritorno di Coppa Italia del massimo campionato regionale.

Visto l’ottimo orario ne approfitto per pranzare con calma: dopo diversi mesi fuori per lavoro come faccio a rinunciare alle bontà della mamma? Alle ore 15 (si sa quanto durano i pranzi del Sud…), gonfio e soddisfatto, prendo l’auto e parto alla volta di Bitonto.

Il viaggio scorre tranquillo e raggiungo il Città degli Ulivi con largo anticipo. Ritiro il mio accredito e mi dirigo verso la porta d’ingresso, dove di Forze dell’Ordine, non si vede nemmeno l’ombra.

In un batter d’occhio mi trovo sul terreno di gioco. Le due squadre stanno completando il riscaldamento mentre la gradinata di casa, quella coperta dove di solito si accasano gli sportivi neroverdi, offre già una discreta presenza di pubblico.

Sulla gradinata opposta, alla sinistra, sono già posizionati gli Ultras di casa: ne conto una quarantina circa, ammucchiati dietro lo striscione Nucleo Compatto. Sulla destra, sempre sulla stessa gradinata, è posizionato il settore ospiti, per il momento ancora vuoto.

Le squadre fanno il loro ingresso in campo e proprio nello stesso istante, i tifosi giunti dalla vicina Mola iniziano a defluire all’interno dell’impianto di gioco, nel settore a loro riservato. Si tratta dei K-Tost, presenti anch’essi in una quarantina circa, si posizioneranno dietro le consuete “pezze” dipinte a mano, K-Tost Mola e Tradizione Marinara.

Anche quest’oggi, così come nella gara di andata, non farà parte della spedizione in “veste ufficiale” il gruppo Vecchia Guardia, temporaneamente sospeso per vari motivi che non sto qui a raccontarvi.

La partita è già iniziata, anche se offrirà ben poco spettacolo, con il Bitonto (neopromosso) che cerca di fare la partita (deve ribaltare il 2-1 dell’andata) e gli Adriatici ben coperti e attenti a non subire gol (basterebbe anche lo 0-0 per passare il turno).

Sui gradoni ben tutt’altra storia: i sostenitori locali, sull’onda dell’entusiasmo dopo la promozione dello scorso anno, appaiono abbastanza carichi e volenterosi. Si presentano con un bel coro a ripetere che scandisce il nome della loro città seguito da diversi battimani, ritmati da un buon tamburo, anche se poi calano alla metà del primo tempo, forse a causa della gara che offre ben poche emozioni.

Decisamente meglio nel secondo tempo: tifo più costante e deciso, provano a scuotere la loro squadra, ma il risultato rimane inchiodato fino ai minuti finali, quando arriva il gol ospite a chiudere definitivamente le speranze di casa. Bella la sciarpata “stile Avellinese” nei minuti finali, seguita dal coro “Chi non salta è fasanese”. A fine partita il classico “Libertà per gli Ultrà” da entrambe le parti, seguito da applausi reciproci.

Capitolo ospiti: buona prova la loro, tifo costante per tutta la gara, in cui alternano i consueti e perfetti battimani ad un tifo canoro di tutto rispetto. Nel primo tempo diversi cori a sostegno della città, cori per i diffidati e il classico “Non ci avrete mai…” contro la repressione. Nell’intervallo immancabile il coro per Antonio Manfredi, capo ultras scomparso anni addietro in seguito ad un incidente sul lavoro, a cui fa seguito un lungo applauso.

Nel secondo tempo ancora cori contro la Lega e contro il calcio moderno. Stupendo il coro stile San Lorenzo, “Vengo del Barrio de Boedo”, scandito a gran voce per diversi minuti. La sciarpata nei minuti di recupero è accompagna dal fischio finale.

Dopo il triplice fischio, tutta la squadra molese viene richiamata sotto il settore occupato dai propri sostenitori: c’è il consueto breve discorso in vista della gara di domenica 14 al Caduti di Superga, dove quest’anno la sorte ha riservato, per la prima di campionato, subito il derby con gli “amici” di Molfetta. Della serie: il buongiorno si vede dal mattino.

Antonio Vortex.