Se volessimo potremmo fotografare l’emblema di questa partita in due episodi. Il primo, appena sceso dal treno, quando in attesa del pullman per Latina mi si avvicinano due agenti chiedendomi i documenti. Capendo il motivo di questa richiesta rispondo: “Guardate che so’ de Roma, nun zo bresciano”, i due si guardano un po’ imbarazzati e se ne vanno dicendomi “Ah ok”. Il secondo al ritorno, quando ad accompagnare i cinque bresciani giunti a Latina con il treno, ci sono quattro volanti della polizia per un intero autobus praticamente vuoto. La psicosi è tale e tanta che ormai assistere a queste scene non è poi così difficile. E francamente se un tempo ci avrei riso, ora la cosa mi innervosisce e mi toglie pure un po’ di voglia di seguire partite e tifoserie.

È una bella giornata ed il sole attutisce il freddo che pian piano sta scendendo anche sul Lazio. Mi avvicino ai botteghini che manca ancora una mezz’ora al fischio d’inizio. Ritiro il mio accredito ed entro passando per i maledetti tornelli. Noto da subito che, rispetto allo scorso anno, lo stadio non si riempirà. L’avvio a singhiozzo dei pontini ha rallentato l’entusiasmo della stagione passata ed alla fine, come succede in questi casi, ad affollare le gradinate resta sempre e solo chi ha davvero a cuore i colori della propria squadra. A favorire questa diaspora di tifosi occasionali ha certamente contribuito anche la campagna acquisti che in estate ha visto partenze eccellenti, come quella del bomber Jonathas, non adeguatamente rimpiazzate. Pertanto i nerazzurri navigano nelle zone basse della classifica che tuttavia si presenta ancora corta, paradossalmente con due vittorie ci si può avvicinare alla zona play-off.

Il settore ospiti del Francioni rimarrà chiuso anche oggi, come accade dalla gara con il Crotone. Disposizioni della questura che penalizzano un impianto già di suo problematico per disputare un campionato di Serie B. A tal merito voglio sottolineare la disponibilità, non scontata, del Latina che sin da subito si è adoperato per far sì che agli ospiti non venisse vietata la trasferta, sistemando i tifosi in un angolo della tribuna coperta. Anche questa scelta però non ha evitato polemiche in vista del derby con il Frosinone: Osservatorio e Casms, infatti, vorrebbero che la partita si giocasse in un’altra sede o a campo invertito, mentre tifosi e società pontini vogliono giocarla come stabilita da calendario e senza limitazioni. In settimana sicuramente si avrà una risposta definitiva.

Una delle attrattive di questa partita è la rivalità tra le tifoserie, derivata dall’amicizia tra bresciani e milanisti. Penso non ci sia bisogno di riportare per l’ennesima volta il motivo dell’antipatia tra rossoneri e latinensi, evidenziata anche da numerosi comunicati botta e risposta usciti non molto tempo fa.

Poco prima del fischio d’inizio ecco entrare il contingente ospite. Una cinquantina abbondante. Uno dei più bei ricordi che ho dello stadio è una presenza degli ultras lombardi all’Olimpico, forse nel 2003/2004: 2.500 tifosi con bandiere, canti e torce. Ed anche altre volte che ho avuto modo di vederli, prima delle annose divisioni che hanno caratterizzato il movimento ultras bresciano, mi hanno sempre fatto una buona figura. Oggi le cose sono un po’ cambiate e forse è meglio accantonare il fattore numerico. Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più.

La partita inizia e subito partono cori di sfottò dalle due curve. Per la Nord perdere chi veniva a vedere la partita perché “Il Latina è in Serie B”, è stato sicuramente un vantaggio. I nerazzurri infatti appaiono più compatti ed oggi il tifo si manterrà buono per tutto l’arco della gara, con cori a rispondere e belle manate che spesso vengono seguite dal gruppetto situato nella tribuna scoperta.

Un ragionamento simile si potrebbe fare anche per gli ultras della Rondinelle. La loro presenza è quasi esclusivamente ultras. I biancoblu si posizionano dietro lo striscione della Curva Nord tifando con buona costanza per tutto l’incontro, con la chicca della sciarpata eseguita su una base che mi è sempre piaciuta, quel “Madonnina dai riccioli d’oro” che si presta perfettamente alle sciarpe tese. Tra loro peraltro sono presenti anche i supporters del Norimberga.

In campo le squadre non vanno oltre l’1-1, frutto del vantaggio casalingo di Viviani, che insacca perfettamente un calcio di punizione, e del gol dell’airone Caracciolo, un’incornata potente ad inizio ripresa.

Per non perdere l’autobus che mi riporterà in stazione, esco in fretta e furia dopo aver fotografato le squadre sotto i settori. Mi accorgo che quest’anno, dopo diverso tempo, sto seguendo con una certa regolarità la Serie B. Devo dire che ad attirarmi c’è anche il blasone calcistico della categoria, che ormai resta l’unico simbolo di una categoria che per anni è stata davvero bella ed avvincente. La cadetteria di oggi è paragonabile ad una buona C1 di qualche anno fa.

Simone Meloni.