Tra le poche partite della quinta giornata di Serie A in programma alle 15, troviamo quella tra Lazio e Genoa. Una vecchia rivalità, accesa anche dal gemellaggio dei genoani con i napoletani, acerrimi nemici dei laziali.

A Roma, come in gran parte della penisola, è ancora estate e sotto un sole cocente mi avvio verso lo stadio. Entro allo stadio intorno alle 14 ed ancora molti posti sono vuoti. Piano piano l’impianto romano comincia a riempirsi. La curva nord è esaurita, i distinti nord contano buone presenze e le due tribune presentano diversi “vuoti”, in particolare la Montemario. Nel settore ospiti poco meno di un centinaio di unità e nessuna traccia del tifo organizzato. In totale le presenze saranno poco più di trentamila.

Prima della partita, consueto volo dell’aquila Olympia, che curiosamente non atterra sul suo trespolo ma si ferma sulla pista lato curva sud. Mentre le squadre entrano in campo, viene esposto uno striscione in Tribuna Tevere: “Scudetto 1915: il Piave mormorava, il Tevere mormora ancora”. In riferimento alla battaglia che stanno facendo i tifosi laziali per farsi assegnare, ex aequo col Genoa, lo scudetto del 1915.

L’arbitro Abisso fischia l’inizio del match e fanno il loro ingresso i gruppi organizzati genoani, sono circa duecento ed iniziano subito a cantare e a sventolare bandieroni. Anche tra i locali c’è tanta voglia di fare il tifo e l’atmosfera è molto gradevole.

Al 7′ la Lazio passa in vantaggio e tutto lo stadio segue i cori assordanti della nord. C’è molto entusiasmo e, grazie anche al raddoppio di Immobile, il tifo è seguito da gran parte dello stadio.

Al 37′ viene esposto in curva nord uno striscione: “Auguri Gabbo”, firmato Irriducibili. Oggi appunto, Gabriele Sandri avrebbe compiuto 37 anni. La nord rimane seduta ed in silenzio per un minuto. Purtroppo gli altri settori non erano a conoscenza di questa iniziativa, e proprio mentre la nord era seduta sono scoppiate varie esultanze in seguito al vantaggio del Bologna sui rivali della Roma. Fino alla fine del primo tempo si sentiranno soltanto cori in ricordo di Gabriele e contro Spaccarotella, accompagnati dagli applausi del resto dello stadio e anche dal settore ospiti.

Appena iniziato il secondo tempo, il Genoa accorcia le distanze ed i tifosi ospiti, caricati dal gol, continuano la loro bella prestazione di tifo, continuando a sventolare ininterrottamente diversi bandieroni.

I laziali però non si scoraggiano e cominciano a cantare un nuovo coro che sta prendendo forma nelle ultime giornate, “Lazio is on fire”. Coro molto coinvolgente e seguito da tutto il settore nord, che accompagna la Lazio fino a segnare il 3-1. Gran parte del secondo tempo verrà dedicata appunto a questo coro, la cui esecuzione porterà ad altissimi picchi di tifo.

Il suddetto coro viene interrotto soltanto dal boato per il raddoppio del Bologna, seguito da cori contro i rivali i cittadini, in vista del derby di sabato prossimo. Nei minuti finali cala un po’ il tifo e la partita finisce 4-1.

Dopo il triplice fischio entrambe le squadre salutano i propri tifosi e quando tutti sono ormai negli spogliatoi, Federico Marchetti va, commosso, sotto la nord a salutare e a prendersi gli applausi dei suoi ex tifosi.

Mirco Civoli