Il derby della capitale è una di quelle partite a cui, almeno una volta nella vita, chiunque abbia un minimo interesse per il calcio e per il mondo ultras deve necessariamente assistere.
È una gara così sentita che riesce a far mettere da parte anche una cocente delusione per una mancata qualificazione europea, che ormai sembrava essere tranquillamente acquisita, o un’importantissima semifinale di Champions League da giocare a breve.
È una gara destinata a far parlare di sé indipendentemente dalla posta in palio e indipendentemente dal risultato.
Il derby di Roma è goliardia, sfottò e voglia di far predominare i propri colori su quelli degli avversari.
L’organizzazione delle coreografie vale da sola il prezzo del biglietto, o quasi, viste le tariffe esagerate imposte dalla società biancoceleste.
È il giorno di Lazio – Roma, la Capitale si prepara ad essere, come sempre in questa occasione, blindata. Circa mille uomini delle forze dell’ordine sorvegliano infatti la zona dello stadio Olimpico.
Anche se non ci sarà il tutto esaurito, quest’oggi non mancherà sicuramente lo spettacolo sugli spalti.
Entrambe le formazioni hanno necessità di fare risultato per continuare a lottare per un posto nella prossima Champions League.
Il fascino dello stadio Olimpico non tramonta mai. Al momento del mio ingresso nell’impianto, la Curva Nord è già quasi del tutto piena, discorso diverso per la Sud romanista, in cui dovrò attendere ancora un po’ per vederlo compatto di ultras giallorossi.
Le squadre fanno il loro esordio in campo per il riscaldamento ed entrambe le fazioni caricano i loro giocatori con dei cori. Immancabili saranno i reciproci sfottò per tutta la partita.
A proposito della goliardia citata all’inizio, prima dell’inizio della gara, gli ultras laziali espongono una moltitudine di stendardi raffiguranti i simboli delle antiche società calcistiche dalla cui fusione nacque l’AS Roma e al centro uno stendardo più grosso dove due punti interrogativi si sostituiranno al giorno e al mese del 1927 quando la squadra giallorossa fu fondata, visto che ci sono eternamente dubbi fra gli storici sul mese esatto della stessa fondazione.
Le squadre fanno il loro ingresso in campo e la Curva Nord si rende protagonista con una imponente coreografia formata da cartoncini biancocelesti come sfondo e cartoncini blu che andranno a formare la scritta “1900” con un enorme copricurva raffigurante un’aquila e la scritta “SS Lazio”. Non si può che restare incantati nel vedere uno spettacolo simile.
Ovviamente non è da meno la Curva Sud: anche qui ci si cimenta in una stupenda coreografia con uno sfondo formato da cartoncini giallorossi e dei grossi stendardi raffiguranti i luoghi più importanti della Capitale, come a voler far intendere che Roma sia giallorossa. Completa il tutto lo striscione: “Una lupa i gemelli nutre e si chiama Roma la sovrana del mondo!”.
In campo la partita, almeno nella prima frazione di gioco, è poco avvincente ma tutto questo era facilmente pronosticabile, visto che nessuna delle due squadre quest’oggi si può permettere di sbagliare. C’è da dire che i ritmi si sono abbastanza vivacizzati nella parte finale dell’incontro, dove alcune sporadiche occasioni hanno fatto restare con il fiato sospeso i presenti.
L’incontro terminerà a reti inviolate, risultato abbastanza giusto per quello visto in campo e soprattutto risultato che ai fini della classifica non scontenta nessuno.
Può incominciare adesso il lento deflusso delle tifoserie. All’esterno dello stadio non si registrano particolari problemi.
Quando ho deciso di andare a vedere questo derby, sinceramente non avevo nessun interesse per quello che sarebbe avvenuto in campo. Ciò che mi ha spinto a venire a Roma quest’oggi era proprio osservare queste due tifoserie. Nessuna delle due ha deluso oggi.
I laziali sono stati immensi, la loro coreografia è riuscita alla perfezione e sarà difficile da dimenticare. Non posso che essere pienamente soddisfatto anche dei romanisti, che hanno avuto contro solo il fattore numerico in quanto ospiti quest’oggi, ma nonostante ciò sono riusciti a farsi sentire benissimo. Davvero eccellenti anche loro.
Fabrizio Giannico