Quando una squadra fallisce, fondamentalmente, ci sono due modi di farla rinascere, partendo dal presupposto che una nuova proprietà sia realmente interessata ad un progetto di rilancio: il primo approccio è quello di trovare, da subito, un titolo sportivo di una buona categoria (Serie D o, di solito, Eccellenza) e puntare a tornare, nel più breve tempo possibile, nelle serie che contano.

Un secondo modo di affrontare le cose è ripartire veramente dal basso e cercare di gettare pian piano le basi per una graduale risalita. L’ASD Legnano, ripartendo dalla Prima Categoria Lombarda appena due anni fa, ha cercato di proporre quest’ultimo discorso: l’immediato doppio salto dalla Prima Categoria all’Eccellenza ha acceso di nuovo la fiammella della passione lilla fra i tifosi, e solo la strana creatura Oltrepò Voghera (espressione di Voghera e Stradella) ha impedito al Legnano un accesso in Serie D che sarebbe stato più che meritato.

L’Oltrepò ha allestito veramente uno squadrone e, sebbene il Legnano abbia chiuso il suo campionato con un +12 sulla terza classificata, è arrivato a -8 dalla capolista. Ciò nonostante rimane sempre la porta di servizio, piuttosto affascinante ma spesso letale, degli spareggi nazionali di Eccellenza, con due turni composti, entrambi, da una gara di andata ed una di ritorno.

Lo sfidante del Legnano, in questa semifinale di ritorno, è il Magra Azzurri, squadra di Santo Stefano di Magra, 8.000 abitanti, in provincia di La Spezia. Neopromosso in Eccellenza, il Magra è stato beffato da un’altra neopromossa, l’Argentina di Arma di Taggia: le due contendenti, infatti, hanno chiuso il loro campionato a pari punti, 72, e sono state costrette ad uno spareggio, giocatosi a Lavagna, dove a passare è stata, per 1-0, l’Argentina. Magra Azzurri, quindi, costretto agli spareggi, trovando al primo turno un cliente difficilissimo, ovvero il Legnano.

Nella gara di andata, tuttavia, il Magra era passato in vantaggio addirittura per tre reti a zero, prima di farsi pareggiare clamorosamente, salvo poi segnare la rete del 4-3 finale.

La gara di ritorno tra Legnano e Magra non si gioca né a Legnano, né di Domenica. Allo stadio “Mari” si è tenuto, nel fine settimana, il tradizionale Palio, e il campo è tutto da rimettere a posto. Di conseguenza la squadra lilla ha dovuto chiedere ospitalità a Como, anche se l’amministrazione comunale non ha accolto la notizia con grande gioia: si gioca di Lunedì 2 Giugno, giorno festivo, ed uno degli assessori comaschi non ha mancato di lamentarsi per circa 200 macchine da parcheggiare in più in zona centro, in una giornata già critica di per sé.

Che ormai nessuno voglia ospitare gare di calcio di altre squadre è risaputo ed ormai l’insofferenza salta ogni canale diplomatico, esplodendo alla luce del sole. La magagna, più che altro, risiede nell’incapacità dell’amministrazione di Legnano di garantire lo stadio per l’intera stagione agonistica della squadra cittadina, peraltro in occasioni delicatissime come questa. La morale della favola è che il Legnano non gioca in casa neanche quest’oggi, benché la distanza di quaranta minuti di auto non sia affatto proibitiva.

Se di sicuro a Legnano nessuno fa salti di gioia per la soluzione “Sinigaglia”, per me si tratta di un bel risparmio di chilometri, potendo persino arrivarci a piedi. Avrei seguito comunque questa partita, ma così è un’altra cosa. Le squadre già conoscono il loro avversario, ovvero il Nogometni Klub Kras Repen, club già noto in serie D e appartenente alla fascia di frontiera tra la provincia di Trieste e la Slovenia.

Arrivo allo stadio in una giornata climaticamente strana: fa caldo ma rischia seriamente di arrivare il temporale. Sperando in meglio mi avvio al ritiro accrediti, notando, al di fuori dell’impianto, già diversi tifosi del Legnano. L’accredito è un mezzo problema, essendo intestato a tale Falcone invece che a me, ma la questione viene chiarita immediatamente. Tanta attesa per ritirare la pettorina e poi, finalmente, si può entrare in campo dove, per fortuna, i nuvoloni neri sembrano volersi ancora tenere un po’ al largo.

I 50 tifosi, arrivati in pullman, previsti da Santo Stefano di Magra, hanno già trovato posto nel settore ospiti; non si tratta di ultras, ma dei tipici supporters di paese che si arrangiano per non sfigurare. Un po’ tutti i convenuti sfoggiano volti dipinti, con varie fantasie, di biancoblu; alcuni stanno seduti, altri preferiscono stare in piedi. Non mancano un tamburo e diverse semplici bandiere. Il colore, comunque, non manca, così come la buona volontà.

Gli ultras del Legnano si posizionano, invece, nell’unico altro settore aperto, ovvero la tribuna coperta, e si posizionano proprio nel mezzo. Non manca nessuno dei drappi consueti, né i due classici bandieroni che caratterizzano, in ogni gara, gli Ultras Legnano. Il gruppo in piedi si avvale di una quarantina di effettivi, più svariato altro pubblico che sceglie di seguirli.

Sin da subito mi è molto chiaro che tra le due tifoserie non c’è assolutamente simpatia. I Santostefanesi (trovato su internet) provocano con cori e gesti, i Legnanesi rispondono con altrettanti gesti e sembrano provare, verso i Liguri, una particolare antipatia, probabilmente derivante da rapporti non proprio cordiali già nella gara di andata. L’espressione facciale dei Legnanesi quando si rivolgono a loro è da “vorrei ma non posso”: ovvero, non sono ultras e li lasciamo stare, e se non li andiamo a cercare è solo per questo motivo. Ciò non toglie assolutamente il basso gradimento degli uni con gli altri, accentuato dall’alta posta in palio.

L’inizio dei Legnanesi è buono già dal prepartita: i cori diventano spesso boati e rimbombano nella tribuna coperta del Sinigaglia, il gruppo è ben compatto e pronto a spingere la propria squadra. L’ingresso in campo viene salutato, dai tifosi di casa, con una coreografia con cartoncini, tenuti a mo’ di sciarpa, dalle bande lilla e bianche, uniti allo sventolio dei bandieroni. Nel settore ospiti, invece, viene calato un bandierone, di medie dimensioni, a scacchi bianchi e blu.

La gara comincia. I supporters biancoblu, veramente improvvisati, tifano di quando in quando, facendosi anche sentire sporadicamente, ma il loro sostegno pecca di una vera volontà di ottenere un buon risultato.

Ovviamente diverso il discorso sulla sponda opposta: gli Ultras Legnano partono veramente bene, con cori potenti, tenuti mediamente a lungo, e dei battimani notevoli. La tribuna non è pienissima, ma non si può neanche definire un flop per numero di presenti. Gli ultras di casa ce la mettono davvero tutta per spingere il proprio undici, senza lesinare niente in termini di corde vocali. La squadra lilla, però, non sembra rispondere al meglio all’incitamento e, nonostante la supremazia sterile, appare imprecisa e contratta.

Il Magra Azzurri si rivela, ben presto, un osso duro anche in trasferta, e dà sempre l’idea di aspettare un qualsiasi errore degli avversari per sferrare il morso letale. E, proprio quando sta per finire il primo tempo, ciò avviene: azione in velocità di Russo, assist per Musetti e gol degli ospiti. Il tifo biancoblu esplode per questo inaspettato vantaggio, mentre è col massimo sconforto che il gol viene preso da squadra e pubblico lilla. Quando i giocatori rientrano negli spogliatoi per la pausa, comunque, continua l’incitamento: se il Legnano ha rimontato tre reti all’andata, può benissimo farne almeno due nel secondo tempo.

In realtà, nella ripresa, a tenere bene sono solo i sostenitori del Legnano. La squadra lombarda, infatti, sembra persino più sulle gambe rispetto alla prima frazione, mentre il Magra Azzurri appare ordinato e sempre pronto a colpire.

Un primo invito a tirare fuori gli attributi arriva dalla tribuna coperta ma, per tutta risposta, il Legnano incassa persino lo 0-2, col gol di Lamioni che porta in vantaggio il Magra. Poi, per carità, come il Legnano ha fatto tre gol in rimonta all’andata e bla bla bla, il vero problema è che gli ospiti danno continuamente l’idea di essere semplicemente più forti.

Il Legnano è troppo nervoso per organizzare una reazione degna del nome. Mentre i cori dei tifosi del Legnano diventano sempre meno continui e sempre più di carattere contestatorio, vengono fuori i supporters del Magra i quali, oltre a fare qualche coro in più e con entusiasmo, infieriscono ulteriormente sui dirimpettai con cori ad hoc. I Legnanesi reagiscono con l’unica opzione possibile, ovvero la goliardia: rimasti in pochi a cantare, mentre i più già aspettano la squadra al varco, fanno una bellissima esibizione sulle nota della sigla de “Il pranzo è servito” di Corrado, vero cult degli anni ’80, arricchito da una gestualità ritmica contro i Liguri e da un trenino finale.

Al triplice fischio, ovviamente, gli umori sono contrapposti: i tifosi della Magra esultano assieme alla squadra, portatasi sotto al settore ospiti per festeggiare la finale contro il Kras Repen; dall’altra parte la contestazione, attizzata dalla cocente delusione, si trasforma in una grandinata di epiteti contro i giocatori. Un paio di loro reagiscono, ottenendo improperi ancora più pesanti: per loro, quasi sicuramente, l’esperienza in lilla finisce qui. Una fitta schiera di poliziotti impedisce ai tifosi di portarsi troppo sotto ai giocatori.

Per me è il momento di andare, previa restituzione del documento, interminabile, davanti allo spogliatoio degli arbitri. Ovviamente l’andirivieni dei calciatori di entrambe le squadre porta umori agli antipodi. Una dirigente della squadra di Santo Stefano si commuove; la guardo bene e decido che non è lei la Magra che dà il nome alla squadra (battutaccia a parte, il nome viene dal fiume, il Magra appunto, che sfocia nella località spezzina). Poi, finalmente, il momento di lasciarmi lo stadio alle spalle.

All’indomani la dirigenza del Legnano si è detta delusa dal comportamento dei tifosi, affermando che si è andati oltre alle aspettative stagionali e che ora difficilmente si potrà ripetere un campionato a questi livelli, almeno nell’immediato. Per come ho seguito la stagione del Legnano, invece, i Lombardi avevano ben messo in programma la possibilità di salire di categoria, andando, sfortunatamente, a sbattere contro due corazzate, prima l’Oltrepò Voghera in campionato e poi la Magra Azzurri agli spareggi. Ed un obiettivo mancato coincide con una perdita economica che non sempre è facile assorbire. Il mio augurio personale, comunque, è quello di rivedere la tifoseria del Legnano in categorie più consone al proprio blasone.

Stefano Severi.