Non è un grande periodo per la Latina calcistica. Il giugno del 2013, con la promozione in B e la Serie A sfiorata per un soffio l’anno successivo sembrano lontani anni luce. Il fallimento di qualche mese fa e l’iscrizione ottenuta in extremis al campionato di Serie D sono stati i nodi cruciali degli ultimi mesi sportivi nel capoluogo pontino. Avvenimenti che hanno profondamente scosso anche il movimento ultras, che tuttavia non si è mai tirato indietro, promuovendo dibattiti pubblici ed esponendosi in primo piano per assicurare ai nerazzurri un futuro solido e continuo.
Sul campo le cose non vanno al meglio, con i laziali che attualmente occupano la quinta posizione del Girone G di Serie D, a ben venti punti da un Rieti che ha ormai un piede tra i professionisti.
Come se non bastasse, qualche settimana fa, a seguito di alcune intemperanze registratesi prima della partita con il Cassino, diversi elementi della Nord sono stati diffidati, andando a intaccare lo zoccolo duro della tifoseria.
La tifoseria organizzata non è tuttavia vinta e ha ancora linfa vitale per richiamare alle armi una città che in troppe occasioni si è dimostrata fredda nei confronti della sua squadra. Per questo motivo, lo scorso 11 marzo, il gruppo Leone Alato ha deciso di organizzare una discussione pubblica dal titolo “Anno Zero”. Un appellativo emblematico, attorno al quale si sono gettate le basi per sensibilizzare la cittadinanza a riconoscere e promulgare la storia sportiva locale, con il fine di fare aggregazione e unione, restituendo a Latina un seguito corposo e meno umorale.
Presso l’Hotel Europa, davanti a un folto pubblico, si sono avvicendate varie figure storiche del calcio latinense come Davide Mancini, storico telecronista dei nerazzurri che ha raccontato numerosi aneddoti, tipici del cosiddetto calcio di provincia, un movimento che da sempre rappresenta un vero e proprio vanto per l’Italia del pallone.
Una città il cui bacino conta oltre 150.000 abitanti e su cui gli ultras vorrebbero far leva, instillando nella mente delle persone quanto sia importante, soprattutto oggigiorno, con un calcio inanimato, seguire e sostenere i colori che rappresentano la propria terra e le proprie origini.
Altri volti noti che hanno presenziato sono stati Moreno Mancini e Carlo Mancini, ex giocatori del Latina anni ’70, nonché lo storico capitano Pietro Mariniello, protagonista della cavalcata in Serie B. Un momento importante per i più giovani, che hanno potuto “assaporare” racconti e storie del calcio che fu, ma anche per i più anziani, emozionati nel rivivere i propri anni attraverso le parole dei presenti.
Non poteva mancare il ricordo di storiche figure dello sport pontino, come Michele Condò, Piero Di Trapano e il mitico Ughetto Masullo, tifoso talmente viscerale e attaccato ai propri colori che ha passato l’ultima parte della sua vita nei locali dello stadio Francioni.
Ma oltre al passato, ovviamente, si è toccato anche l’argomento “futuro”. Cosa aspetta alla Latina calcistica? Gli organizzatori si sono impegnati a dare stimolo e promuovere diverse iniziative per la costituzione di canali informativi tematici e la crescita del settore giovanile, che deve costituire la vera e propria “cantera” su cui il Latina può costruire le proprie fortune e ampliare un discorso di attaccamento al territorio.
Infine non sono mancati i focus sul movimento ultras pontino, con disamine di vecchi gemellaggi e rivalità e sulla repressione che in questo periodo storico falcidia tante curve nel nostro Paese, spesso con mezzi e modalità bel al di là del consentito.
Simone Meloni