Sfida d’alta quota quella tra il Livorno, che occupa attualmente il primo posto in classifica, e l’Arezzo che è più attardato ma forte di due successi di fila. Buono perciò lo stato d’animo di entrambe le tifoserie ed infatti lo stadio presenta un bel colpo d’occhio, con la Curva Nord dove si contano ben pochi spazi vuoti e con la gradinata dove si torna a vedere un bel muro di persone.

Ad inizio partita gli ultras di casa accolgono la squadra con un lungo striscione: “Siamo l’armata amaranto e mai nessun ci fermerà”, accompagnato dallo sventolio di bandiere e bandieroni, gli stessi che durante l’arco della gara non smetteranno di restare alti.

Sul versante ospite è invece palese l’assenza del nocciolo duro del tifo amaranto, infatti nel settore fanno gruppo un buon numero di persone, ma la completa assenza di pezze e striscioni facenti riferimento alla Curva Sud, dimostra che gli assenti probabilmente superano numericamente i presenti. Verrò poi a sapere di un guasto ad un pullman di aretini nei pressi di Empoli con conseguente fermata collettiva ed arrivo allo stadio Armando Picchi di Livorno, con notevole ritardo.

Nel primo tempo gli ospiti provano ad imbastire qualche coro, esteticamente fanno gruppo in maniera buona, ma ovviamente l’apporto canoro è inficiato dalle assenze. La curva di casa può così fare la voce grossa ed infatti il tifo conosce ben poche pause, i cori sono continui e coinvolgono una bella fetta di curva. Tanti cori per la squadra ma qualcuno anche contro gli ospiti che provano a rispondere per le rime: la rivalità tra le due tifoserie non è di quelle pesanti, ma comunque è sentita da entrambe le parti, non fosse altro per un passato dove non sono mancati momenti piuttosto delicati.

Anche nella ripresa la curva di casa parte col piede giusto, il tifo non manca ed il colore neppure, chi ancora non arriva è il contingente aretino che infatti mette piede allo stadio quando mancano solamente venti minuti al termine dell’incontro.

Nonostante il loro poco tempo a disposizione, gli ultras della Curva Sud si fanno notare in pieno: appena entrati espongono le proprie pezze, alcune di queste vengono tenute in mano, poi accendono un paio di torce in maniera clandestina ed infine danno vita ad una coreografia che era stata preparata per accogliere le due squadre in campo. Gli Ultras Arezzo ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, dimostrano la propria inventiva, la sferzante ironia, quella voglia di continuare a stupire, nonostante tutte le difficoltà, per far entrare negli stadi italiani un semplice striscione di carta. Ma tant’è, la coreografia oltre ad essere originale, viene presentata in maniera impeccabile ed il giudizio non può che essere estremamente positivo.

Ora al completo gli aretini ci danno dentro anche con la voce, i cori per la squadra e per la città che echeggiano nel settore, così come qualche botta e risposta con la curva di casa. Qualche altra torcia viene accesa e subito gettata a terra e per non farsi mancare nulla, c’è da segnalare pure l’esultanza al gol del pareggio, con qualche tifoso che si avvicina alla rete di divisione tra curva e gradinata, per la gioia di chi deve gestire l’ordine che non manca di fare il proprio dovere con la telecamera in dotazione. Ovvio che non succeda nulla e nulla può succedere in uno stadio diviso con cancellate e reti di separazione, ma oggi come oggi basta l’intenzione di passare alle vie di fatto per far sì che qualcuno opti per una rapida registrazione di gesti e visi.

L’incontro finisce con un salomonico pareggio che accontenta più l’Arezzo: per gli ultras della Curva Sud un’altra trasferta timbrata anche se zoppa per l’inconveniente avuto.

Valerio Poli.