La sosta per le nazionali ha concretamente spostato l’attenzione dei calciofili sulla maglia azzurra che dopo aver superato la Macedonia del Nord, deve giocare un’altra partita delicata contro L’Ucraina (giocata e pareggiata ieri, con qualificazione ottenuta, nda). Se il nazionalismo funziona ad intermittenza, l’attenzione degli sportivi vira sul tennis direzione Torino dove Jannik Sinner affronta Novak Djokovic nella finale delle Nitto Atp Finals 2023.

Sia come sport che come contorno, calcio e tennis differiscono e non di poco: in fatto di tifo e partecipazione sono due mondi che non si intrecciano minimamente; non sono un esperto in materia ma dubito fortemente che sia apparso mai uno striscione intorno ad un campo da tennis in occasione di un qualche torneo di un certo prestigio.

Detto questo, con l’incontro di tennis in primissimo piano, volente o non volente ti tocca sorbirti gli interventi degli addetti ai lavori ed in uno di questi casi, mi sono imbattuto in un botta e risposta dove l’intervistato si meravigliava di qualche episodio di “tifo da stadio” da parte del pubblico presente, che più che applaudire le gesta di questo o quel tennista, mirava a denigrare l’avversario di turno con semplici fischi. Ovviamente derubricava il fatto a semplice malinteso, infatti a suo parere, il pubblico sarebbe tornato ad operare in tutta correttezza dopo il momentaneo eccesso di entusiasmo.

Se nel tennis si ipotizza una condotta impeccabile da parte del pubblico, nel calcio tutta questa correttezza viene meno. Denigrare l’avversario sembra tutto sommato tollerato, finché non si travalichi i famosi steccati. Che poi tutta questa correttezza mi piacerebbe vederla nella vita di tutti i giorni, sul lavoro dove ci sono colleghi avvoltoi pronti a schiacciare gli altri per arrivismo, nello sport amatoriale ma anche nel sociale o nel quotidiano vivere, dove tutto si limita a giudicare gli altri senza autocritica alcuna. Nello sport di un certo livello poi, questa altissima etica proprio non la si percepisce e si fa dunque fatica a capire come si possa pretenderla da quelle persone che sono ammassate sui gradoni e per di più parteggiano, spesso in maniera netta e compulsiva, per una delle due fazioni. Ingenuo credere al mondo ideale che è tale appunto sono in linea teorica.

Con il concetto di correttezza ben in mente, mi presento a questa sfida di serie D che presenta qualche spunto sugli spalti. In campo tra una maglia tirata, un paio di simulazioni al limite del cartellino giallo ed ormai la classica serie di rimesse laterali che qualsiasi giocatore giudica a proprio favore, resto dell’avviso che la galanteria non appartenga al calcio: se si vogliono vedere baci ed abbracci, strette di mano ed inchini si può passare da un corso di buona educazione e non essere spettatori di un evento sportivo così contrappositivo.

Nel settore ospite anche in questa occasione si presentano i Torboneros di Cenaia, ormai lo striscione ed il manipolo di supporters sono presenza fissa in casa e nelle trasferte più agevoli, quello che poteva sembrare un vezzo che dura una sola stagione si sta dimostrando essere invece un progetto un po’ più serio. L’ideale sarebbe rimpolpare un po’ le fila ma Cenaia è un paese di duemila anime nella provincia di Pisa perciò bisogna attingere da quel che offre il contesto. Essere presenti è già di per sé una vittoria, i ragazzi dietro lo striscione aggiungono la volontà di offrire qualche coro e sventolare un paio di bandieroni. Dura chiedergli di più.

Curva di casa invece che presenta qualche vuoto in più rispetto alle ultime uscite, la giornata nuvolosa non aiuta in quanto la pioggia sarebbe stata messa in preventivo, fortuna vuole che la brezza marina giochi a favore dei presenti sbugiardando le previsioni. Tifo comunque molto continuo quello della Curva Nord che accompagna la squadra per tutti i novanta minuti. Qualche bomba carta esplosa nei vari momenti dell’incontro ci ricorda che il Capodanno si avvicina e che probabilmente arriverà pure una multa alla società, visto che a referto c’è sempre qualche pretesto a favore delle casse della Lega. Passati i tempi delle intemperanze a cielo aperto, anche i cori e la pirotecnica sono stati ritenuti spesso sufficienti per la questua, figurarsi il resto.

In gradinata sempre presenti gli ultras che animano quel settore, anche per loro presenza fissa e cori che se non sono continui, mirano comunque ad incidere. Quando si alzano le mani e viene richiesto l’uso dell’ugola, i risultati sono più che buoni. La vittoria dei padroni di casa rilancia le ambizioni della squadra mentre il Cenaia continua a rimanere pericolosamente sul fondo della classifica.

Valerio Poli