Un campionato di serie D che ormai è arrivato alle ultime remate ci conferma come il Livorno, partito con l’idea di vincere il torneo, si debba accontentare delle posizioni di rincalzo, relegato ai margini di quella zona play off che nei dilettanti ha poco senso di esistere, in quanto per assicurarsi la promozione occorre primeggiare nel proprio girone. Che dal punto di vista prettamente sportivo la stagione della squadra amaranto non sia stata tra quelle da ricordare è palese, ma durante questi mesi sono venute a galla problematiche che, goccia dopo goccia, hanno irrimediabilmente scalfito il feeling, per altro mai concretamente instaurato, tra l’ambiente e la presidenza.

Oggi siamo alle porte con i sassi, l’Armando Picchi è praticamente deserto, il pubblico pagante si assesta sul minimo storico stagionale e la Curva Nord, tramite un lungo striscione appeso alla vetrata, si fa portavoce del malcontento generale. Dietro la lavagna ci finisce il presidente Esciua al quale vengono rinfacciate tante decisioni che durante la stagione hanno fatto discutere, unitamente ad un livello di comunicazione che ha lasciato perplessi e sbigottiti. È proprio questo ultimo punto a creare più malumore perché in fondo, nello sport bisogna pure farsi portatori della cultura della sconfitta, onorare l’avversario ed ammettere che è stato superiore, aspetto questo che sembra ormai scomparso a tutti i livelli, però alcune dichiarazioni dovrebbero essere ponderate e valutate, in fondo siamo nell’era dove mettere nero su bianco è diventata una pratica quotidiana, i social offrono un facile terreno per esporre idee, opinioni e valutazioni su ogni argomento ed avere quella freddezza ed un certo distacco da ciò che vogliamo trattare, servirebbe ad evitare brutte cadute di stile.

Tra il pubblico dell’Armando Picchi non serpeggia nemmeno più quella rabbia o quel desiderio di rivalsa, c’è solamente rassegnazione per una stagione che sembra essere stata buttata via, considerando che il campionato non ha visto una squadra “ammazzare” le rivali ma c’è stato un continuo alternarsi di formazioni in testa alla classifica, cosa che evidenzia quanto il livello generale fosse abbastanza basso.

Al di là di questa protesta degli ultras, c’è anche l’altro lato della medaglia, cioè quel pubblico (parliamo genericamente – meglio ribadirlo – di “pubblico” in generale) che al netto di tutti i bocconi amari che ha dovuto ingoiare, deve restare comunque al fianco della squadra. Salire sul carro dei vincitori è pratica quanto mai comune, gonfiarsi il petto per affermare la propria presenza quando le cose vanno bene è altrettanto lecito, ma essere presenti per una partita di campionato come quella di questo pomeriggio, che ha poco da chiedere al futuro e alla classifica, evidenzia la differenza che c’è tra il vero tifoso, l’accanito sostenitore e chi invece si presenta ai botteghini solamente quando le cose girano per il verso giusto. E si badi che personalmente non trovo nulla di sbagliato nell’esserci solo in talune occasioni, quello che viene comunemente accusato di essere il tifoso occasionale io lo vedo come una risorsa, ma è altrettanto evidente che quelle persone che oggi si sono godute la partita sugli spalti, devono essere ringraziate una ad una per quella dedizione alla causa che nel loro piccolo gesto hanno dimostrato.

Da San Giovanni Valdarno arriva una nutrita schiera di tifosi biancazzurri: mi sarei aspettato una presenza ma sui numeri sarei andato molto più cauto ed invece la tifoseria del Marzocco giunge in forze a Livorno, dimostrando pure una certa attitudine al tifo, visto che sfornano una prova più che discreta, tifando per tutta la partita in maniera continua, senza troppi momenti di pausa, segno di un buono stato di forma dopo qualche grattacapo giudiziario recente. E come è ben facile immaginare, le diffide che colpiscono i piccoli gruppi, hanno un’incidenza maggiore rispetto a quelle comminate alle grandi realtà, in certi contesti si rischia veramente la chiusura della baracca o comunque affidarsi al volenteroso manipolo di persone che si devono far carico di tutta l’attività. Bella realtà quella di San Giovanni, non che sia una novità considerando che anche in passato ha dimostrato di saperci fare, comunque è bene rimarcare i numeri e la qualità portati quest’oggi.

Per loro, il gol incassato sul filo di lana è una beffa, la sconfitta non è nemmeno del tutto meritata e la lotta per evitare i play out li vede ancora coinvolti. Una tifoseria del genere, visto il passato ed il presente, merita di restare almeno nell’attuale serie D.

Valerio Poli