Come da prassi consolidata di questa stagione, con poche eccezioni, anche agli avellinesi è stata vietata la trasferta in quel di Taranto, quindi l’assenza di tifosi ospiti ha svuotato la gara di ogni significato dal punto di vista del confronto. Venendo dunque ai padroni di casa, sold out la curva Nord che si è presentata pienissima in ogni ordine di posto. Polverizzati tutti i biglietti vendibili nel settore caldo del tifo jonico, oltre alle circa 4.500 presenze qui dislocate, in tutto il resto dello stadio si è sfiorata la ragguardevole cifra di 8.000 spettatori, 7.410 a voler essere pignoli, numeri comunque importanti e che in pochi si sarebbero aspettati in questo periodo non del tutto sereno in casa rossoblù. Nella buona e ancor di più nella cattiva sorte, come recita la più nota promessa d’amore, il tifo tarantino risponde insomma presente.

In curva si sono festeggiati i dieci anni degli “Ultras Tamburi”, espressione del quartiere omonimo che, per l’occasione, ha allestito una coreografia con un bandierone recante il proprio simbolo, accompagnato da diverse torce, lampeggianti e fumogeni. Semplicissima ma bella.

Bella partita in campo, molto combattuta, che ha inevitabilmente condizionato gli umori e il sostegno dagli spalti. Il Taranto alla fine ha vinto 1-0, segnando proprio sotto la curva dalla quale s’è liberato un boato di quelli che non sentivano da tanto tempo. Un po’ più complicato è stato il tifo nel resto della gara, allorquando le tante presenze odierne hanno reso molto complicato il coordinamento da parte dei 4-5 lanciacori sparsi lungo il settore, talvolta in difficoltà di fronte ad una tale massa di persone forse non proprio abituate alla partecipazione attiva al tifo proposto dagli ultras. Per il resto comunque buono il supporto canoro, solito bel colpo d’occhio derivante dai tanti bandieroni costantemente sventolati, mentre in gradinata, paradossalmente un po’ meno del solito le presenze del gruppo lì dislocato, ma non meno compatto il quadrato che formano e forse in virtù del fatto di poter contare su un manipolo rodato e affiatato, sfoderano la migliore prova della stagione.

Al triplice fischio, squadra festeggiata sotto la Curva per la matematica conquista dei playoff dai quali parte, tra l’altro, in buona posizione. Resta il rammarico per la penalizzazione, che (o per meglio dire, in assenza della quale) avrebbe potuto disegnare scenari ancora migliori. Domenica ultima tappa della stagione regolare a Latina e poi via a questa infinita e tortuosa coda dai quali è lecito non aspettarsi grandi cose, data la formula complicata, ma è altrettanto lecito non perdere mai la speranza, come ha sempre fatto questa piazza.

Fabio Mitidieri