In nessuna carta d’identità, tra i segni particolari, c’è scritto se il titolare della stessa sia un ultras. Perché ultras non è un timbro a fuoco, un marchio del quale fregiarsi o vergognarsi a seconda delle idee, ultras lo si è se si ritiene di esserlo. Non ci sono decaloghi, non ci sono vademecum con su scritte le particolarità o le caratteristiche fisiche e mentali per poter definire una persona ultras o meno.

Eppure c’è, o almeno c’era in epoca pre tessera del tifoso, una particolarità che distingueva il tifoso dall’ultras: quella di seguire la squadra in casa ed in trasferta a discapito del risultato, della posizione in classifica o, tanto peggio, del gioco espresso dalla squadra sul terreno di gioco. Perché, come si diceva un tempo, e questo aspetto è sempre attuale, seguire la squadra quando va bene è facile, seguirla in capo al mondo quando i risultati latitano e la classifica piange, è roba da ultras.

Partendo da questa teoria che secondo me è poco criticabile, arrivo all’aspetto numerico che caratterizza l’incontro tra Livorno e Siena, un derby toscano molto sentito, una partita che nel passato ha saputo regalare momenti tesi, con scontri tra tifosi e in un’occasione pure l’assalto di ultras senesi al bus della squadra del Livorno. Ovvio che questo scenario sia poco affine all’attuale situazione dove tra scorte, prefiltraggi, settori blindati ed alto rischio di diffida e arresto, ci si gioca ovviamente troppo per una semplice partita di pallone.

Però ci sono i numeri ad inchiodare una passione, a giustificare l’attesa per un derby, numeri che vengono alimentati sia da una tradizione che vede le due tifoserie avversarie a prescindere, sia da una posizione in classifica delle due squadre che fa risultare questo incontro come un testa a testa dall’indubbio valore calcistico. Il Siena si trova avanti di un punto in classifica ma ha giocato una partita in più, il Livorno, dominatore fino a qualche mese fa del campionato, si trova nella situazione di rincorrere con l’aggravante di una condizione fisica e mentale non sicuramente al top.

Vicino alla strada che conduce al parcheggio ospite, uno striscione ricorda lo scarso feeling tra le due tifoserie ed invita il pubblico locale a gremire i gradoni dell’Armando Picchi: la risposta è sicuramente buona, la serata fredda e piovosa non ferma il pubblico delle grandi occasioni; la Curva Nord risulta esaurita ed anche la gradinata finalmente offre un buon colpo d’occhio. Da Siena arrivano quasi mille spettatori, qualche auto privata ed una colonna di pullman e mini bus si concentra nel parcheggio ospite, con le forze dell’ordine che gestiscono l’afflusso.

Ad inizio partita la Curva Nord è ai posti di combattimento, si alza qualche bandierone ed in mezzo ad un bel numero di torce flash, si apre uno striscione su due piani:”È l’amaranto che ci batte nel cuore. Forza Livorno la promozione”. Spettacolo semplice ma che di sera crea sempre un bell’impatto visivo.

Sull’altro versante, i senesi non sono ancora a ranghi compatti, manca a dire il vero lo zoccolo duro della Curva Robur ma nonostante questo i presenti si dilettano in una sciarpata dagli esiti più che buoni, segno che comunque c’è voglia di partecipare e di farsi sentire. A tal proposito, i primi cori che si alzano dal settore sono offensivi verso i padroni di casa, quest’ultimi rispondono per le rime, rimarcando una distanza siderale che intercorre tra le due tifoserie.

Senesi che entrano alla spicciolata, in ultima istanza fanno il loro ingresso gli ultras che danno subito un cambio di passo nel tifo. L’inizio non è affatto male, c’è una buona organizzazione con un paio di lanciacori ed altrettanti tamburi che danno il tempo, la partecipazione non è ai massimi livelli ma ciò è praticamente scontato visto il numero di persone presenti. A livello di colore qualche bandierone e diverse bandierine si fanno notare chiaramente per tutto l’arco della partita, da segnalare c’è pure la seconda sciarpata che coinvolge gran parte del settore.

Senesi che incitano la squadra e non mancano di offendere la controparte, tifo costante durante la prima frazione ma che va calando nella seconda metà della ripresa quando a cantare resta lo zoccolo duro degli ultras. Da dire che il risultato perennemente in bilico non aiuta il sostegno, troppe persone sia da una parte che dall’altra, si concentrano sull’andamento della partita tralasciando, almeno in parte, l’apporto vocale.

Ed infatti anche la curva di casa parte con il piede sull’acceleratore, qualche battimano è fatto da tutta la curva con risultati davvero ottimi, poi anche in questo caso c’è un calo piuttosto vistoso nella seconda metà della ripresa. Prestazione comunque positiva quella della Curva Nord che ogni tanto scalda l’atmosfera con qualche torcia accesa e con i bandieroni sempre alti. Non mancano i cori verso la squadra, non mancano le offese ai rivali ed a fine partita, con la vittoria conquistata, c’è la festa con i giocatori che si portano sotto la curva.

Anche gli ospiti ringraziano la squadra che nonostante la sconfitta ha dimostrato di meritare il vertice della classifica, la sconfitta lascia un po’ di amaro in bocca e così a partita finita si sprecano i cori offensivi.

Due squadre che probabilmente si contenderanno fino all’ultima giornata la promozione, due tifoserie che hanno onorato l’impegno, nonostante la serata non certo favorevole e la diretta televisiva in chiaro, quasi diecimila spettatori in serie C non sono certo da disprezzare.

Valerio Poli