Penultima giornata di campionato ed ultima esibizione del Livorno tra le mura amiche, l’ideale domenica per fare il bilancio del campionato e la curva, ormai da qualche domenica, ha già presentato il conto al presidente Esciua. In questo pomeriggio i giudizi non cambiano, la curva espone nuovamente gli striscioni di contestazione alla presidenza ed i cori dei pochi presenti non fanno altro che rimarcare un giudizio estremamente negativo della zona calda del tifo labronico. Se la curva contesta, il restante stadio non è certo caloroso: in questo pomeriggio le presenze si attestano sul flop stagionale, gradinata e tribuna sono popolate da pochissimi irriducibili che, in barba all’andamento della squadra, all’avversario ed alla bella giornata che permetterebbe una girata fuori porta, non mancano di presenziare per il classico saluto prima del definitivo rompete le righe.

La partita riveste un interesse maggiore per gli ospiti che devono necessariamente guardarsi alle spalle per non essere risucchiati nella zona play out mentre il Livorno, con la vittoria conquistata, prenota un posto per i play off, traguardo che però non soddisfa e non può soddisfare chi era partito per vincere il campionato o quantomeno lottare seriamente per la prima posizione. Ma il calcio non è alchimia e nemmeno matematica, la speranza degli sportivi livornesi è che si tratti di un incidente di percorso, di una stagione iniziata male e finita peggio ma indubbiamente il primo step da fare è ristabilire un giusto feeling tra tifosi, squadra e società, altrimenti il giocattolo parzialmente rotto, sarà da buttare e non da riparare.

Nella prima frazione qualche coro si alza dalle gradinate, nella ripresa vige un mutismo generalizzato, le uniche emozioni che si percepiscono, se di emozioni vogliamo parlare, sono i due gol segnati, uno per parte, con il Trestina che raggiunge il pareggio ma dopo pochi minuti il Livorno torna in vantaggio con il giovanissimo Marinari, che dopo la rete esulta andando ad abbracciare tutta la panchina, unico sussulto in una partita da ultimo giorno di scuola.

Se proprio vogliamo addentrarci nei particolari, da segnalare che al momento della rete del pareggio, in tribuna una decina di persone esultano, segno che qualche ospite, probabilmente parenti dei giocatori, è presente. Il gesto genera un po’ di nervosismo nel pubblico locale presente nel medesimo settore e tocca a qualche steward presente riportare la calma. Comportamenti del genere, da parte di persone presenti in tribuna per una partita dall’importanza relativa, ci offrono il livello di sportività esistente all’interno degli stadi dove in genere l’avversario è visto come nemico, in barba a tanti bei discorsi. In genere ci si lamenta per la violenza degli ultras perché è tangibile o comunque visibile attraverso parole o striscioni ma chi si professa sportivo lo dovrebbe essere in ogni condizione e non solo quando la situazione gli è favorevole prima di fare la morale agli altri.

Valerio Poli