Si torna in Germania per assistere, ad un match di Bundesliga. Aereo low cost verso l’ormai prossimo alla chiusura aereoporto di Hahn, il tempo di ritirare una macchina a noleggio e si va dritti verso Mainz, o Magonza per come la ricordiamo per la famosa “Dieta” di epoca federiciana. Il match è quello tra il FSV Mainz 05 e il Borussia Mönchengladbach, una partita di media classifica, con poche speranze per entrambe le contendenti di agganciare la zona Europa League ma potenzialmente con diversi spunti interessanti dal punto di vista ultras.

Un rapido giro nella bella e fredda città dove non riusciamo a concederci troppo turisticamente parlando, rifugiandoci in una tipica birreria locale per trovare riparo dai rigori del meteo. Il pomeriggio scorre gradevole tra Maß di bionda e tipiche salsicce del posto mentre, tra gli avventori dei vari pub visitati, troviamo anche tantissimi i tifosi bianconeroverdi ospiti.

Intuiamo subito che il clima è disteso, si beve tutti insieme, tra tifosi ospiti e locali e ci inseriamo ben presto anche noi, scambiando qualche chiacchiera con i presenti. Restiamo sbalorditi sul modo completamente differente di intendere gli spostamenti dei tifosi in trasferta. “Qui tutti sono arrivati in treno” ci dicono (350 km circa dividono le città), ed in molti posseggono la “away card” un vero e proprio corrispettivo dell’abbonamento per seguire la squadra in trasferta.

Ci dirigiamo insieme a molti tifosi biancorossi locali verso il bellissimo Mewa Arena, subito fuori città ma incredibilmente servito dal trasporto pubblico. Persino inutile aprire a confronti mortificanti con quel che succede da noi.

Arrivati comodamente a cento metri dall’impianto, individuiamo il nostro settore. Questa volta abbiamo scelto quello che definiremmo “settore distinti” proprio per godere meglio dello spettacolo del tifo (siamo qui per questo), anche in virtù del prezzo assolutamente popolare pure per questo settore più “privilegiato”: 28 euro, cifra che (tralasciando il diverso potere d’acquisto fra tedeschi e italiani) da quest’altra parte delle Alpi, nella massima serie, tante volte non basta nemmeno per un posto in curva.

Fuori l’impianto immancabili chioschi con ogni sorta di bene di prima o seconda necessità e fanzone adibite all’intrattenimento dei tifosi nel prepartita. No, nessuna zona cuscinetto, nessun betafence, nessun tornello a gabbia pronto ad inghiottirci. Un semplice controllo con lo stewart, scannerizzato il biglietto ed entrati direttamente nel settore.

L’atomosfera sotto le gradinate è come la immaginavamo, l’odore dei wurstel è ovunque e notiamo gente di qualsiasi età muoversi tranquillamente senza restrizioni, tantissimi i murales.

Prendiamo posto e salta subito all’occhio che i seggiolini restano ben chiusi, tutti assistono al match rigorosamente in piedi.

La curva di casa, si compatta nella parte alta della gradinata (un peccato a mio avviso) ed esegue all’ingresso in campo una bellissima sciarpata sulle note di “You’ll never walk alone”.

Di fronte, sono circa 3.500 gli ospiti, che nel primo quarto d’ora restano in assoluto silenzio senza nessuno striscione esposto, anche se non riusciamo ad intuire il motivo di tale forma di protesta.

Dopo 15 minuti, viene esposto lo striscione ULTRAS e vengono accese delle torce, l’apporto canoro è buono ed è molto bello lo sventolio di bandieroni con i colori sociali.

La curva di casa si produce in cori e battimani, noto diversi stendardi in lingua italiana “Curva Paradiso”, “Contro il nazismo”, persino un “Gruppo ubriaco” segno che anche qui l’influenza delle curve italiane, e degli italiani stessi (tantissimi in città), ha lasciato il segno.

Cori ben ritmati e scanditi da un tamburo, che difficilmente però coinvolgono tutta la gradinata.

Ad inizio secondo tempo gli ospiti danno vita ad una torciata, di quelle che ormai da noi possiamo solo sognare. Decine di torce animano dunque il settore e la partita viene anche sospesa per qualche minuto.

Il risultato è tutto ad appannaggio dei biancorossi di casa, un perentorio quattro a zero con pochi appelli.

Ce ne andiamo come siamo arrivati, senza nessun problema e in tutta comodità, insieme agli altri 33 mila spettatori che hanno assistito all’incontro. Criticità logistiche dei trasporti o del flusso di traffico, zero.

Un bel match, con due tifoserie trascinate dalla crescita che sta riguardando tutto il movimento ultras teutonico.

Come in altre occasioni di “turismo ultras” all’estero, ce ne torniamo a casa sempre un po’ con l’amaro in bocca raffrontando come in Italia venga scelta sempre la strada più tortuosa per gestire pari eventi, e come questo stia portando inevitabilmente al declino del movimento ultras e con esso alla disaffezione verso il calcio in genere. Un mix micidiale di disservizi, stadi mal serviti, accessi difficoltosi, prezzi alti e repressione che sta spegnando ogni possibilità di ripresa. La violenza del tifo è la scusante perfetta, l’incapacità gestionale non può far altro che trincerarsi dietro stantii alibi.

MS