Sempre più difficile pianificare con troppo anticipo le gare da seguire visto che spesso e volentieri è tutto un patetico balletto fra biglietti concessi tardivamente o in quantitativo limitato, questure che ne bloccano la vendita, in ragione di spesso poco comprensibili ragioni di ordine pubblico, e tifoserie che, giustamente, finiscono per declinare proposte indecenti preferendo disertare.

Per trovare qualcosa di interessante su cui non ci abbiano messo le zampacce gli enti repressivi vari, tocca scendere fino in Eccellenza, più precisamente nel girone B laziale, dove la formazione romana dell’Atletico Torrenova ospita la capolista Sora, con al seguito la sua calda e numerosa tifoseria. Sinceramente pensavo che anche in questo caso, la capienza del piccolo ma affascinante stadio dell’Atletico Torrenova, ubicato nel medesimo quartiere, divenisse pretesto utile ad un ennesimo divieto. Invece (e fortunatamente) la blasonata tifoseria bianconera può essere presente in questa singolare trasferta in questo quartiere ma soprattutto in questo stadio particolare, così lontano dagli standard del calcio moderno ma forse proprio per questo e a suo modo caratteristico.

L’Atletico Torrenova nato nel 1986 non ha seguito ultras di quartiere come capita altrove, anche la scritta “Arditi Torrenova” sulle pareti degli spalti, ricorda che prima del fallimento anche i biancorossi contavano su un tifo più strutturato che purtroppo non ha resistito alle traversie del tempo. Oggi dunque saranno solo i bianconeri ospiti gli unici protagonisti.

Sebbene la partita inizi alle 11, i sorani rispondono presente pur entrando leggermente in ritardo a causa del prezzo del biglietto, fissato a 12 euro, non proprio economico per una partita di Eccellenza e che trova dunque qualche resistenza. Varcato il cancello d’ingresso, restano ad aspettare che entrino tutti prima di prendere posto nell’unica tribuna di questo impianto.

Nel frattempo, in campo la partita è cominciata già da qualche minuto con il Sora che, dopo aver ricordato con un mazzo di fiori un giocatore locale scomparso per un incidente stradale a soli 17 anni, si rende subito pericoloso. Sugli spalti invece gli ultras sorani, dopo aver sistemato le varie pezze fra le quali una degli amici della “Banda Volsca” Velletri, iniziano il proprio show fatto di cori continui, battimani e sventolio costante delle bandiere. Poco importa se il settore è quello che è, anzi questo rende l’atmosfera ancora più particolare, con il campo incastonato nei palazzoni del quartiere.

Dopo neanche una ventina di minuti il Sora passa in vantaggio con Origlia, che fa esplodere il settore bianconero il quale poi continua a tifare senza sosta per i propri beniamini che giocano sul velluto, chiudendo la prima frazione sullo 0-3 mentre l’Atletico Torrenova resta in dieci uomini per un’espulsione.

Gli ultras bianconeri sotto un sole tutt’altro che invernale, continuano ad incitare sempre con una buona intensità corale la propria squadra e prima che le squadre vadano al riposo, effettuano una bella sciarpata, con i bandieroni sempre al vento che regalano un’ulteriore dose di colore. Ad inizio secondo tempo l’Atletico Torrenova segnando il gol della bandiera, nonostante l’inferiorità numerica, ma sarà un fuoco di paglia perché la capolista realizza altre due volte, fissando il punteggio finale su un 1 a 5 che non lascia spazio ad ulteriori commenti.

Tornando a parlare della tifoseria Sorana, in questa seconda parte di gara tifano sempre bene ma qualche pausa c’è, fisiologica e giustificabile per questa stretta Eccellenza stradominata in cui è dunque venuto meno il pathos dell’obiettivo in bilico, e dove – come avvenuto questa volta – spesso manca anche l’ulteriore stimolo del confronto sugli spalti.

Belle le esultanze ai gol, ancora una volta il Sora ha giocato virtualmente in casa grazie al sostegno della propria tifoseria, con la quale al fischio finale, i giocatori festeggiano la ventesima vittoria di fila su ventuno partite disputate, lasciando indietro di ben ventuno punti il Gaeta secondo in graduatoria. Alcuni giocatori sventolano in campo le bandiere degli ultras, altri cantano con loro, altri ancora si abbracciano a vicenda ed abbracciano i ragazzi sugli spalti. Un blocco unico, senza distinzioni, giocatori ed ultras in simbiosi verso l’obiettivo comune, ormai sempre più vicino, quella serie D persa nel 2014-15 e che tanto la squadra quanto gli ultras meritano di festeggiare!

Marco Gasparri