Nella mia solita cernita delle partite, l’occhio e la scelta mi sono ricaduti sull’infrasettimanale fra Matese e Chieti per svariati motivi. In primis perché non sono mai stato a Piedimonte Matese e di conseguenza non ho mai avuto il piacere di visitare il suo centro storico, la stazione ed infine, ma non per minore importanza, lo stadio “Pasqualino Ferrante”. Inoltre, ma di fondamentale importanza per la decisione finale, è perché i mezzi di trasporto non arrivano nel centro casertano sabato e festivi, per cui questo turno di Serie D di mercoledì è un’occasione da cogliere al volo, ancor più visto che è da diverso tempo che non vedo all’opera i sostenitori del Chieti.

L’alzataccia mattutina è ripagata dall’intrigante viaggio. Viaggiando in infrasettimanale, il pullman low cost che mi porta a Caserta è veramente vantaggioso e il risparmio già porta la mia mente a deragliare verso altri viaggi e altre partite. Arrivato a Caserta poco dopo le 7 di mattina e prima della coincidenza successiva, ho tutto il tempo per ammirare la famosa Reggia baciata dal sole che lentamente sorge, vista di una tale bellezza che restituisce in anticipo il tortuoso percorso giornaliero. Dopo una rifocillante colazione arriva il mio treno che mi porterà a destinazione, capolinea della famosa ed ultracentenaria tratta ferroviaria detta Alifana: del 1974 la stessa Piedimonte Matese si chiamava Piedimonte d’Alife.

Arrivo nel piccolo centro campano che si trova a due passi dal confine molisano, tant’è che il Matese è una neopromossa in D proprio dall’Eccellenza del Molise. Dopo un giro nella piccola ma moderna e funzionale stazione, mi dirigo subito in direzione stadio, in località Sepicciano, lo stadio “Pasqualino Ferrante” intitolato al compianto assessore comunale, in virtù del suo operato in favore dello sport ed alla sua smisurata passione per il calcio e di conseguenza per il Piedimonte Matese che è riuscito a portare in pochi anni (dal 1988 al 1994) dalla Seconda Categoria fino alla massima serie regionale. Sulle mura perimetrali ci sono dei bei murales ed una targa ricordo dell’intitolazione oltre a foto di vecchie formazioni. Nel mio giro esterno, mi entusiasma molto vedere i mattoni, le porte, i botteghini così retrò. Riesco anche a mettere subito piede in campo per ammirare meglio l’unica tribuna presente, completamente coperta, in un angolo della quale è ricavato il settore ospiti, delimitato da un robusta inferriata senza zona cuscinetto. Molto belle anche le panchine, quelle di una volta, senza le comodità e le tecnologie costruttive attuali. Scatto qualche foto, grazie alla gentilezza della dirigenza locale che mi permette anche di saggiare il rettangolo verde, purtroppo in erba sintetica che con i seggiolini impiantati sulla tribuna, stride un po’ con l’aspetto rustico del resto del complesso sportivo. Finito il mio giro, in attesa della partita, non mi resta che esplorare il centro storico, potendone godere grazie alla giornata insolitamente calda per il periodo e per queste zone.

Ore 14:30, fischio d’inizio, torno nuovamente al “Ferrante” curioso di vedere le due tifoserie all’opera: quella di casa di cui so poco e niente, e quella ospite che al contrario non necessita di presentazioni. Purtroppo, il Chieti ha un po’ deluso le attese ritrovandosi più vicino alla zona play out che a quella play off, mentre i padroni di casa, dopo un inizio stentato, hanno realizzato un filotto di risultati positivi che li ha portati due punti in più in classifica rispetto ai neroverdi d’Abruzzo. Ovviamente per una partita in un giorno lavorativo non mi aspetto il pubblico delle grandi occasioni o l’esodo da Chieti, ma penso siano comunque proprio queste le partite che mettono in luce il valore di una tifoseria.

Nel settore ospiti sono presenti una quarantina di ultras neroverdi con le diverse pezze appese ed il bandierone “MAI DOMI” a dare colore, nella tribuna locale c’è invece un bel gruppetto a dare manforte alla compagine locale e di primo impatto mi stupiscono positivamente sia per il materiale curato che per numero di presenti. Hanno due bei bandieroni, uno stendardo ed una bandiera, non poco per un paese diecimila abitanti circa. Livello coreografico positivo anche per i teatini che offrono una bella sciarpata con l’aggiunta del bandierone.

Nel primo tempo entrambe le tifoserie partono bene ed offrono dei bei battimani ad accompagnare i cori, non trascurando nemmeno il colore con un bello sventolio di bandiere da ambo le parti. Al diciannovesimo sono i padroni di casa ad esultare perché il Matese va in vantaggio grazie alla rete di Napoletano, che infila l’estremo difensore ospite. I tifosi, galvanizzati dal vantaggio, cercano di aumentare i decibel senza tralasciare i battimani e rincarando la dose di colore con una sciarpata non fitta ma comunque bella. Gli ospiti nonostante il gol preso, cercano di non mollare anche se dopo la mezzora lasciano intravedere delle piccole pause, più che altro di frustrazione per una squadra che non riesce a girare come vorrebbero.

Nella ripresa le due tifoserie partono ancora una volta bene e sono tantissimi i battimani da tutte e due le parti, con i locali che sembrano divertirsi ad incitare la squadra che regala continue emozioni e gli ospiti che alternano cori di buona intensità a cui seguono alcune pause, pur cercando di non mollare ed arrivare fino al novantesimo. Qualche pausa anche per i padroni di casa, ma alla fine devo riconoscere che sono stati una piccola ma piacevole sorpresa. Ad abbassare definitivamente il sipario su questa sfida ci pensa Sorrentino che, a quattro minuti dal novantesimo, mette fine alle speranze abruzzesi siglando il gol del definitivo 2-0 facendo esultare lungamente i propri ultras.

Al triplice fischio finale, gli ultras teatini cantano agli undici in campo di meritare di più, sul fronte locale giocatori, ultras e tifosi festeggiano questa bella vittoria con una squadra blasonata come il Chieti, impensabile fino a pochi anni fa. Tutto sommato per essere una partita infrasettimanale, bene ricordarlo, c’è stato divertimento e diversi spunti di interesse. Finita la sfida nuova visita nella parte inedita del centro storico, prima del treno del ritorno. Un altro paese, un altro stadio ed una nuova tifoseria entrano nel bagaglio di esperienze calcistiche vissute con l’entusiasmo di sempre.

Marco Gasparri