Mentre in Italia la giornata sta per iniziare, dall’altra parte del mondo, più precisamente a Melbourne, in Australia, i tifosi si apprestano ad assistere al derby dello Yarra (che sarebbe il fiume sulle cui sponde è stata costruita la città) tra Victory e City in programma alle 19:45 ora locale.

Da quasi vent’anni è stata istituita la A-League in sostituzione della National Soccer League, un campionato composto inizialmente da 8 squadre che successivamente è passato 10 e nel 2018 a 12 squadre. La formula prevede una prima fase a scontri diretti con 26 giornate che serviranno a decretare chi giocherà i playoff dai quali poi uscirà il vincitore del campionato. Non vi è possibilità di retrocedere.

Il Melbourne City (Melbourne Heart fino al 2014 quando, dopo l’acquisizione da parte del City Group, ha subito un cambiamento di colori e nome) fu fondato nel 2009 e da allora partecipa stabilmente alla massima competizione australiana. Dopo diverse partecipazioni nelle quali non è mai arrivato in fondo alla competizione, da ormai quattro stagioni gioca continuativamente la finale seppur abbia potuto festeggiare solamente in una di queste occasioni.

Diversa è la situazione del Melbourne Victory. Vengono fondati nel 2004 in seguito alla ristrutturazione del campionato australiano. In questo ventennio i Victory arrivano a giocarsi 6 finali portando a casa 4 titoli. Dopo il passaggio al City Group degli Hearts si è creato un certo equilibrio tra le due squadre di Melbourne che fino ad allora vedevano una grande differenza tra di loro. Le squadre condividono lo stesso stadio, il Melbourne Rectangular Stadium, conosciuto anche come AAMI Park per ragioni commerciali. L’impianto è stato costruito nel 2010 all’interno di un distretto sportivo e di intrattenimento dove sorgono diverse strutture. La capienza è di 30 mila posti circa.

Fuori lo stadio il clima è sereno, con diverse famiglie che si apprestano ad entrare per trascorrere questo sabato sera a tema calcistico. Il City gioca in casa ma sugli spalti si nota come il Victory sia la squadra più rappresentata in città, nonostante negli ultimi anni abbia avuto poco successo.

Il primo tempo è bello, squadre che attaccano da entrambe le parti colpendo un palo a testa e mettendo alla prova i due portieri. Le due tifoserie si fanno sentire e all’occhio è molto bello vedere alzate di mani e battimani in stile italo-balcanico in una nazione-continente che nonostante la distanza ha preso molto da queste culture. A fine primo tempo è bellissimo il tramonto che colora il cielo sopra lo stadio di rosa. Il secondo tempo è meno appassionante del primo con le squadre che non si scoprono, forse per paura di perdere la partita e al temine il risultato resta sullo 0 a 0.

Anche se il match non è stato certamente tra i più belli visti, sicuramente l’ambiente è risultato appassionante per chi come me ama questo sport non solo per quanto accade sul campo ma anche e soprattutto per ciò che si muove sugli spalti. Lo stadio è ben diviso tra chi va in tribuna con la famiglia e chi va in curva per partecipare attivamente al risultato finale della propria squadra, questo sicuramente è un punto a favore di un calcio che, seppur non sarà al livello dei campionati europei di primo profilo, è comunque piacevole da seguire grazie all’atmosfera che vi si respira intorno.

Marco Meloni