La mia prima volta allo stadio di Campobasso, in compagnia dei colleghi Davide e Francesco, è un’esperienza che già dall’ingresso mi impressiona al cospetto delle dimensioni della struttura, che già solo nella sua mole sembra alludere e aspirare a ben altre categorie, le stesse per cui i rossoblù stanno combattendo con veemenza in questa stagione. Lo Stadio Nuovo Romagnoli (detto anche Selvapiana in riferimento alla zona in cui è situato o Avicor Stadium Selvapiana per ragioni di sponsorizzazione) si può definire “gemello” dello stadio Ciro Vigorito di Benevento, essendo state entrambe le strutture realizzate dal medesimo imprenditore edile, Costantino Rozzi, già vulcanico presidente dell’Ascoli degli anni d’oro. Lo stesso Del Duca porta la sua firma così come anche il Via del Mare di Lecce e il Partenio di Avellino, tutti impianti in cui ovviamente si possono scorgere similitudini non così nette come i primi ma ugualmente evidenti.

La capienza dello stadio molisano in origine di 25.000 spettatori, attualmente ridotta a 7.500 per le solite note questioni di sicurezza. Sono previsti circa 2.000 tifosi invece quest’oggi, un dato forse un po’ basso se si considera una squadra prima in classifica e autrice di una gran bella stagione. Anche se a guardare il sempre vivo e pulsante cuore della Nord, l’addebito è da ascrivere al resto della città ancora non pienamente coinvolta dalle gesta dei lupi.

Saliamo al bar in tribuna stampa per un caffè pre partita, la vista da lassù è meravigliosa e i tifosi del Campobasso stanno già piazzando le prime pezze. Torniamo in campo, termina il riscaldamento dei giocatori, mentre le tribune si riempiono e l’anima del tifo rossoblù già palpita in Curva.

Poco prima del fischio d’inizio arrivano anche i sorani che prendono posto nel loro settore. La scena mi resta particolarmente impressa perché avanzano compatti in contro luce, per cui spiccano nettamente le loro sagome mentre, con le bandiere in mano, intonano il coro “Sora Sora” riempendo man mano il loro spicchio di stadio.

Dopo il buon riscontro della settimana precedente, con la vittoria per 3 a 0 contro il Termoli, i bianconeri ci credono e si presentano in circa 200 nel capoluogo Molisano nella speranza di strappare preziosi punti in ottica salvezza. Fra le note di cronaca, i sorani ricordano con uno striscione i venti anni della Banda Volsca di Velletri, con cui sono gemellati. Anche i campobassani affidano ad uno striscione ad inizio partita, il loro ricordo per Michele Scorrano, storico capitano del Campobasso ai tempi della serie B, a cui è dedicata anche la Curva e di cui ricorre il quindicesimo anniversario della scomparsa.

Entrambe le tifoserie si fanno sentire senza sosta, molto belle le sciarpate, eseguite un paio di volte. Al termine della partita però, vince la squadra di casa per 2-0 e dopo il triplice fischio, i tifosi abbracciano con i propri cori i giocatori, autori di una partita senza meno intensa.

In conclusione, molto positiva questa prima esperienza con i tifosi di Campobasso, realtà importante, molto bella e colorata, con un’ottima presenza scenica, favorita strategicamente anche dalla disposizione in alto e dal maggior numero garantito dall’incontro fra le mura amiche. Tanto di capello anche ai sorani che conquistano ancora una volta tutta la mia simpatia, è stato bello vederli anche in trasferta dove si riconfermano un’ottima tifoseria, capace di fornire prestazioni di tifo positive tanto in casa quanto in trasferta.

Testo di Imma Borrelli
Foto di Imma Borrelli, Francesco Passarelli e Davide Gallo

Galleria Gallo: