Minervino Murge è un piccolo comune di poco meno di 10 mila anime, arroccato sulla Murgia barese. Per anni ho completamente ignorato l’esistenza di un movimento ultras in questa piccola cittadina ma, grazie alla mia passione per il collezionismo ultras, sono entrato in contatto con i responsabili dei “Blue Boys Minervino” che, con umiltà e gentilezza mi hanno invitato a festeggiare con loro i 25 anni del gruppo.
Calendario alla mano ho subito intuito che il 21 giugno era una data perfetta da far combaciare con i miei impegni, così in solitaria mi sono diretto verso il piccolo centro pugliese.
Appena arrivato ho avvertito immediatamente la sensazione di trovarmi di fronte a gente squisita, gentile, a modo; persone difficili da incontrare nella cruda realtà dei nostri giorni, figuriamoci nel mondo ultras attuale, fatto di codici non scritti reinterpretabili a comodo e tanta, troppa mentalità, alcuni ne hanno cosi tanta che sono disposti anche a venderla.
Il tempo di salutare Antonio, il mio contatto, e farmi presentare agli altri “Blue Boys”, che vedo arrivare gli “Irascibili” e la GBA (Gioventù Bianco Azzurra) di Trani, legati da una profonda amicizia con i minervinesi. Entro nella loro sede, proprio sotto la gradinata di quello in stadio in cui, ogni domenica, sostengono i propri colori. Vi sono esposte tante maglie dei gruppi ultras amici, foto e adesivi.
Il tempo passa tra una chiacchera e qualche birra e sopraggiungono nell’ordine: Army Korps Monopoli, K-Tost Mola, Vecchia Guardia Mola, Ultras Taurisano, Ultras Spinazzola e Ultras Terlizzi.
La serata è piacevole, si beve, si mangia (tanto) e si parla di tutto, ma per fortuna non ho sentito cori contro la tessera, l’articolo 9 e quant’altro, che hanno quello sgradevole retrogusto modaiolo e di cui poi, se si interroga qualcuno, non ne sa niente nessuno al di là degli slogan e delle frasi fatte.
Atmosfera distesa, clima sereno, famiglie e bimbi che giocano felici. Gente stupenda quella di Minervino, consapevole della realtà che vive e che non rincorre gli stereotipi del nostro movimento, stereotipi che hanno ucciso l’essenza stessa del mondo ultras.
Dopo ogni trasferta, dopo ogni partita, dopo ogni evento ultras al quale in tanti anni ho partecipato, nella mente mi si fissa sempre un coro, martellante, continuo, che mi accompagna per qualche giorno. Anche a questa serata associo un coro, genuino, goliardico, ma soprattutto ultras, che non riesco a levarmelo dalla testa: “Se te ne vai salsiccia non ne hai, se te ne vai salsiccia non ne hai”. Giudicateli vaneggiamenti di un folle, ma ci siamo persi il divertimento e la voglia di fare gruppo per correre dietro a teoriche menate pseudo-filosofiche che poi nella pratica vengono allegramente sconfessate.
Lunga vita ai “Blue Boys Minervino”, ultras sicuramente di uno stampo ormai perduto.
Michele D’Urso.
Antonio Orecchia.