Sfida oggi tutta biancoverde al Veneziani di Monopoli. Arriva l’Avellino con i suoi oltre 400 tifosi al seguito e di conseguenza tanta è la curiosità di vedere all’opera da vicino una delle tante grandi tifoserie della provincia italiana, ricchezza e vero valore aggiunto del movimento nazionale che sarà pure in crisi, ma continua ad offrire una pluralità che altrove è pura utopia. Si gioca di sabato sera e la temperatura non è nemmeno così rigida per quelle che sono le medie di Febbraio, mese corto e amaro come dice il proverbio popolare ma superato il quale si può già cominciare a sognare una nuova primavera.

Gli ultras di Avellino entrano a partita abbondantemente iniziata e il loro arrivo è segnato dal lancio di una torcia in campo, che porta a una breve sospensione della partita. Posizionato il loro striscione “1912”, davvero bello, iniziano con il sostegno alla causa. La squadra in campo regala loro subito un goal su rigore, da cui il settore ricava ancora più carica. Davvero buono il tifo per tutti i novanta minuti: bandieroni, due aste, tantissime manate, gli avellinesi insomma si confermano tifoseria di grandissima esperienza, offrendo un’ottima prova tanto in termini numerici che di qualità. Non mancano cori offensivi rivolti a tutta la Puglia, così come tantissimi sono i fumogeni accesi durante la partita. Complimenti a loro!

Il Monopoli si approccia invece a questa sfida con qualche patema d’animo: la compagine del Gabbiano naviga in brutte acque per quanto riguarda la classifica, ma il pubblico, nella fattispecie soprattutto quello della Curva Nord, mette in campo tutta la propria grinta e la propria voglia di lottare, offrendo la classica prova volenterosa e di valore, con un sostegno sempre bello da vedere e sentire. Non si fermano letteralmente mai, fin dal primo minuto di gioco: offrono in sostanza novanta minuti su buonissimi livelli, nonostante l’ennesima prova negativa degli undici in campo. Un plauso alla Curva Nord che anche quest’oggi nonostante la sconfitta nel rettangolo verde, ha dimostrato non solo di meritarsi la salvezza ma anche di volerla raggiungere a tutti i costi. Saggia la scelta di cercare di spronare il proprio undici anziché mortificarlo spazientiti, come umanamente potrebbe succedere a chiunque: se la squadra riuscisse da ciò a canalizzare e far propria questa grinta, ne beneficerebbe senza dubbio anche la deficitaria classifica.

Catello Onina