In questa prima domenica di maggio si disputa l’ultima giornata del campionato di serie D. In alcuni gironi già si conoscono le vincitrici che il prossimo anno giocheranno in terza serie, in altri i giochi sono ancora aperti tanto in testa quanto in coda. Nel mio personale caso ho deciso di seguire Montegiorgio-Vigor Senigallia, testa-coda del girone F dove i padroni di casa penultimi a tre punti dal Notaresco, sono ad un passo dal baratro e sperano di raggiungere almeno lo spareggio, mentre gli ospiti secondi in classifica, dopo un ottimo campionato dietro la capolista Pineto, sono riusciti a ridurre il distacco da oltre dieci a soli due punti, legittimando sogni di promozione. Concorre, infine la voglia di scoprire per la prima volta Montegiorgio, piccolo paese di appena seimilacinquecento abitanti e il suo stadio “Tamburrini”, ristrutturato e messo a norma da pochissimo tempo.

Durante la settimana, la società del Montegiorgio, prevedendo un esodo da Senigallia, ha voluto concedere agli ospiti la tribuna locale, capiente di ben ottocento posti, lasciando ai tifosi di casa il settore ospiti da duecento posti, che non avrebbe soddisfatto le richieste senigalliesi. In un primo momento vengono concessi ai rossoblù seicento biglietti che vengono letteralmente bruciati, poi fortunatamente le due società si accordano e con il benestare della questura (che ormai evidentemente sta ai vertici della catena di comando) ne vengono concessi altri duecento. Il giorno della gara, i dati ufficiali attestano il totale a settecento tredici biglietti, mentre anche il settore ospiti, questa volta occupato dai locali, risulta pieno in ogni ordine di posto.

Il mio personale approccio a questa gara questa volta avviene in macchina, anche perché Montegiorgio è veramente difficile da raggiungere con i mezzi pubblici di domenica. Nonostante gli oltre duecentocinquanta chilometri percorsi, arrivo all’ora di pranzo così da riuscire pure a farmi un giro nelle bellissime vie del centro storico, arroccato in alto con i vari monumenti e palazzi che mi si aprono alla vista.

Questa volta il giro dura poco perché il fischio d’inizio e prossimo e voglio vedere da vicino il “Tamburrini” e goderne tutti i particolari. Quando arrivo ci sono i vigili urbani a dirimere il traffico di tifoso e, seppur manchi un’ora buona, ci sono già tante macchine parcheggiate in zona. Lasciata anche la mia e ritirato l’accredito, trovo nei pressi del piazzale tanti sostenitori ospiti arrivati con auto e pullman pronti ad entrare, dopo un primo controllo. Veramente ben organizzati, gli ultras senigalliesi distribuiscono all’entrata delle bandierine plastificate a scacchi rossoblù da utilizzare nell’imminente coreografia iniziale. Per loro è una giornata storica e seppur le speranze siano minime, tutta Senigallia crede al miracolo e a quella serie C che manca dalla stagione 1984-85. I tifosi alla spicciolata entrato tutti e lentamente il settore va riempiendosi. Attaccato alla balconata c’è lo storico striscione “I RAGAZZI DELLA NORD”, quello storico del 1982, anno di fondazione del gruppo che, fra più dolori che gioie, segue da allora le sorti della Vigor sprofondata negli anni fino in Promozione.

I padroni di casa del Montegiorgio, la cui squadra deve per forza vincere per sperare di conquistare almeno lo spareggio salvezza, si presentano invece in un centinaio di semplici tifosi. Dispiace non vedere più il gruppo ultras che si era formato per seguire le sorti dei locali anche perché mi avevano fatto una buona impressione all’esordio nella Coppa Italia di categoria in quel di Bastia, dove sfoderarono una prestazione di tutto rispetto e poi, diciamocela tutta, per un piccolo paese è sempre bello poter contare su un gruppo di ragazzi che incitano la squadra. Ad ogni modo, di tutto ciò non rimane più nulla e non sapendo nemmeno se si tratti in effetti di scioglimento o assenza non posso aggiungere altro se non che i presenti non incitano la squadra ma si limitano a seguire la partita, seppur le due esultanze risultino molto decise.

Dalla parte opposta invece gli ultras senigalliesi tifano da subito, rendendo il prepartita piacevole ed interessante fra sventolio di bandierine e bandierone del gruppo e diversi battimani. Una volta entrate le squadre, la loro porzione di stadio si colora con una moltitudine di bandierine rossoblù il cui effetto cromatico, irrobustito dai bandieroni, è perfetto. Nella prima parte di gara il tifo è decisamente buono ed anche il posizionamento dei due lanciacori, uno al centro ed uno più defilato nella parte sinistra, è una scelta azzeccata perché coinvolge più tifosi e il risultato è a tratti stupefacente.

Sembra andare tutto alla perfezione ma il Montegiorgio non ne vuole proprio sapere di fare da spettatore così, dopo appena dieci minuti, passa in vantaggio grazie ad un calcio di rigore siglato da De Angelis, che non riduce però in silenzio la tifoseria ospite. Si accedono vari fumogeni nel proseguo della gara, si sventolano bandiere ma soprattutto si effettuano un’infinità di battimani ad accompagnare i cori. Praticamente la Vigor sembra giocare con un uomo in più e mi rimane impressa una scena, una piccola curiosità, quando durante la gara, nei momenti di maggior frustrazione, si inizia ad insultare Montegiorgio ma un lanciacori con grande rispetto pone fine a questi cori spontanei ricordando che è anche grazie alla società che ha accettato di invertire i settori che loro possono essere qui in così gran numero. Certo avrà pensato anche all’incasso ma conta il gesto tanto quanto questo gesto di rispetto degli ultras che però chiaramente non arriveranno mai allo stesso clamore mediatico che ottengono le cose negative.

Si va al riposo con la vicecapolista sotto di un gol ma con l’incitamento degli ultras che è rimasto costante per tutta la durata della prima parte di gara. Quando le squadre fanno nuovamente ingresso sul rettangolo verde, gli ultras riprendono a cantare con una buona intensità corale ed i giocatori sembrano recepire il messaggio tant’è che il Senigallia, al minuto cinquantasette, perviene al pareggio con Denis Pesaresi che fa letteralmente esplodere il settore, con gli ultras che accendono un fumogeno rosso a colorare ancora di più la tribuna. Poco importa se il Pineto stia vincendo, tutti continuano ad incitare i propri beniamini in campo e il volume aumenta ancor di più così come i battimani si sprecano, fino alla fine, seppur le speranze di una clamorosa rimonta vadano pian piano terminando. Anche i giocatori sembrano non avercene più e difatti il Montegiorgio segna il gol della vittoria, in pieno recupero, che segna la fine definitiva del sogno senigalliese.

Al triplice fischio dell’arbitro, con il Pineto ormai promosso e nonostante la delusione sia tanta, si incitano lo stesso i giocatori recatisi sotto al settore, qualcuno con le lacrime agli occhi. Passata la delusione si canta tutti insieme per suggellare una stagione da incorniciare, calcolando pure che la Vigor era all’esordio in questo campionato di Serie D. Campionato in cui la tifoseria senigalliese si è migliorata di partita in partita, ritagliandosi un piccolo spazio in un girone dove erano presenti squadre con tifoserie blasonate come Fano, Sambenedettese, Chieti ma anche Termoli, Vastese ed Avezzano.

I giocatori di casa invece attendono con trepidazione la notizia dagli altri campi, dove il Notaresco esce sconfitto dal confronto casalingo con il Fano. Sono così tre le squadre all’ultimo posto: Tolentino, Montegiorgio e Notaresco a quota trentuno punti. Il Tolentino retrocede per la classifica avulsa mentre Montegiorgio e Notaresco si sfideranno nello spareggio salvezza. Chi vince andrà a giocarsi il play out a Riano in casa del Roma City. La Vigor Senigallia infine, classificata al secondo posto, avrà il privilegio di giocare i play off in casa, cominciando già da domenica prossima in cui ospiterà la Cynthialbalonga. Certo, per quello che valgono ancora questi play off…
Marco Gasparri