Messina è una di quelle piazze calcistiche che da ormai tre lustri naviga costantemente tra fallimenti, effimere promozioni, sconfitte dolorose e campionati volti a non retrocedere. Intendiamoci, a nessuna città e a nessun club spetta di diritto l’Eden del calcio, ma ce ne sono alcune che pagano davvero oltremodo qualche anno di gloria. Gloria – rappresentata dalla massima categoria raggiunta di nuovo dopo quasi cinquantanove anni nel 2004 – che peraltro ai siciliani non solo ha lasciato in eredità le attuali disgrazie sportive ma anche un impianto (il San Filippo) a dir poco antipatico, scomodo e freddo.

Parliamoci chiaramente: in situazioni analoghe ci sono anche altre piazze che hanno reagito con orgoglio, seguendo a prescindere e dimostrandosi davvero inossidabili. Ma ce ne sono altre che sono letteralmente sparite dai radar per anni, salvo riuscire fuori per cavalcare una nuova ondata vincente della propria squadra e addirittura battersi il petto millantando fiera militanza e lunga appartenenza. Anche questo è parte integrante della mitomania che spesso avvolge il nostro mondo, ma vale la pena ricordarlo. Perché poi quando si sale sul carro dei vincitori, generalmente, si sta sempre molto più stretti del dovuto.

La partita di oggi non è certo di cartello. La neopromossa Monterosi ospita i peloritani per una sfida fondamentale in chiave salvezza. Non ci si può attendere il pubblico delle grandi occasioni considerata l’assenza di un seguito (ultras e non) tra i padroni di casa e la distanza siderale tra Messina e Viterbo (778 chilometri), soprattutto in un giorno lavorativo e per giunta alle 14:30. Ma su queste ultime due variabili bisognerebbe chiedere conto ai sempre integerrimi e “lungimiranti” organizzatori.

Tra l’altro penso sia uno di quei pochi casi in cui il contingente al seguito di una squadra meridionale provenga quasi esclusivamente dalla città di origine. Malgrado sulle pezze della Gioventù sia infatti stampigliato il nome di Roma e Milano, vedendo arrivare gli ospiti tutti assieme nel settore è alquanto chiaro che si tratti perlopiù di persone che hanno viaggiato assieme dalla Trinacria, sobbarcandosi un tragitto tutt’altro che agevole. L’esclamazione di alcuni fotografi al mio fianco “Ma questi davvero so’ venuti da Messina di martedì pomeriggio?”, la dice lunga su come sia inconcepibile per buona parte del globo terracqueo un simile atto di fede.

E così mentre in campo la compagine ospite regala uno spettacolo davvero indecoroso ai suoi tifosi, gli stessi sembrano ignorare tale scempio dando voce alle proprie ugole e cantando per tutto il match. È quasi commovente vedere da una parte l’ostinazione degli ultras siciliani a far sentire il proprio tifo e dall’altra la blanda rassegnazione con cui la loro squadra finisce in balia di un Monterosi che passeggia letteralmente vincendo per 3-1. Non sono un grande estimatore dei siparietti che ormai abitualmente si consumano a fine partita, con i tifosi soliti “cazziare” i giocatori (a dire il vero non sono manco un estimatore delle squadre costrette a festeggiare e cantare forzatamente insieme agli ultras) ma in questo caso davvero non mi sento di dissentire dai supporter giallorossi e dalla loro rabbia nei confronti dei calciatori. Da segnalare anche diversi cori contro il presidente Pietro Sciotto.

Nel prossimo turno il Messina è atteso dalla sfida interna contro il Potenza, un’altra importante tappa nella lotta per non retrocedere. Impegno esterno per il Monterosi che sarà di scena allo stadio Marcello Torre di Pagani.

Simone Meloni