L’Italia è famosa per il suo campanilismo, fortemente territoriale, e la Toscana, più di altre regioni, ne rappresenta l’avanguardia culturale. A Montevarchi si disputa il derby del Valdarno, Sangiovannese e appunto Montevarchi vivono il proprio Derby quotidianamente ad un tiro di schioppo. I due principali impianti sportivi, guarda caso costruiti proprio nei pressi del fiume Arno, distano meno di 7 Km.
Quella di oggi però sarà una partita con un sapore agrodolce: infatti la repressione ha fatto un salto di qualità. Si è passati dalle trasferte chiuse o limitate alle trasferte “aperte” ma con la condizionale: preventivamente si chiedono documenti e generalità, che la questura di turno potrebbe tranquillamente usare nel caso in cui qualcosa, bella o brutta, dovesse accadere: come dire, ti invito al ristorante chiedendoti di pagare subito il conto.
Gli Ultras della Sangiovannese non ci stanno e a malincuore decidono di non partecipare alla festa. Lo spettacolo ovviamente ne risentirà: i derby sono carichi di tensione non per merito degli atleti che scendono in campo, ma dei tifosi che sono capaci di trasmettere all’ambiente tutta quella grinta che solo certe rivalità sono in grado di avere. Da San Giovanni partiranno comunque quasi 400 tifosi, ma la parte calda è rimasta a casa, e parlare di tifo quando mancano gli ultras è veramente difficile.
La curva del Montevarchi per l’occasione allestisce una coreografia ben fatta, sfoggiando uno striscione che rappresenta tutto il movimento ultras rossoblu. Tifo costante per tutti i 90, ma l’assenza degli ospiti impatta negativamente anche sulla loro prestazione. Lo scialbo pareggio è la fotografia migliore della partita vista oggi.
Testo di Michele D’Urso.
Foto e video di Sauro Subbiani.