roma_nuovostadioLa presentazione ufficiale del progetto del nuovo stadio dell’AS Roma, con tanto di video in 3D, ha destato curiosità fra tutti gli addetti ai lavori del calcio italiano e non solo, oltre a quelli del mondo dell’architettura. Del resto, ai tempi di oggi, quando si costruisce un nuovo stadio, ci si aspetta, da parte dei fruitori e di tutti gli stakeholders che girano attorno al calcio, un mix di innovazione, estetica, confort e, inutile negarlo, ritorno in termini di mercato. Perché costruire non solo uno stadio, ma un intero centro sportivo come quello progettato da Meis, vuol dire pretendere, in cambio, una remunerazione astronomica. E, inutile dirlo, il termine remunerazione fa assolutamente a cazzotti con la passione popolare e col più genuino ed ancestrale concetto del gioco del calcio.

roma_stadionuovo01Luccichii del rendering in AutoCAD a parte, tra progettazione di uno stadio e l’effettiva realizzazione pratica, in mezzo vi sono tante problematiche, e anche il risultato finale non sempre è garantito. Non entro nel merito di questioni già battute e dibattute, come l’ubicazione scomoda del nuovo impianto o la speculazione che è stata fatta sui terreni dove esso verrà costruito; tuttavia, guardando la presentazione del progetto, e sentendo le dichiarazioni di dirigenti sportivi, tecnici e politici, una domanda più che spontanea mi è sorta: ma la Curva Sud, quella dell’ex Commando e dei suoi attuali ultras, quella dello sventolio di bandieroni continuo e dello spettacolo coreografico e pirotecnico garantito anche in questi tempi difficili, che fine farà?

roma_stadionuovo02Ovviamente, fra le tante parole e i tanti concetti espressi sul “Nuovo Colosseo”, nessuno ha fatto accenno a termini come “Curva”, “Tifo” e “Ultras”, lasciando posto a “confort”, “visibilità” (e questo ci può stare) ma anche “aree VIP”, “famiglie”, “merchandising”, “Nike”, “Roma Museum” e “attività commerciali e di ristorazione”. Parole che, in tempi di calcio moderno, esistono solo nelle menti del benpensante “politically correct” col giusto tocco “Radical-chic. Tuttavia, guardando la forma del nuovo stadio e pensando alla tradizione del tifo romanista e alla storia del movimento ultras italiano più in generale, è ovvio che qualche dubbio sul progetto mi è sorto in testa.

roma_stadionuovo03Neanche il tempo di finire il tour virtuale in 3D del nuovo stadio della Roma e ho subito pensato che, fra le tante porcherie che questa operazione porterà (nonostante saranno indiscutibili i vantaggi economici per il club, almeno nel lungo termine), lo smembramento del tifo organizzato sarà solo una logica conseguenza del passaggio dall’“Olimpico” a questa nuova creatura. Fermo restando che neanche voglio immaginare quanto sarà militarizzato, blindato, telecamerato e “snifferato” (perché ora c’è anche questa) il nuovo stadio, il primo quesito è: “Quanto vi costerà accedervi?”. Calcolando che gli anelli sono tre (e, sicuramente, anche in curva ci saranno almeno tre fasce di prezzo a seconda di essi), facendo un parallelo con lo “Juventus Stadium” (unico stadio di proprietà in Italia se togliamo il caso scandaloso dell’ex “Giglio” di Reggio Emilia e il “Friuli” ancora in corso d’opera e da valutare) e calcolando che roma_stadionuovo04l’apertura non ci sarà prima del 2016 (a proposito, ma come pensano di costruire, in Italia peraltro, un’opera così mastodontica in due anni?), si potrà ipotizzare il costo di una quarantina di Euro per il 1° anello (il più basso e il più vasto) e diciamo 30€ per il 2° e magari 20€ per il 3°. A logica, secondo voi, dove potrebbero finire gli ultras, in tempi in cui i giovani e non solo sono costretti a lavori da fame, se e quando li trovano? Facendo sforzi immani si potrebbe pensare ad una Sud ultras sparsa fra il secondo ed il terzo anello ma, più verosimilmente, si cercherà di delimitare il fenomeno al terzo anello. Questo salvo miracoli o una politica mirata ed aperta dell’AS Roma verso i sui tifosi più fedeli. Ma, francamente, non ho motivi per pensare in positivo.

roma_stadionuovo05Oltretutto, fra i tanti difetti che l’“Olimpico” potrà anche avere, ha sempre il vantaggio di avere una Curva Sud senza anelli, compatta, dove è facile fare aggregazione e coinvolgere tutto il settore nel tifo. Anche se gli ultras, nello stadio venturo, riusciranno ad occupare il primo anello, comunque, non potranno più contare su un settore unito come ai bei tempi. Qualunque sarà la soluzione adottata, le frange di tifo organizzato saranno ben racchiuse in spazi possibilmente ultra-controllati. Dividi et impera. Il rischio, concreto, è che, nel migliore dei casi, verrà istituita una zona ultras, un po’ come in Spagna nella Curva Sud del Real Madrid o in quella del Valencia, dove gli stessi saranno controllati ed eventualmente espulsi se indesiderati dalle società.

roma_stadionuovo06Del resto, in Italia, non mancano gli esempi dove i tre anelli sono stati tutt’altro che un valore aggiunto per le tifoserie: esempio più eclatante è quello di “San Siro”, anche se, in realtà, l’impianto è nato con due anelli (il terzo è stato aggiunto in occasione dei Mondiali di Italia ’90) dove quello superiore è ben più grande. A Terni la conformazione del “Liberati” è sempre stata alquanto nociva per la Curva Est (tanto che il progetto del “Nuovo Liberati” prevede l’abolizione degli anelli). Esempio solo in parte simile è quello dell’“Olimpico” di Torino, con un anello superiore piuttosto piccolo e due pseudo anelli inferiori che, pur essendo collegati logisticamente ed omogenei in termini di prezzo, hanno notevolmente frazionato il tifo dei granata (anche se, dopo l’esperienza del “Delle Alpi”, non si lamenta nessuno). Che piaccia o meno, le curve più belle rimangono quelle con gli spalti su un unico blocco o dove il tifo del settore di casa è raggruppato nell’anello più grande. Purtroppo, però, il calcio moderno e del business sfrenato va decisamente in direzione contraria.

Stefano Severi, Sport People.