Rimini Football Club, è questa la nuova denominazione che la nascente società ha adottato dopo che il “vecchio” Rimini è stato estromesso dal campionato di Lega Pro. La mancata iscrizione è stato solo l’inizio della fine, il fallimento per i troppi debiti accumulati la più ovvia delle conseguenze anche perché, nei tempi tecnici necessari, nessun passaggio di proprietà si è concretizzato e delle speranze di poter salvare la categoria, sono rimaste solo le tante chiacchiere a riempire pagine di quotidiani locali.

Se nel mese di maggio, il popolo biancorosso ha potuto festeggiare una salvezza sul campo che sembrava insperata, riuscendo ad avere la meglio ai playout contro L’Aquila solo grazie alla professionalità dei propri giocatori, malgrado non percepissero pagamenti da diverse mensilità, e alla tifoseria Riminesie che ha permesso alla squadra, domenica dopo domenica e colletta dopo colletta, di poter finire il campionato e affrontare nei migliori dei modi le partite rimanenti, cercando di non far mancare niente, dal pagamento degli alloggi ai viaggi per le trasferte passando per il  materiale sanitario.

Nella calda estate Riminese si è assistito anche al funerale del Rimini Calcio in versione goliardica: i ragazzi della Curva Est hanno infatti organizzato un corteo funebre per le vie del centro storico, tra lo stupore e la curiosità dei turisti, con tanto di bara portata a spalla, un sacerdote a leggere le ultime preghiere ad una squadra di calcio fatta morire anche dall’imprenditoria Riminese e tanti fedeli con lumini accesi.

Un ruolo determinante sulla scelta tra chi potesse essere il destinatario del nuovo sodalizio cittadino, è stato quello dell’amministrazione comunale: sindaco e assessore allo sport hanno identificato in un imprenditore Riminese la persona giusta, in grado di rifar rinascere il calcio biancorosso. Pecca di non poco conto, che molti tifosi proprio non sono riusciti a digerire, quella di dover ripartire dal campionato di Eccellenza, compiendo un salto all’indietro di ben due categorie.

Costituita la nuova società, è stata allestita una formazione che sulla carta non dovrebbe aver problemi a vincere il campionato, cercando di farne il trampolino di lancio per ritornare quanto prima a categorie più consoni al proprio blasone e alla propria tradizione.

La prima partita ufficiale della stagione è quella di coppa Italia: avversario al “R. Neri” è il Fya Riccione, squadra che fino alla scorsa stagione era guidata proprio dall’attuale presidente del Rimini. La partita si disputa a pochi giorni di distanza dal terribile terremoto che ha colpito il centro Italia, causando moltissimi morti e ingenti danni a intere cittadine, Amatrice su tutte. Durante il minuto di silenzio per le vittime, in Curva Est viene esposto lo striscione: “VICINI AL POPOLO DEL CENTRO ITALIA”. I ragazzi della curva si impegneranno concretamente in merito, facendosi promotori di una raccolta
viveri e altro materiale, consegnendo poi tutto direttamente nelle mani di persone presenti in loco.

Questa sera, alla prima partita ufficiale della stagione, le presenze si attestano attorno alle 700 persone. La nuova società ha deciso, malgrado le presenze saranno sicuramente più basse dell’anno appena trascorso in Lega Pro e quindi la distribuzione del pubblico più dispersiva, di tenere aperti tutti i settori dello stadio.

L’importante era ricominciare, fosse anche dall’Eccellenza: la piazza biancorossa ha voluto dar fiducia all’attuale presidente , in virtù anche del repulisti della vecchia dirigenza; questo sarà una sorta di anno zero, ma si guarda al futuro con fiducia, con la consapevolezza che si dovrà remare tutti dalla stessa parte, società, giocatori, tifosi, e seppur mancheranno quegli stimoli dettati da avversari blasonati, perché nessuno regalerà niente al Rimini solo per il suo passato storico.

Dopo 90 minuti combattuti, è la squadra biancorossa a imporsi sulla Fya Riccione. Prossimo appuntamento e prima trasferta sul vicino campo di Cesenatico, contro la formazione della Savignanese
per la seconda partita di coppa Italia.

Gilberto Poggi.