Gli aretini sono quasi sempre una garanzia ed in questa stagione, magari anche complici i risultati discreti della squadra, stanno animando in casa ed in trasferta i gradoni che li vedono protagonisti. Che originalità ed innovazione siano i cavalli di battaglia della tifoseria amaranto è cosa arci nota; più difficile è trasferire questi valori ai nostri tempi dove introdurre una bandiera in uno stadio è più difficile che arrestare un boss mafioso.

Eppure la Curva Sud riesce ancora a produrre qualcosa di innovativo e soprattutto riesce a coagulare al suo interno le diverse anime del tifo che si compattano in occasione delle trasferte, con l’immediata conseguenza che almeno in questa stagione i numeri portati in giro dagli amaranto sono di quelli importanti.

Oggi si deve parlare di derby solamente per il fatto che le due compagini sono della stesa regione, la Toscana; per il resto c’è veramente poco da spartire tra le due tifoserie, visto che i padroni di casa solamente da qualche anno si sono affacciati al mondo professionistico.

Giornata non proprio ideale per presentarsi allo stadio. Una pioggia pressoché costante accompagna tutto lo svolgimento della partita. Per questo motivo gli ultras di casa si posizionano nel settore di tribuna coperta anche se tre irriducibili, nella seconda frazione di tempo, se ne infischiano altamente della pioggia e si mettono nell’abituale settore sventolando una bandiera.

Gli ospiti giungono a Pontedera a bordo di diverse auto e di due bus. Alla fine sono circa duecento persone, numero da non disdegnare assolutamente.

Quando si parla di Curva Sud qualcosa dal cilindro esce sempre ed anche in questo pomeriggio, all’ingresso in campo delle squadre, gli ultras amaranto sfoderano una coreografia: striscione posizionato in alto con su scritto “Su le sciarpe Curva Sud” e conseguente sciarpata accompagnata da parecchie bandiere a due aste. Come nel loro stile, originalità ed uno spirito di esecuzione che fanno invidia a molti, coreografia semplice ma efficace. Risultato, direi, ottimo.

Gli ultras amaranto non deludono neanche sul piano vocale, tifo continuo ed in certi frangenti parecchio incisivo e partecipativo, anche perché il gruppo ultras riesce a coinvolgere, a dire il vero senza troppi problemi, anche i restanti spettatori che in più di un’occasione si lasciano trasportare.

Ovvio che la controparte fa quel che può. I neroverdi si segnalano per uno striscione esposto ad inizio partita per Ornella, tifosa pisana, e Ciccio, entrambi ultras ed entrambi deceduti. Gli ultras sono una decina: qualche coro, qualche battimano ma la voce grossa inevitabilmente viene fatta dagli ospiti che sono un rullo compressore.

Verso il decimo minuto gli amaranto espongono uno striscione per un loro amico in difficoltà: sentito applauso di rito e poi via a tornare ad incitare la squadra. Malgrado la fastidiosa pioggia, un paio di bandieroni vengono fatti sventolare ai lati del gruppo e di tanto in tanto vengono alzate pure le bandiere a due aste. Gli aretini sanno perfettamente abbinare il colore alla voce fornendo una prova maiuscola.

Amaranto che non lesinano neppure messaggi scritti e come da copione riescono ad essere originali anche in questo. Uno striscione viene alzato in zona ultras con su scritto: “…c’è una regola per cui basta entrare allo stadio per diventare persone sbagliate…”; una volta abbassato lo striscione in questione, ne viene alzato un secondo a colori invertiti con scritto “…come me!”.

Intanto sul campo l’Arezzo ha la meglio e ad ogni rete l’esultanza si accompagna con una torcia accesa ed immediatamente fatta cadere a terra. Il finale è in discesa, il risultato sul campo è al sicuro e gli ultras amaranto concludono una prestazione eccellente con cori e battimani.

Malgrado tutte le problematiche che deve necessariamente incontrare una tifoseria di dimensioni non certo elevate, Arezzo si dimostra una piazza in salute, capace di portare ottimi numeri in trasferta e uno stile tutto proprio.

Valerio Poli.