E venne il giorno di Olbia – Piacenza, match molto atteso da entrambe le fazioni viste le scaramucce e reciproche offese verbali che si sono scambiate la scorsa stagione. Tramite “radio ultras” vengo a sapere di una trentina di ultras locali che nella zona del porto attendono frementi l’arrivo della “Sparuta presenza” biancorossa (11 unità) che però viene accolta e marcata a vista dalle forze dell’ordine, con buona pace di ogni bellicoso propositi da parte degli ultras, più che mai desiderosi di un sano “face to face” dopo gli eventi del recente passato.
Allo stadio tutto scorre tranquillo: nel primo tempo gli ospiti sembrano più propensi ad offendere gli avversari che ad incitare la propria squadra; la Curva Mare risponde per le rime ma non lesina il sostegno ai bianchi e nella prima mezz’ora di gioco la sua prestazione vocale è molto buona.
Un rigore che i locali giudicano molto generoso porta in vantaggio il Piacenza e la curva di casa accusa il colpo, chiudendo la frazione con un tifo poco incisivo e frammentario. Ci vuole qualche birretta nell’intervallo per rinfrescarsi e schiarirsi le idee: detto e fatto, nel secondo tempo il tifo olbiese riprende vigore e, pur non raggiungendo livelli eccelsi (per fare un esempio: Olbia-Pisa), spinge la squadra ad un meritato pareggio.
Ritornando sui piacentini: nella ripresa continuano a cantare ma quasi esclusivamente con cori di stampo goliardico, ci si avvia così alla fine del match ed al triplice fischio dell’uomo nero, entrambe le squadre vanno sotto il settore a salutare le proprie tifoserie, bella immagine finale di una domenica che sarebbe potuta essere più bella e movimentata, sia sugli spalti che fuori.