Dopo aver visto il derby di Sarajevo il cui racconto del buon Simone leggerete a breve su queste pagine, ci dirigiamo in Croazia, precisamente ad Osijek, a pochi km dal confine con la Serbia.

Il viaggio sarebbe dovuto durare 4 ore, ma una lunghissima e lentissima coda alla dogana croato-bosniaca ci fa perdere tantissimo tempo e quindi arriviamo allo stadio quando la partita è iniziata da 2 minuti.

Fortunatamente non ci siamo persi nulla: nessuna coreografia da parte del gruppo ultras di casa, i Kohorta, mentre gli ospiti ancora non sono entrati. Quindi, come si suol dire, nella sfortuna siamo stati fortunati.

Il tifo dei Kohorta è ottimo, mentre i Bad Blue Boys della Dinamo Zagabria entrano alla spicciolata e riempiono il settore solo verso il 25esimo. Non appena compattati fanno il loro tifo, ma non ai livelli che mi avevano tanto impressionato quando l’anno scorso andai a Zagabria per assistere a Dinamo-Hajduk.

Il secondo tempo è diametralmente opposto: non un tifo ottimo come la prima frazione per i padroni di casa, ma una bella torciata a metà tempo.

Gli ospiti fanno un tifo spettacolare, e verso il 75esimo espongono uno striscione che ho potuto tradurre solo parzialmente in quanto c’erano i ragazzi avanti. La traduzione (spero di non sbagliarmi) è la seguente: “essere radicali, avere dei principi, essere assoluti, combattere senza fare calcoli”. Subito dopo fanno una torciata che, nella nebbia fitta che si era creata, risulta spettacolare.

Subito dopo vengono incendiati alcuni seggiolini e per spegnere il piccolo fuoco creato è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco.

La partita termina con lo sfottò tra tifoserie e con il risultato di 0 a 2 per gli ospiti.

Emilio Celotto