In seguito alla scelta di passare un weekend ad Atene, colgo l’occasione per prendere un biglietto ed assistere al match tra Panathinaikos e Pas Lamia di sabato 17 febbraio. Il prezzo risulta tutt’altro che basso, ben 50€ per un settore che, tutto sommato, non gode nemmeno di una vista ottimale, essendo a ridosso della curva. Nella parte centrale della tribuna il prezzo arriva fino a 80€, decisamente troppo considerando anche le condizioni socioeconomiche del paese greco.

Lo stadio Apostolos Nikolaidis è grazioso, piccolo ma accogliente (la capienza è di 16.000 posti e oggi siamo vicini al tutto esaurito, suppongo come sempre). Avvicinandomi all’impianto noto una miriade di graffiti dei biancoverdi, anche molto fantasiosi. La perquisizione è quasi inesistente e i filtraggi abbastanza rapidi, il che mi fa riflettere se penso alla lentezza e alla disorganizzazione di quelli italiani.

Mi posiziono nella parte alta del mio piccolo settore così da vedere meglio il Gate 13, la curva della squadra di casa in toto, e potere scattare qualche foto per quel che il telefono permette. Il tifo è buono ma leggermente al di sotto delle mie aspettative, probabilmente troppo alte dati i video reperibili sul web e spesso entusiasmanti di tutte le tifoserie del lungo arco che dai Balcani porta fino alla Grecia e alla Turchia. La curva canta sì incessantemente, ma solo a tratti con volume davvero alto, lo fa soprattutto quando segue anche il resto dello stadio, ad esempio dopo il primo gol.

Mi aspettavo anche più pirotecnica: evidentemente la repressione a queste latitudini si è fatta abbastanza severa dati i molti problemi di ordine pubblico causati anche recentemente (si pensi alla morte di un tifoso dell’Aek in occasione degli scontri con i Bad Blue Boys della Dinamo Zagabria, tra l’altro gemellati proprio del Gate 13).

Esco soddisfatto da quest’esperienza e conscio di aver visto una tifoseria storica del panorama europeo, anche se magari non nel suo periodo migliore. Sicuramente la mancanza costante di tifoserie ospiti non aiuta. Dopo la partita faccio un breve giro intorno allo stadio, noto tanti altri graffiti che prima non avevo visto. Praticamente non c’è angolo di muro che non sia dedicato al Pao e alla sua gente. Intorno a me molti baracchini che vendono panini e Souvlaki, spiedini tipici di carne. Resisto al profumo e alla tentazione. Si sta facendo tardi, soffia un venticello freddo ed è il momento di tornare in centro dove mi consolo con un bel Gyros per chiudere questa serata ateniese.

Sebastian Contrario