Nel mezzo dell’estate italiana, nella più classica delle sedi dei ritiri calcistici nostrani, in quel di Pinzolo si sono incrociate le gambe dei giocatori di Parma e Feralpi Salò, per tonificarle e oliare contemporaneamente gli schemi in vista dell’imminente stagione.

L’afa con cui era iniziata la giornata sembrava avere poco del Trentino, poi per fortuna è sopraggiunta la pioggia a regalare sollievo e respiro ai tifosi convenuti. A sostegno del Feralpi una decina circa di ragazzi che hanno acceso subito due fumogeni con i colori sociali all’inizio della partita, sparendo però successivamente dalla scena fino a verso la fine della gara quando, ancora una volta, hanno segnalato con un po’ di fumo la loro presenza che, prima di allora, non era stata accompagnata da alcun coro o altra forma di sostegno anche solo visivo (bandiere o simili).

Fra i Boys del Parma, decisamente più corposi numericamente parlando, balza subito all’occhio lo striscione: “Ma quale associazione, per noi è solo una passione”. Il riferimento, per chi ha avuto un orecchio o un occhio alle cronache ultras di quest’ultimo periodo, è facilmente associabile all’ultima ondata repressiva che ha colpito gli Sconvolts Cagliari. L’ennesima di una lunga serie che parte da lontano. Certamente non gratuita, gli stessi cagliaritani non sono di quelle realtà che piangono pentimento per le loro azioni o la loro irruenza allo stadio, ma di certo suona pretestuosa a tutti l’accusa di “associazione a delinquere” formulata dal GIP, solitamente accostabile ai reati di mafia e non a quelli da stadio. Ci sta che la violenza sugli spalti per quanto codificata all’interno del suo mondo, non trovi invece indulgenza nel codice penale italiano ma è sempre (a dir poco) antipatico quando si elevano violenze, lesioni o turbative dell’ordine pubblico al rango di reati para-mafiosi.

Oltre la solidarietà per Cagliari, condivisa in tutto il movimento ultras non solo italiano ma anche del resto d’Europa, i parmensi si sono distinti anche loro per l’uso di un po’ di pirotecnica ad inizio gara. Il colore delle torce è stato poi rafforzato, nella restante parte di gara, dallo sventolio costante delle bandierine tricolore giallo-blu-bianche. Il tifo vocale, pur ovviamente non essendo clamoroso, data l’occasione e il contesto, è comunque positivo e continui per tutto il match. Come per i giocatori in campo insomma, anche per i ragazzi sugli spalti è stato utile rimettere quanto meno in moto le ugole in attesa degli incontri a più alto tasso d’adrenalina del campionato.

In campo, giusto per la cronaca, il Parma di mister Pecchia regola con un classico 2 a 0 la meno quotata avversaria. Risultato che per ora dice poco o che comunque non sposta ancora gli equilibri, dopo la scellerata scorsa stagione, iniziata con intenti di promozione e finita a malapena sopra la zona retrocessione. È inevitabile e necessario pagare con un pronto riscatto la fiducia e l’affetto che la tifoseria gialloblu ha concesso per tutto il campionato passato.

Giovanni Padovani