Per mole è senza dubbio il lavoro più improbo ma cerchiamo di chiudere il cerchio dei riassunti di fine anno con questo lungo specchio sui dilettanti (a partire dalla D e finendo con l’Eccellenza). Dopo aver già trattato la massima serie, quella cadetta e la Serie C. L’idea iniziale è quella di cercare di essere più sintetici possibile, cosa che inevitabilmente renderà più grossolane le analisi ma tant’è. La prima importante considerazione da fare è che in Serie D, a differenza del passato, la trafila dei playoff si è accorciata di molto ma non già per un processo virtuoso delle istituzioni calcistiche, quanto perché la Lega Pro ha modificato i suoi regolamenti sul ripescaggio e in tali eventualità le squadre appena retrocesse, avranno comunque la priorità sulle aventi diritto della Lega Nazionale Dilettanti. Tutti ricorderanno la sfilza di sfide che aspettava le compagini nel recente passato con la finale in campo neutro spesso anche con discreti spettacoli di partecipazione sugli spalti. Quei tempi sono stati archiviati, come detto: allo stato attuale gli spareggi iniziano e finiscono nella fase intra-girone, senza più altri incroci nazionali, senza più affascinanti inediti scontri nord-sud. Venendo ulteriormente meno le possibilità di ripescaggio, sarebbe stato un gioco sadico sottoporre a questa mattanza sotto il sole spietato dell’estate delle squadre che, da un altro punto di vista, hanno già le loro difficoltà a far quadrare i conti senza queste sfide con poca o nulla utilità pratica. Tanto che, in passato, veniva riconosciuto in premio in denaro di 30mila euro alla vincente e 15mila alla perdente di dette finali in caso di mancato ripescaggio in C, lusso quasi pleonastico allora ma che non possono permettersi invece ora, che le possibilità di essere ripescati sono ormai ridotte al lumicino.

Ma veniamo al dunque e partiamo dal girone A, dove a vincere abbastanza agevolmente è stato quel Novara che solo dieci anni fa giocava in Serie A. Dopo l’esclusione dalla C della Covisoc (assieme a Carpi, Samb, Casertana), i gaudenziani si sono ritrovati a ripartire dalla D festeggiando immediatamente la promozione, mentre il vecchio sodalizio discuterà l’istanza di fallimento a settembre. A proposito di blasone e tradizione, oltre che di seguito di tifo organizzato, la compagnia dei piemontesi in questo raggruppamento è stata sicuramente piacevole fra Sanremese, Casale, Derthona, Sestri Levante, ecc. ma a vincere i playoff è stato il Varese, anche se ai nastri di partenza della prossima stagione sarà di nuovo in D per i motivi di cui abbiamo già detto. Retrocesse Saluzzo, Lavagnese, l’Imperia che i vecchi fanatici di tifo ricorderanno per il singolare striscione Samurai Ultras. A queste si è aggiunto il Ticino RG uscito sconfitto dai playout contro il Fossano.

Nel girone B dominio devastante dei lombardi del Sangiuliano City che hanno preceduto di ben 16 lunghezze il Legnano degli storici Boys Lilla. Della sorprendente matricola del comune della città metropolitana di Milano, capace di vincere il titolo al suo esordio assoluto in Serie D (tra l’altro arrivataci non per promozione diretta ma dopo aver rilevato il titolo dalla NibionnOggiono), ha stupito ancora di più la numerosa e compatta partecipazione del gruppo Offenders alle semifinali della Poule Scudetto contro Giugliano. Per il resto poco o nulla da segnalare in termini di tifo in questo girone che ha visto la retrocessione di Leon Monza, Olginatese, Vis Nova Giussano e i bergamaschi del Caravaggio, regolati dal Villa Valle ai playout.

Relativamente più combattuto il girone C con l’Arzignano Valchiampo che ha praticamente guidato la classifica dalla prima all’ultima giornata di campionato ma, in talune circostanze, ha tirato un po’ troppo i remi in barca, assottigliando pericolosamente il margine massimo di otto punti di vantaggio sulla seconda fino al solo punto con cui ha preceduto l’Union Clodiense vincente poi dei playoff. Affermazione purtroppo solamente simbolica, alla luce di quanto fin qui detto, per una di quelle realtà (la Curva Sud Franco De Paolis) fra le più navigate e toste da incontrare nella zona. A proposito di belle realtà, fra le retrocesse da segnalare purtroppo il Cattolica, reduce dall’ennesima stagione incolore che però non ha scalfito la fedeltà della sua tifoseria, ancora e sempre al proprio posto nonostante logisticamente il girone in cui è stata inserita la squadra, presentasse molte più difficoltà dell’abituale romagnolo-marchigiano. Assieme ai suddetti giallorossi di Romagna, retrocessi anche San Martino Speme, Spinea e Ambrosiana, quest’ultima battuta dal Delta Porto Tolle ai playout il quale, a sua volta, non si è però iscritto alla Serie D 2022-23.

Anche il girone D ha presentato una conformazione poco canonica rispetto alle tradizioni, con le toscane e le emiliano-romagnole spesso contrapposte, alle quali sono state aggiunte le inattese compagini lombarde Tritium (retrocessa), Alcione di Milano e Fanfulla, che per chi mastica di ultras o in alternativa di storia, non c’è bisogno di dire che rappresenta la città di Lodi dell’omonimo condottiero. Anche la classifica ha concesso qualche gioia agli amanti del mondo del tifo, con il Rimini che ritorna in Serie C, questa volta si spera senza l’eterna altalena di retrocessioni o fallimenti che prontamente ha condizionato la squadra a scacchi biancorossi nell’ultimo periodo. Peccato, in termini di tifo, per l’altra romagnola Ravenna che pur rifacendosi sotto agli antagonisti, non ha però saputo trovare il guizzo giusto per superarli. Anche se il peccato più grande per loro è nello scioglimento degli Ultras Ravenna dopo l’ondata repressiva seguita agli incidenti nella gara contro Prato. Oltre alla già citata Tritium retrocedono in Eccellenza Sasso Marconi, Progresso e Borgo San Donnino.

Il Girone E che racchiudeva anch’esso compagini toscane oltre che umbre e laziali, ha visto trionfare il San Donato Tavarnelle che ha preceduto in classifica il Poggibonsi dei furono Old Lions (ora a guida Poggibonsi 1925) poi vittorioso ai playoff. Terzo ben più staccato l’Arezzo, piazzamento sicuramente non all’altezza di una tifoseria fra le più originali ed apprezzate non solo del girone ma dell’intera scena ultras nostrana. A retrocedere sono invece UniPomezia, Pro Livorno (seconda squadra cittadina in D mentre la prima è dovuta ripartire dall’Eccellenza), Cannara e via playout (per mano del Rieti) anche il Foligno, compagine di provincia dal nobile passato che però è da tempo che non riesce a rinverdire.

Anche al Girone F è stata data una forma un po’ insolita con le marchigiane accoppiate con abruzzesi (e ci poteva stare…), laziali (come talvolta è già successo), con l’aggiunta però di due campane. Per Panthers e soci per esempio, seguire il Fano in casa del Matese, cioè a Piedimonte Matese, provincia di Caserta, ha comportato mettere sotto le gomme all’incirca 400 chilometri. Distanze insomma che un tifoso (ma anche un dirigente sportivo…) pensa di dover coprire una volta sbarcati nel professionismo. Ma vabbè, all’illogica logica dei gironi ci siamo ormai abituati, anche se va detto che talvolta pesano iscrizioni in sovrannumero o altre contingenze a causa delle quali, onestamente, poco o nulla si può fare. Detto questo, padrona del girone è stata la Recenatese che in seconda battuta, e per quel che serve, s’è laureata Campione d’Italia Dilettanti, dopo aver avuto la meglio del Giugliano in finale della Poule Scudetto. Vittoriosa ai playoff la Sambenedettese che veniva dall’ennesimo fallimento della sua storia ma a cui, con ogni probabilità, non basterà questo titolo per beneficiare del ripescaggio. Vastese e Chieti attestatesi a metà classifica, ha rischiato un ulteriore tracollo il già citato Fano appena retrocesso dalla C e che solo ai playout, come il Vastogirardi, è riuscito ad evitare l’Eccellenza. In questa appendice di fine stagione pagano dazio Castelfidardo e Castelnuovo Vomano mentre Nereto e Aurora Alto Casertano sono retrocesse direttamente.

Girone G più o meno accettabile dal punto di vista logistico, se non fosse per le povere compagini e per i tifosi sardi che ogni volta devono sobbarcarsi grandi sacrifici per raggiungere laziali e alto-campane inserite nel loro stesso gruppo. Come si è intuito già da altri riferimenti in questo articolo, in testa alla classifica ci è finito il Giugliano, che s’è potuto permettere anche qualche battuta a vuoto senza che le contendenti ne approfittassero. Simbolica vittoria ai playoff per la storica Torres, a lungo antagonista dei campani ma che poi in dirittura d’arrivo ha ceduto anche il secondo posto al sorprendente Team Nuova Florida di Ardea, in provincia di Roma. In Eccellenza finiscono Latte Dolce, altra compagine sassarese, Lanusei e Carbonia che, perdendo per mano del Formia lo spareggio per accedere ai playout, completa questa tripletta sarda. Che sarebbe potuta essere un mortificante poker se l’Atletico Uri non fosse riuscito ad avere la meglio appunto del Formia.

Per seguito e passione i gironi H e I invece, da sempre ricoprono un ruolo centrale nel panorama dilettantistico nazionale: da queste parti negli anni scorsi sono passati, anche se solo per poche annate, club blasonati come Foggia, Taranto, Bari, Catania, Palermo e tanti altri. Nel girone H, nello specifico, dopo quattro tentativi andati a vuoto, il Cerignola riesce nell’impresa di vincere il campionato e tornare nel professionismo (la serie C mancava nella città ofantina dalla stagione 1936-1937). La stagione per i pugliesi era iniziata con le promesse del vulcanico patron Danilo Quarto che però, dopo aver condotto la nave in porto, ha lasciato la scena alla famiglia Grieco che, dopo solo due stagioni, ritorna in sella. Questo girone ha regalato, inoltre, il ritorno sugli spalti del San Francesco degli ultras della Nocerina, che dopo il cambio al vertice della società e l’approdo in terra campana della proprietà italoamericana, hanno ripreso a seguire le sorti dei molossi anche nei match casalinghi. Da segnalare la retrocessione dei salentini del Matino, dei campani del San Giorgio e infine del Bisceglie, per i quali si tratta della seconda retrocessione consecutiva.

Il girone I sul piano sportivo è stato probabilmente il più emozionante: sino all’ultimo respiro Gelbison, Cavese e Acireale si sono date battaglia, ma a spuntarla sono stati i campani meno blasonati che, pur non potendo vantare il seguito dei cavesi o degli acesi, hanno saputo meritarsi sul campo la prima storica promozione nel professionismo. Sul piano ultras, Cavese e Acireale hanno dato vita a partite interessanti sia dentro ma soprattutto fuori dal campo, match che tra l’altro è costato caro ai ragazzi della Curva Sud Catello Mari: a seguito degli scontri scoppiati all’esterno dell’impianto campano alla tifoseria metalliana sono state infatti notificate numerose diffide.

Anche in Coppa Italia di categoria, ancora una volta, la Torres ha dovuto abdicare in dirittura d’arrivo, con il trofeo che è stato vinto in finale dal Follonica Gavorrano.

Per chiudere questo excursus sul mondo dei dilettanti, solo una lunga ma doverosa citazione per quelle compagini che in Serie D ci torneranno dopo aver vinto l’Eccellenza della propria regione. O aver strappato il biglietto per il paradiso attraverso la lotteria dei playoff. Ci sono fra queste alcune che nel passato più o meno recente hanno giocato campionati sicuramente migliori come le neo-promosse Palmese, Puteolana, Avezzano o Matera Grumentum ritornato in auge dopo la fusione con il Grumentum appunto, anche se poi dalla prossima stagione si chiamerà semplicemente Matera e basta. Epilogo tanto lecito quanto prevedibile ma che lascia sempre e comunque l’amaro in bocca per la deriva che il calcio moderno ha preso. Oltre queste risalgono la china anche Locri, ironia della sorte assieme ai gemellati di Angri che ha però avuto però bisogno dei playoff nazionali per arrivarci. Si accodano altre piazze con un passato o un presente di rilievo in termini di tifo come Sant’Angelo (Lodigiano: piccolo centro lombardo ma con lunga tradizione), Termoli, Ragusa o Martina anch’esso passato per la via lunga dei playoff nazionali, visto che in quelli regionali è stata un’altra blasonatissima come il Barletta ad aggiudicarsi il pass per la D, completando una storica doppietta con la vittoria della Coppa Italia Dilettanti contro il Salsomaggiore. Ai gialloblù termali finalisti si sono comunque aperte le porte della D, visto che alla vincente di questo trofeo era riservato un posto promozione che il Barletta aveva però già conquistato in campionato.

Nella prossima Serie D ci saranno infine anche Fya Riccione e Corticella dall’Emilia Romagna, la friulana Torviscosa, le laziali Tivoli e LVPA Frascati e la Fezzanese dalla Liguria. In Lombardia si aggiungono al Sant’Angelo già menzionato, Varesina, Lumezzane e infine la Castanese via playoff. Vigor Senigallia dalle Marche, in Piemonte hanno vinto il campionato Stresa e Pinerolo mentre il Chisola li raggiunge dopo l’affermazione negli spareggi nazionali. Ilvamaddalena arriva dalla Sardegna ad arginare almeno in parte l’annataccia isolana. A proposito di isole, fra le siciliane c’è anche il Canicattì, mentre in Trentino Alto Adige ha vinto la Virtus Bolzano, nata dalla fusione della Virtus Don Bosco con il Bolzano Calcio, storico sodalizio cittadino prima che il Sudtirol neo-promosso in B vi venne trasferito da Bressanone. Ampio il contingente del Veneto con Portogruaro, Villafranca e Montecchio, dall’Umbria sale la sola Orvietana e infine dalla Toscana arrivano Terranuova Traiana, Tau Altopascio e Figline tutte compagini che, pur con non poche polemiche (sul banco degli imputati il Figline, che facendo segnare 5 goal all’Altopascio ha regalato matematicamente ad entrambe la D in barba agli altri risultati) sono riuscite a far meglio del Livorno che sulla carta doveva triturare tutti in questa stagione ma ha perso prima il triangolare con appunto Tau e Figline, in cui venivano promosse due su tre. Poi dopo aver raggiunto arrancando la finale dei playoff nazionali, s’è arresa ai rigori al Pomezia a cui ha quindi lasciato l’ultimo biglietto per la D.

Oltre ai labronici, fra le grandi deluse o che comunque avremmo voluto rivedere vincere solo per la nostra passione per le Curve, fra le più note si segnalano Akragas, Civitavecchia, Pro Gorizia, Melfi, L’Aquila, Vultur Rionero solo per nominare quelle che ci sono saltate all’occhio per essere andate più vicine alla D ma a cui toccherà almeno un altro anno di penitenza. Che almeno ci auguriamo sia l’ultimo anche se, purtroppo, il Dio del Calcio non vede il mondo alla stessa maniera di un eventuale Dio delle tifoserie a cui ancora ostinatamente continuiamo a credere.

Matteo Falcone
Michele D’Urso

Fonti consultate:
https://www.restodelcalcio.com/serie-d-2021-2022-verdetti-finali/
https://it.wikipedia.org/wiki/Serie_D_2021-2022
https://www.lnd.it/it/seried-news/news-serie-d/archivio-serie-d/18153
https://lnd.it/it/seried-news/news-serie-d/archivio-serie-d/16116
https://it.wikipedia.org/wiki/Serie_D_2021-2022_(gironi_A-B-C)
http://www.vanovarava.it/vnv/index.php?option=com_content&view=article&id=12095:novara-calcio-respinto-il-ricorso-nei-dilettanti-dopo-113-anni&catid=1:ultime
http://www.forzanovara.net/index.php?id=16382
https://it.wikipedia.org/wiki/Football_Club_Sangiuliano_City
https://www.tuttocampo.it/2021-22/Italia/SerieD/GironeC/Risultati
https://it.wikipedia.org/wiki/Serie_D_2021-2022_(gironi_D-E-F)
https://www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/sport/calcio/sambenedettese-fallimento-1.6320795
https://figc.it/media/166914/274-termine-presentazione-domande-sostituzione-campionato-di-serie-c-2022-2023.pdf
https://it.wikipedia.org/wiki/Eccellenza_2021-2022
https://www.lanazione.it/lucca/sport/calcio/tau-figline-1.7662745