Alcune partite, e Parma-Genoa è stata una di queste, hanno un lungo preambolo che le annuncia molto prima del loro effettivo calcio di inizio. Dal punto di vista sportivo, Parma è evidentemente stanca e non è solo la classica posizione radicale montata in seno agli ultras: in settimana infatti è uscito un comunicato a firma sì dei Boys ma anche del Coordinamento CCPC per chiamare a raccolta tutto il popolo sportivo prima di questa gara e tentare di suonare la sveglia alla squadra. Anche se, a dirla tutta, l’obiettivo di queste rimostranze non è esattamente la squadra in sé ma la società, giudicata assente e incapace di dirigere il gruppo agli obiettivi da tempo dichiarati.

Fallito miseramente nella scorsa stagione, anche quest’anno il sogno del ritorno in Serie A appare tutt’altro che prossimo a realizzarsi. Per cui prima della gara con il Genoa, la tifoseria gialloblu si è radunata al Petitot, luogo simbolo di quella stessa parmigianità non propriamente al centro dell’operato della società dello statunitense Kyle Krause, dove dopo aver atteso il pullman della squadra dietro lo striscione “Meritateci”, ha pubblicamente ribadito le proprie critiche posizioni.

La paventata idea di desistere completamente dal tifo ha poi lasciato spazio alla più saggia decisione di astenersi dal tifo solo per i cinque minuti, esponendo al centro della Nord lo stesso striscione già visto all’esterno. Il delicato momento della squadra e l’impegnativo avversario che si sarebbero trovati di fronte, in campo e sugli spalti, hanno indotto alla scelta di non pesare negativamente sui già precari equilibri tecnico-tattici e al contempo fronteggiare in forze anche la tifoseria ospite, in virtù della nota rivalità in cui influiscono anche le vicendevoli amicizie e rivalità incrociate.

Sono quasi 4.000 i genoani al seguito del Grifone, confermandosi in ottima salute sull’onda lunga della cessione della società nella scorsa stagione da parte del tanto vituperato Preziosi. Nonostante i rossoblu non siano riusciti ad evitare la retrocessione, il seguito della tifoseria è stato da allora indefettibilmente appassionato, numeroso, rumoroso, caloroso. Non hanno inciso nemmeno gli alti e bassi di questa stagione e la nota crisi interna della squadra con il tecnico tedesco Blessin ma di sicuro, e se mai fosse necessario, l’avvento in panchina di Alberto Gilardino e le successive ottime prestazioni in campo, hanno aggiunto ulteriore benzina sul fuoco. Una tifoseria del genere non ha davvero bisogno di altre spiegazioni e descrizioni ma volendolo fare, si può dire che in quest’occasione hanno cantato per tutta la partita, hanno sventolato le loro bandiere e hanno anche logicamente insultato i padroni di casa e i doriani, loro gemellati. Accendono inoltre diverse torce e si segnalano anche per uno striscione del 5R in ricordo di Edo, grandissimo tifoso genoano scomparso purtroppo giovanissimo nel 2002 e di cui proprio qualche giorno prima della partita ricorreva l’anniversario. Per chiosare, i genoani sono stati la migliore tifoseria vista fin qui a Parma, capace di abbinare quantità e qualità.

Ritornando invece ancora sul tifo del Parma, dopo i primi cinque minuti di silenzio, i cori si innalzano davvero con una bella carica agonistica, con quella giusta spinta di rabbia che li fa arrivare nettamente in tribuna da dove seguo la gara. Degna anche la cornice complessiva di pubblico, 14.281 secondo i dati ufficiali, forse non il cosiddetto pubblico delle grandi occasioni ma sicuramente artefice di un colpo d’occhio positivo. Il fatto che si giochi alla domenica e non in qualche assurdo giorno della settimana, in orari ancora più assurdi, contribuisce evidentemente al tutto, anche se poi chi deve svendere le gare per ragioni televisive finge di non accorgersene. Una piccola fumogenata gialloblu e una sciarpata sono i due picchi di colore, sventolano con buona costanza anche le bandiere mentre il tifo vocale non riesce sempre a mantenere gli standard in termini di continuità dei primi rabbiosi minuti ma è comunque molto positivo, aiutato anche dall’ottima risposta in campo della squadra che li incentiva laddove l’abbrivio iniziale andava esaurendosi. Non sono mancati nemmeno gli attriti con la tifoseria avversaria, soprattutto quando, intorno al quarto d’ora, viene esposto fra loro lo striscione delle “Teste Quadre” Reggiana, da cui scaturiscono i cori tradizionali gialloblu contro gli odiati cugini dell’oltre Enza.

Bella partita insomma, tanto sugli spalti quanto in campo dove Buffon e compagni si impongono con un goal per tempo, male per il Genoa che vede scappar ulteriormente via il Frosinone, pur mantenendo il secondo posto, mentre il Parma rosicchia qualche punto prezioso e si rilancia in zona playoff.

Giovanni Padovani