Nonostante un freddo assurdo, che avrebbe ammazzato qualsiasi tipo di entusiasmo, la gara del “Tardini” fra Parma e Palermo è stata una di quelle che, nonostante i pesanti condizionamenti atmosferici, riescono sempre a scaldarti il cuore.
La giornata si apre con la Nord che esegue una coreografia per ricordare Bietto a tre anni dalla sua scomparsa, a stretto ridosso con l’anniversario che cade il 13 dicembre. Una gigantografia dello stendardo “Bietto prima linea” viene aperta forse con un po’ troppo anticipo sul calcio d’inizio e tenuta su per quasi un quarto d’ora. Stranamente la coreografia viene accolta da una bordata di fischi da parte del settore ospiti dove però, va detto, gli ultras ancora non ci sono ed è questo, se vogliamo, un elemento di riflessione sulla differenza di spessore fra il pubblico cosiddetto normale e gli ultras, spesso giudicati esseri abbietti e dalla spregevole moralità, eppure osservanti del più rigoroso rispetto e della massima solidarietà su certi argomenti, anche quando di fronte hanno il peggiore dei nemici.
Gli ultras rosanero arrivano leggermente in ritardo sul calcio d’inizio, giusto qualche minuto dopo da quando le due compagini hanno cominciato a sgambettare sul campo. Molto belli da vedere, certo non con lo stesso sontuoso colpo d’occhio dell’anno scorso quando erano all’incirca quattromila, ma comunque presenti con numeri importanti che questa volta si attestano all’incirca sulla metà.
Per quanto attiene invece il tifo vero e proprio, gli ospiti hanno sempre tifato con continuità, un tifo bello, cori molto suggestivi che colpiscono un osservatore esterno come me perché, per quanto nel loro settore si notino arrivi provenienti da tutt’Italia, di tifosi magari emigrati per studio o lavoro e perciò non proprio avvezzi alla quotidianità dello stadio, le canzoni le sanno e le cantano letteralmente tutti e questo fa davvero la differenza.
C’è poi tempo per un ‘ottima sciarpata, sciarpe tese tutti avanti, poi tutti indietro ecc. il cui colpo d’occhio risulta di una bellezza perfetta. Si vede qualche fumogeno mentre, la presenza fra i padroni di casa degli arci-rivali catanesi con la pezza “Cibali rules” aggiunge astio e cori offensivi ad una contesa che, nel corso degli anni, si era mantenuta sempre molto tranquilla. Durante tutta la tifa hanno fatto un bel tifo.
Tornando nella Curva del Parma, ammainata la coreografia, parte davvero carico il loro tifo vocale, forse anche sulla scia dell’euforia di Firenze, dove la compagine emiliana è stata ad un passo dai quarti di finale di Coppa Italia poi andati ad appannaggio della Fiorentina vittoriosa ai rigori. Trovarsi però sotto di due goal dopo appena diciotto minuti ha contribuito a fiaccare quegli animi che erano riusciti a superare indenni il primo goal avversario, arrivato con un pallonetto da lunga distanza.
Se in questa prima fase della stagione, la tifoseria è stata spesso aiutata dalla squadra capace di portarsi in vantaggio nei primi dieci-quindici minuti, esaltando di conseguenza il tifo, questa volta la sua voce si è un po’ affievolita, tornando a farsi sentire con una certa potenza solo al 51esimo, quando il Parma si è rimesso in corsa segnando il goal dell’1 a 2. Quando il Palermo segna la terza rete all’85esimo, la Nord nemmeno tanto paradossalmente esplode parallelamente alla squadra che si butta in avanti con rabbia, fino al delirio totale che si materializza con l’insperato 3-3 con cui si conclude anche il match. Un livello di godimento e di folle esultanza che può essere superato solo dal goal dell’1-1 segnato da Crespo contro la Juve al 93′ nonostante il Parma ridotto in nove uomini.
Fra le note di cronaca del tifo, c’è senza dubbio da menzionare una sciarpata a tutto settore, il bel abbraccio finale fra squadra e tifosi mentre, complessivamente parlando, si può archiviare questa prestazione come positiva. Certo e come detto smorzata dal doppio e repentino svantaggio, ma la voce della Nord si è sempre sentita, forse non sempre fortissima ma continua, tanto da venire nuovamente fuori successivamente.
Giovanni Padovani