Turno infrasettimanale della trentottesima giornata di Serie B che cade nel giorno festivo della liberazione: il 25 aprile. Per l’occasione scelgo di seguire il big match serale delle 20:30, Perugia – Verona, con gli umbri al quinto posto in classifica ed i veneti al secondo.

Prevedendo le solite paranoie all’italiana, decido di partire presto per evitare intoppi e problematiche varie, così da giungere nel capoluogo umbro alle 19:10 con oltre un’ora di margine dal fischio d’inizio della partita. Purtroppo avevo fatto i conti senza l’oste e la follia o fobia per la sicurezza ad ogni costo da parte delle istituzioni può raggiungere livelli elevati come in questo caso.

Il mio calvario inizierà proprio quando sceglierò di prendere l’uscita direzione stadio dalla parte ospite e mi troverò sbarrata la strada da vigili e polizia. Con tutta la calma possibile prendo la strada che porta a San Sisto, come già fatto una volta nel recente passato, ma niente, stavolta è sbarrata anche questa strada, quindi vado avanti per poi ritornare indietro e riprendere il raccordo e tornare indietro una seconda volta anche da qui.

Nel frattempo i minuti passano inesorabilmente ed io mi trovo dalle parti della stazione con le macchine, essendo solo questa la strada che porta allo stadio, che camminano al rallentatore. Dopo aver tirato improperi a destra e manca finalmente riesco a raggiungere il parcheggio ed arrivare in tutta fretta nei pressi dello storico “Renato Curi”. Mi metto l’anima in pace quando vedo che prima del botteghino uno steward controlla la fila per ritirare gli accrediti e ti fa passare solamente quando la coda al botteghino cala: per cui si forma una fila nella fila. Riesco a superare anche l’ennesimo intoppo e dulcis in fondo mi faccio ancora un’altra fila per il controllo dei biglietti ed un’altra ancora per entrare. Alla fine della fiera riesco a vedere il campo che mancano dieci minuti all’inizio della gara, e solo grazie all’efficienza del Perugia Calcio che, nonostante le innumerevoli difficoltà, lavora in maniera egregia e sbrigativa. Il bello poi è che ce la menano tanto sul voler riportare le famiglie allo stadio e si raccomanda di arrivare un pochino prima per la solita barzelletta del controllo di sicurezza. In primis qualcuno dovrebbe dirci, in termini di tempo, in quanto consista arrivare un pochino prima perché al sottoscritto un’ora e venti minuti sono stati sufficienti per arrivare a ridosso del fischio d’inizio.

Comunque, tornando alla gara, nei giorni precedenti, il presidente del grifo Santopadre aveva lanciato un appello per far venire più gente possibile allo stadio e farlo diventare una bolgia per intimorire sia gli avversari che per spingere ad un importante vittoria la propria squadra.

Il popolo umbro risponde positivamente e questa sera gli spalti saranno gremiti da ben 12.245 spettatori, poco al di sotto del record di presenze stagionali (registrato nel derby contro la Ternana, quando si presentarono al “Curi” la bellezza di 12.811 tifosi).

Nel settore ospiti prendono posto i 276 sostenitori scaligeri, a questo dato ammonta il numero dei biglietti staccati dai gialloblù. Sinceramente mi aspettavo qualcosa in più dato il secondo posto in classifica della squadra, sommato al giorno festivo.

Quando dagli altoparlanti dello stadio parte l’inno del grifo la Curva Nord si fa bella con tante sciarpe che si levano in aria; poi con l’entrata delle squadre propone un bandierone copricurva a strisce verticali biancorosse che parte dal basso per arrivare a coprire tutta la curva, mentre in basso viene esposto il seguente striscione: “Per i colori della nostra squadra per i colori della nostra città”. Una volta abbassato il bandierone, la Nord s’illumina, con l’accensione di oltre una decina di torce da parte di tutti e tre gruppi storici portanti, ed un paio di esse verranno lanciate in campo.

I veronesi non fanno nulla di coreografico ma si faranno sentire, come nel loro inconfondibile stile, con cori contro i padroni di casa, anche a sfondo politico, e per la squadra.

Nella prima frazione i perugini partono alla grande ed il loro tifo è eccezionale con cori, di elevata intensità, accompagnati quasi sempre da imponenti battimani e mani alzate. Inoltre, durante tutto l’arco della prima frazione, a più riprese, vengono accese torce da parte dei gruppi in basso ed anche il colore è sempre presente grazie al continuo e instancabile sventolio dei bandieroni, delle bandiere e bandierine. Da segnalare lo striscione degli Ingrifati, esposto alla mezzora: “Vicini al tuo dolore, forza Valentino!”.

Passando agli scaligeri, in questa prima frazione si sono ben comportati e, nonostante la bolgia dei padroni di casa, non si sono dati per vinti tifando alla loro maniera, incuranti del fatto se potessero sentirsi o meno. Battimani e mani alzate a tutto settore non sono di certo mancati, così come i cori a rispondere alternati a quelli goliardici ed a quelli d’insulti verso i perugini. Quando mancano una decina di minuti alla fine della prima parte di gara, propongono una sciarpata con le sciarpe in movimento (in verticale girate su sé stesse) e dopo pochi minuti espongono lo striscione: “Ciao Marco”, applaudito da tutto lo stadio, in onore del viola Marco Ficini deceduto nel derby di Lisbona, investito da una macchina fuori dello stadio, (da ricordare che i viola sono amici dei tifosi dello Sporting Lisbona, oltre che dei gialloblù).

Nel secondo tempo, in campo succede tutto in un minuto: difatti al nono Luppi porta in vantaggio gli ospiti che un minuto dopo vengono raggiunti dal gol di Dezi facendo esultare le rispettive tifoserie che passano dalla gioia alla delusione e viceversa in un minuto preciso.

Da segnalare per i perugini, oltre all’esultanza, l’accensione di una torcia e, dieci minuti più tardi, l’esposizione di uno striscione goliardico contro i veronesi: “Welcome refugees”, con la seconda parola scritta in gialloblù ed a lato disegnata la famosa scala con i tre pioli.

Per il resto, entrambe le tifoserie hanno tifato con grande costanza e continuità accompagnando i cori con discreti battimani ed esibendo le sciarpate: quella perugina a dieci minuti dalla fine con l’accensione di torce e lo sventolio, peraltro continuo anche in questa seconda fase, di bandiere; per i veronesi poco dopo il novantesimo, sciarpata che rimarrà alzata pure dopo il fischio dell’arbitro con i giocatori che andranno a salutare ed applaudire sotto al settore.

Da registrare molti cori contro cantati su entrambe i fronti e, a fine partita, con lo stadio che va via svuotandosi, parte da un gruppo perugino la canzone “Bella Ciao” – non proprio apprezzata da tutti – che riporta a galla vecchi dissapori mai sopiti del tutto.

Fuori lo stadio alcuni perugini provano ad avvicinarsi al parcheggio del settore ospiti, con i veronesi che gli andranno incontro, ma le forze dell’ordine terranno la situazione sotto controllo e dopo pochi minuti i veronesi, saliti sui due pullman, transit e macchine varie, potranno lasciare tranquillamente il parcheggio e prendere la strada che li riporterà a casa.

Marco Gasparri.