Per questo weekend di fine maggio, nonostante i vari campionati volgessero al termine, volevo fare una bella ed interessante doppietta, allettato dal secondo turno dei play off di Serie C che si disputano di sabato sera. Così appena effettuato il sorteggio, mi metto subito all’opera incrociando partite interessanti con la reperibilità dei mezzi di trasporto ed alla fine la mia ricerca porterà a Pescara-Virtus Entella come primo appuntamento del sabato alle 20:30. Arrivo in pullman dopo (quasi non mi sembra vero) aver persino pranzato a casa, viaggio di due ore e un quarto con oltre tre ore di anticipo sul fischio d’inizio, che mi permettono di ritornare a vedere le bellezze della cittadina abruzzese dopo qualche anno di assenza.

Stasera smanio anch’io come i locali, non tanto per l’importanza che riveste la partita in sé, quanto per vedere all’opera una tifoseria di primo piano nel panorama ultras nazionale, che nel corso degli anni ha avuto i suoi alti e bassi come un po’ tutte le tifoserie ma resta sempre fra le più interessanti del nostro panorama. M’incammino presto verso lo stadio Adriatico – Cornacchia anche per respirare l’atmosfera che si vive all’esterno e mai scelta fu più azzeccata. Sicuramente l’avversario odierno, dal punto di vista ultras non aggiunge quella dose di adrenalina portata da avversari particolarmente numerosi o dai quali si è divisi da forte rivalità, per cui la gente inganna il nervosismo bevendo una birra o mangiando in compagnia. I ragazzi del gruppo GRAPES (Gruppo Anonimo Pescarese) arrivano in corteo, oltre un’ora prima dell’inizio, cantando e sventolando bandiere per poi entrare e prendere posto sui gradoni.

La prevendita è andata a gonfie vele, i biglietti venduti sono oltre dodicimila per cui le file potrebbero costituire un bel problema, così quando mancano buoni quaranta minuti e dopo aver visto cosa c’era da vedere, decido di entrare anche io per rendermi meglio conto della situazione. Messo piede in campo, l’Adriatico dall’interno dà sempre l’idea di un impianto vissuto e storico, nonostante tutti i vari lavori di ammodernamento resi necessari dai requisiti imposti dalle varie leghe e questure. Il colpo d’occhio è notevole con la Curva Nord praticamente esaurita, ma anche le due tribune sono piene e restano veramente solo pochissimi posti liberi. Gli unici settori meno pieni sono la Curva Sud ed il settore ospiti, difatti dalla Liguria si presentano solo una quindicina di tifosi equamente divisi tra club e GRADINATA SUD CHIAVARI.

Già prima che comincino le ostilità, gli ultras abruzzesi caricano la squadra in campo per il riscaldamento, ma pure il gruppo in tribuna, evidentemente cresciuto numericamente nel corso degli anni, si dà da fare intonando cori accompagnati da bei battimani. Questa sera la Nord è una polveriera pronta ad esplodere e ancora con un certo anticipo sventola bandiere ed accende torce e fumogeni, oltre a cantare ed agitare le braccia.

Finalmente alle 20:30 la partita ha inizio, con la curva pescarese che non fa nulla di trascendentale ma l’impatto è comunque ottimo, con tanti bandieroni e bandiere, torce, fumogeni e un petardo sulle note della celebre canzone “Gente di mare” che, come riflesso condizionato, porta ad alzare diverse sciarpe. Anche il gruppo in gradinata non vuole essere da meno e si colora sventolando quattro bandieroni nella parte bassa ed espone un lungo striscione d’incoraggiamento per la squadra.

Nel primo tempo la Nord parte subito forte ma proprio quando tutti meno se l’aspettano, dopo appena sette minuti il piatto di Corbari gela gli entusiasmi e fa festeggiare i tifosi giunti da Chiavari. A parte quest’esultanza, gli ultras ospiti non entreranno poi mai nella sfida canora, rimanendo sempre in silenzio a fare da spettatori alla bella prestazione avversaria.

Dopo il gol ospite nessun umanamente comprensibile calo per i Pescaresi che, anzi, cercano di incitare ancora con più passione i propri beniamini. La curva intitolata all’indimenticato Marco Mazza sembra avere davvero una marcia in più, con il gruppo portante dei RANGERS a guidare magistralmente la tifoseria, supportati benissimo dagli altri lanciacori posizionati più lateralmente per cercar di far cantare più gente possibile. Sono tantissimi i battimani a tutto settore ad accompagnare i cori, ma non mancano di certo bandieroni e bandiere così come varie torce, accese in momenti diversi della sfida colorare ancora di più gli spalti e alimentare ulteriormente l’intensità corale.

Nonostante una curva in stato di grazia, la serata sembra mettersi male quando Lescano, sul finire della prima frazione si fa parare da Borra un calcio di rigore procurato da Merola. Si va al riposo sul risultato di 0-1 con una curva che non intende però mollare. Nel secondo tempo riprende il tifo con molta veemenza, viene abbozzata pure una sciarpata purtroppo non molto fitta, in compenso l’incitamento vocale risulta molto alto e costante con numerosi quanto compatti battimani.

Da segnalare l’esposizione di un piccolo striscione ma carico di significato dei ragazzi della gradinata, il classico ma sempre attuale: “ULTRAS LIBERI”, poi al minuto sessantaquattro l’incitamento dei pescaresi viene premiato dal momentaneo pareggio siglato da Merola, che fa esplodere lo stadio, in particolar modo la Curva Mazza, la quale si colora grazie all’accensione di due – tre torce. Tre minuti dopo la sfortuna sembra accanirsi sulla compagine locale e su Lescano che, dopo il rigore sbagliato riesce a farsi espellere e lasciare il Pescara in dieci. Ma questa sera non si può proprio perdere e la Curva, nonostante tutto, riprende a tifare forte quasi propiziando alla mezzora il goal del neo-entrato Aloi, che fissa il risultato finale sul 2-1 per la gioia di tutto il popolo pescarese che accende nuovamente un’altra torcia per poi lanciarla sulla pista d’atletica.

Il proseguo della gara è un monologo abruzzese con un’intensità d’altri tempi. Dopo cinque minuti di recupero, l’arbitro decreta la fine delle ostilità, le due squadre vanno a ricevere gli applausi delle rispettive tifoserie, ma gli onori sono tutti per il Pescara, a cui il proprio pubblico tributa i giusti riconoscimenti, mentre fuori dallo stadio vengono accesi fuochi d’artificio con i due settori che continuano a tifare ben oltre la fine, anche quando le squadre hanno raggiunto da un pezzo gli spogliatoi.

Appuntamento tra quattro giorni al Comunale di Chiavari per la partita di ritorno in cui il Pescara è chiamato a difendere il vantaggio per proseguire in questi play off fin qui ricchissimi di emozioni, sia in campo che sugli spalti. Lascio lo stadio con tutta calma ben oltre la mezzanotte, visto che la partemza del mio pullman è prevista alle 4:45. Nel tragitto riaffiorano i ricordi della prima volta a Pescara, oltre vent’anni orsono per una partita di Coppa Italia serie C, contro gli allora gemellati di Livorno o ancora nell’importante partita per non retrocedere contro il Crotone, nella stagione 2004-2005; quella volta il Pescara perse per 0-4 retrocedendo e scatenando le ire degli ultras, passando per altre stagioni in cui il calo numerico è stato evidente, un po’ come la maggior parte delle tifoserie negli ultimi anni, d’altronde, ma stasera ho rivisto davvero la Curva dei tempi migliore. È proprio questo il bello del movimento ultras, che pur tra gli inevitabili alti e bassi, riesce sempre a resistere ai continui cambiamenti di questa società, reinventarsi e rialzarsi, rinverdendo i fasti di un tempo come dimostrato proprio dagli ultras pescaresi in questa calda serata di fine maggio. Bravi davvero!

Senza nemmeno accorgermene arriva il mio pullman, ho giusto il tempo di mettere a caricare sia la batteria della macchina fotografica che del cellulare prima che gli occhi mi si chiudano e cada in un sonno profondo, prima dell’ennesimo stadio e dell’ennesima tifoseria da raccontare.

Marco Gasparri